C’era una volta un uomo che, offeso dagli insulti della vita e volendo stare solo con se stesso, si allontanò con il suo fagottino di dubbi dalla città rumorosa e dalla gente che l’abitava, altrettanto rumorosa, dirigendosi verso la campagna in cerca di pace e di risposte ai suoi perché. Camminò a lungo, di persone ne incontrò, ma con nessuna provò il desiderio di fermarsi a scambiare due parole. Camminò tanto, ma proprio tanto, al punto da non sapere più dove trovarsi. Che grande ironia: era partito allaricerca di se stesso e si era smarrito del tutto! Non potendo tornareindietro, perché non sapeva come fare, decise di continuare, a testa bassa, con caparbietà, proprio come fanno i muli.
Dopo tanto camminare, giunse a un bivio dove due donne erano chine verso terra, una a raccogliere fiori, l’altra a riempire una sacca di erbette selvatiche. La fanciulla che raccoglieva fiori era bella, ancora più dei fiori colorati che stringeva al petto. Era vestita di bianco, un colore che contrastava gradevolmente con il bruno dei suoi capelli che chiedevano di essere scompigliati. Era così leggiadra che dava la sensazione di camminare senza appoggiare i piedi al suolo. Disse di chiamarsi Speranza e il sorriso che gli rivolse gli fece sentire nel cuore il significato di quella dolce parola.
L’altra donna non gli sorrise, limitandosi a donargli uno sguardo materno. Si muoveva appoggiando cautamente i piedi sul terreno ed era vestita di nero. Il suo aspetto non era di quelli che stimolano la fantasia ma comunque trasmetteva serenità. Disse di chiamarsi Ragione e gli offrì alcuni frutti di bosco che aveva appena colto.
L’uomo raccontò loro dei suoi affanni e, mostrando il fagottino che portava sulla spalla, disse che cercava la risposta ai suoi dubbi, ma giunto al bivio non sapeva quale strada scegliere.
«Se un uomo parte con solide certezze, terminerà con i dubbi, ma se comincia con i dubbi concluderà con le certezze» disse Speranza, la fanciulla dei fiori. «Prendi il sentiero a destra, è il più largo e luminoso, ti porterà a una fontana che contiene acqua miracolosa nella quale potrai sciogliere tutti i tuoi dubbi» gli suggerì.
«È meglio agitarsi nei dubbi che riposare sugli errori» disseRagione, l’altra donna. «Ti consiglio di imboccare il sentiero disinistra, ti porterà a uno specchio magico che ti consentirà diguardare i tuoi sentimenti, perché è solo dentro di te che puoitrovare le risposte ai tuoi dubbi».
L’uomo accolse il consiglio di Speranza e riprese fiducioso la suamarcia. Procedendo si accorse però che quel sentiero, all’inizio pieno di fiori colorati e di uccelli cinguettanti, diventava sempre più arido, piedo di buche e sorvolato soltanto da qualche corvogracchiante. Eh sì, il sentiero diventava sempre più stretto e buio e il freddo gli gelava il cuore oltre che le mani. Ricordò che una volta aveva sognato di essersi smarrito in un bosco e che una bellissima fanciulla lo aveva aiutato a trovare l’uscita.
«Anche ora c’è di mezzo una fanciulla» si disse «ma l’indicazione che mi ha dato si sta trasformando in un altro dubbio da mettere nel mio fagotto. Chi mi aiuterà ora?». Pensa e ripensa giunse alla conclusione che avrebbe fatto meglio ad ascoltare il consiglio di Ragione e che la spiegazione ai suoi dubbi doveva trovarla dentro di sé. Decise di ritornare sui suoi passi. Le due donne erano ancora lì, ma qualcosa era cambiato. Il candido vestito di Speranza era ormai pieno di macchie e sembrava decisamente meno bello di come lo ricordava, quello scuro di Ragione sembrava invece lo stesso, aveva anch’esso delle macchie ma il colore riusciva a nasconderle meglio.
L’uomo le guardò con attenzione: il sorriso di Speranza era piùspento, meno smagliante di quello che aveva saputo catturarlo.Ragione, invece, gli appariva meno brutta di come la ricordava, anzi guardandola meglio gli sembrava proprio una bella donna, non appariscente, ma serena.
L’uomo le salutò e imboccò l’altro sentiero. «Anche se trovi lospecchio, non risolverai il tuo problema» le gridò dietro Speranza con voce triste e preoccupata. «Per sciogliere i tuoi dubbi hai bisogno dell’acqua miracolosa». L’uomo proseguì a testa bassa, proprio come fanno i muli, ma in cuor suo cominciava a maturare la convinzione che le due donne, Speranza e Ragione, avessero entrambe detto la verità e che lui doveva trovare il modo di metterle insieme.
Ci sono dei momenti in cui l’urto della realtà si fa più violento, costringe a tornare con i piedi per terra e a scegliere se continuarea percorrere un sentiero pieno di promesse, ma che non sembra portare da nessuna parte, oppure fermarsi per riprendere fiato, recuperare energie e sciogliere finalmente l’enigma.