Una piccola rosa tatuata 1 – Mr. Warner

Sono Harold Warner – presidente della Warner Bros. Sono qui per il Congresso annuale della Società. Qualcuno capisce la mia lingua? - disse l’omone in inglese.

Il tenente Matt gli indicò una sedia

- Accomodatevi Mr. Warner. Capisco perfettamente la vostra lingua, ho vissuto dieci anni in America –

Mr. Warner era un uomo molto alto, corpulento, molliccio, sui sessanta, abito da 10.000 euro, scarpe da 2.000, orologio d’oro,  faccia arrabbiata e sguardo di sfida.

- Sono stato derubato di 5.000 euro – cominciò in tono risoluto sedendosi con il busto eretto e le mani sulle ginocchia grassocce – Non so come amministriate questa città, ma far derubare dalle puttane i delegati ai congressi che alloggiano negli hotels più prestigiosi non è certo una buona pubblicità! _

- No, certo che no Mr. Warner, mi descriva i fatti e il mio collega, l’agente Carlo Bianchi, li verbalizzerà –

- La ragazza è venuta in camera mia, la 222 dello Star Hotel, verso mezzanotte e mezzo. Ha detto di chiamarsi Kitty. Sui 25 anni. Un metro e sessanta, 50 chili circa, capelli e occhi neri, faccino malizioso e un corpo da statua. Le ho dato 1.000 euro per una notte. –

- Segni caratteristici? –

- Parlava un inglese quasi perfetto. Aveva una piccola rosa tatuata sopra il pube. Li valeva tutti quei 1.000 euro e, accidenti, non mi lamento, quello che mi brucia – soggiunse girandosi verso il tenente – è che ..dopo… io mi sono addormentato e al mio risveglio lei era sparita! Ho guardato subito nel mio portafoglio. Erano spariti anche i miei soldi. Avevo prelevato nel pomeriggio 10.000 euro, 4.000 per pagare la cena aziendale e 1.000 li avevo dati a lei, 10 biglietti da 100. Ecco perché sono sicuro!

- Come ha conosciuto quella ragazza Mr. Warner? – chiese il tenente Matt alzandosi e girando attorno alla scrivania fino a piazzarsi in piedi davanti all’americano –

- Ho chiamato il portiere di notte dello Star Hotel verso mezzanotte. Me l’ha procurata lui. –

- Bene. Il mio collega ha scritto tutto, adesso legga bene il verbale della denuncia e firmi qui in fondo alla pagina  - disse il ten. Matt della Buon Costume porgendo il foglio a Mr. Warner.

- Senta tenente - gridò l’uomo alzandosi di scatto - io non firmo niente e non voglio sporgere denuncia! Sono un importante businessman di Houston, ho una moglie e tre figli che mi aspettano in Texas. Vengo qui una volta all’anno per il Congresso di Categoria e mi porto dietro i collaboratori, i clienti, i venditori migliori per farli divertire un po’. In questi anni ho frequentato tutti gli uomini influenti della vostra città, compresi il Sindaco, il Prefetto,  il Capo della Polizia, e tutti mi conoscono molto molto bene! Non mi importa nulla dei soldi! Ma non sopporto che una ragazzetta mi abbia imbrogliato e si goda i miei soldi alla mia faccia! Chiaro? –

- Chiaro – rispose il tenente Matt. All’anagrafe Matteo Stuparich,  gran pezzo di ragazzo, sui 35 anni, alto prestante con due occhi nerissimi guarniti di foltissime ciglia nere che facevano invidia a tutte le donne – Allora mi dica Mr. Warner: perché è venuto qui a sporgere denuncia? – proseguì il poliziotto fronteggiando in piedi il denunciante che lo guardava con un’espressione di antipatia, del resto reciproca .

- Perché voglio che troviate senza tanto clamore quella ragazza, vi facciate dare i miei 5.000 euro e me li rendiate con le vostre scuse. Sarò allo Star Hotel fino a domani sera. Stia tranquillo tenente che se non vi sento, non vi vedo e non recuperate i miei soldi prima che io parta, una volta tornato in Texas spargerò tanta shit sulla vostra antica e famosa città, sul comportamento degli abitanti, nonché sulle Forze dell’Ordine italiane che nessuno vorrà più venire qui per i Congressi: finirete sulla Black List!

 

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