Sangue. Molto sangue. 
Non riesco a concentrarmi. Mi guardo intorno e vedo gente correre impazzita per strada.  
Senza motivo alcuno, corro anch'io. Non ho una meta, non penso, inseguo solo ombre nel mio cammino.

Sento il mio respiro affannato, ma non mi sento stanca. Ho l’adrenalina che viaggia a duemila. Il cuore è alle stelle e un insopportabile ronzio nelle orecchie mi fa compagnia. Corro e non mi fermo più. Allungo le braccia e le agito nel vuoto, mentre le mani si muovono come artigli pronti ad agganciare chiunque si trovi alla mia portata. Una donna. Vedo una donna davanti a me. Riesco a raggiungerla, agguanto il lembo della maglia e la tiro a me. La scaravento per terra. Sono sopra di lei. Il mio peso la blocca, ammiro la mia preda e con una voracità che non conoscevo, le affondo i denti nella sua morbida pelle. Gliela strappo rabbiosa e la sollevo per scoprire quella carne viva che mi dà forza. Accecata dal sapore di quel corpo, la mordo di nuovo. Non riesco a sfamarmi, non riesco a frenare la mia bramosia di cibo. Non ho controllo. 

Il ronzio non è più ronzio, ma un fischio. Un altro ancora. Violente spinte mi scagliano sull’asfalto. Qualcosa mi ha colpito con violenza la spalla e alle gambe. Non riesco a tirarmi su. Pallottole volanti mi passano sopra gli occhi. Sono spari.

Stesa per terra e con lo sguardo al cielo, socchiudo gli occhi per quelle immagini sfocate che si fanno più nitide nella mia mente. 

Immagini di un ricordo che non pensavo di avere più… di quando tutto ebbe inizio.

Vedo la campagna e mi rivedo mentre tratteggio su un blocco da disegno. 
Dovevo, anzi, no… ero una pittrice. Ero famosa per i miei paesaggi. Ero. 
Mi rivedo in cucina, dove avevo preparato il caffè e scambiato due chiacchiere con la mamma, mentre in giardino papà era intento a potare le sue intoccabili ortensie. 
Poi un saluto veloce e via, partivo verso i nostri campi.

Nel silenzio della natura, mi rilassavo e mi caricavo d'ispirazione. Ma avevo appena disegnato uno schizzo, quando un urlo mi colse alla sprovvista e per lo spavento la punta della matita si spezzò sul mio blocco. L’urlo di una donna. Mia madre?

Senza pensarci troppo, cominciai a correre verso casa. Mille pensieri negativi, mille domande senza risposta. Mio padre stava male? Un incendio in cucina? Ladri? O cosa? Cosa? Da lontano intravidi due figure. Via via che mi avvicinavo, e più non capivo.
Qualcosa di surreale, di mai visto in vita mia stava entrando con prepotenza nella mia visuale.
Una figura femminile stava... azzannando un uomo disteso per terra, senza vita. 
Mi avvicinai piano, quasi in punta di piedi, per non far sentire la mia presenza. 
Dovevo vedere meglio. Non riuscivo a rendermi conto di cosa stesse accadendo. 
Ero incredula. Non avevo le forze per urlare. Quella donna stava divorando ciò che era rimasto del braccio di mio padre. Un conato di vomito tradì la mia presenza e le lacrime per quell’orrore fecero scattare l’allarme in quel mostro. Una forza sovrumana mi agguantò alle spalle e mi scaraventò per terra. Cercai di divincolarmi, ma era un peso difficile da sostenere. Afferrai i suoi lunghi capelli per guardarla nel viso e sapere con chi avevo a che fare. Fu una doccia fredda per la mia mente già offuscata dalla paura e dalla morte di mio padre. Mi sentii mancare le forze, stavo svenendo mentre ero intenta in una lotta di sopravvivenza. Mia madre... Mia madre mi aveva assalita e stava per uccidermi. Non era più lei. Era sporca di sangue, emetteva strani versi con la bocca e sbavava come un cane rabbioso. Tra calci e pugni, cercai di colpirla il più possibile. 

Riuscii a liberarmene e cominciai a correre. Senza voltarmi, senza sapere dove andare. Mi allontanai da casa, nascondendomi nel bosco vicino. Avevo corso troppo, dovevo sostare pochi minuti. Mi fermai dietro a un albero e mi lasciai andare tra le lacrime.
Mi sdraiai per terra e ripensai come in pochi minuti si fosse consumata una tragedia che non aveva niente di umano.
Urla, disperazione e morte. Avevo perso i miei genitori. Avevo perso tutto. 

Un dolore atroce mi paralizzò per terra. Non riuscivo più a rialzarmi. Mi toccai il braccio e mi ritrovai con la mano sanguinante. Ero stata ferita. No, non potevo crederci. Quando? Come? Era inutile ricordare.
Quel segno inconfondibile di un morso sulla mia carne fu la certezza della mia condanna a morte. Vomitai tutto lo schifo che avevo dentro di me. Stavo morendo e ma presto mi sarei trasformata in un cadavere vivente. Uno zombie. Svenni piangendo e non mi risvegliai più. Da viva.

 

“Falla fuori” sento urlare dall’alto del mio sguardo. 
La canna di una pistola è puntata su di me. 
Sorrido. 
Forse troverò pace. 
Non lo so. 
Ero una pittrice. 
Ero.

Tutti i racconti

0
0
2

Gemellaggio 1/3

19 November 2025

Se un uomo avesse guardato il seno di Ambra in quel modo, Max gli avrebbe mollato un cazzotto. Probabilmente lo avrebbe fatto anche se si fosse trattato di una donna. Ma Shassta non era né donna né uomo. Non era neppure un essere umano. Ciò non di meno dovette percepire l’irritazione di Max perché [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

0
0
4

La bella sigaraia (1/4)

19 November 2025

L’odore del tabacco mi resta addosso così tenacemente che, per quanto usi il sapone, non riesco a liberarmene. Ma devo convivere anche con altro, oltre a quell’odore che impregna ogni cosa del luogo in cui trascorro dieci ore al giorno della mia vita. Ogni mattina, entrando nell’emporio di Anderson [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

2
6
20

L'uovo 2/2

18 November 2025

Quando si svegliò, depose l’uovo nel giaciglio e andò a lavorare. Rientrato trovò l’uovo ridotto in tanti frammenti. Osservò che non vi erano tracce di liquido né sul giaciglio né sul pavimento. C’erano però alcune piume a terra che Luca seguì fino alla finestra aperta. Fuori, nel giardino, vide [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

2
6
26

Se la vita ti dà limoni... 2/2

18 November 2025

- Federico… Federico... FEDERICO FEDERZONI, SANTIDDIO. - La voce del collega un po' seccato richiama Federico sulla terra. - Eh? - Sbatte le palpebre e si volta verso la scrivania di fianco alla sua. - Ohi, Damiano… dimmi. - - Eh, “Damiano dimmi” un fico secco. - Gli tira un post-it appallottolato. [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Rubrus: Curioso che sembri drammatica. Voglio dire, non più della vita reale: [...]

  • Smoki: Sì, infatti, per me non è drammatica - e non era nell'intento, [...]

3
6
23

L'uovo 1/2

17 November 2025

Luca pensò di stare ancora sognando. Un uovo era lì, perfetto, con un guscio bianco e lucido, appoggiato accanto a lui sul lenzuolo. Non aveva mai visto un uovo di quelle dimensioni: era alto almeno trenta centimetri. Subito si chiese come quell’uovo fosse finito nel suo letto, poi pensò a uno [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

4
6
39

Se la vita ti dà limoni... 1/2

17 November 2025

Margherita attraversa la piazzetta di corsa. Con lo zainetto che le sbatte sul fianco, entra al Plume con slancio da centometrista, facendo quasi sbattere la porta sul naso di un avventore in procinto di uscire. Gli improperi che lui bofonchia sono coperti dal rumore di accelerazione del bus da [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Maria Merlo: Molto carino, aspetto il seguito.

  • Smoki: Grazie!

    Il seguito arriva domani, speriamo mantenga le aspettative! ;)

6
8
56

In fregola

16 November 2025

Qua e là sulla facciata del condominio le luci accese per la cena. Una donna con un cane tra le auto parcheggiate. I lampioni accessi. Poche foglie sui platani. Semaforo verde e attraversiamo la strada. Davanti alla porta del monolocale i nostri corpi entrarono in fregola.

Tempo di lettura: 30 secondi

  • Walter Fest: A Simò, daje nun fà er timido esci allo scoperto, parla, dicce [...]

  • Lo Scrittore: ciak si gira... fermo immagine ..stop! buona la prima va bene così [...]

6
5
30

Emma e i libri che parlano

16 November 2025

Emma aveva imparato a non fare rumore. Non perché qualcuno glielo avesse chiesto, ma perché a volte le parole rimbalzano indietro. O peggio, cadono nel vuoto. Quando parlava, la madre la interrompeva a metà frase: – Più tardi, tesoro, adesso ho da fare. “Più tardi” voleva dire mai. Emma lo sapeva [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

5
2
30

La foto della pazzia

15 November 2025

Presi le foto, quelle che la mia ragazza mi consegnava felice ogni fine settimana… per la quarta volta di fila era lì in mezzo alle altre. Non sopportavo quell’immagine… con lui lì. Sì lo vedevo, pensava di nascondersi, ma io lo vedevo proprio sullo sfondo, di profilo. Ricominciai a guardare le [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Paolo Ferazzoli PRFF: I like .
    Quanti noi esistono?
    per meglio dire quante maschere diverse [...]

  • Dax: urka, una bella storia di malattia mentale. Povero.😭.Like

2
6
27

Pomeriggio sospeso

15 November 2025

Dovrei finire di leggere qualche libro. Lo penso mentre ne osservo la copertina, bloccata sul tavolo, come se aspettasse da ore. Sarei anche uscito a fotografare, magari in città, a rincorrere la luce tra i palazzi. Ma ho fatto tardi e quindi niente. Potrei scendere comunque, giusto qui intorno: [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

  • Dax: Pigrizia,il dolce far niente e,forse, la pace interiore sono tentatrici. like

  • FuoriFuoco: Concordo! 🙂

3
3
22

L'allieva 2/2

14 November 2025

Freccia la guardò appena mentre continuava a masticare quei pochi fili rubati. «Scusa ragazza ma ormai siamo insieme da tanti anni ed è la prima volta che capita che una di noi sia indisposta, è stato un brutto colpo. E vedere te poi, così giovane, magra… Sei sicura di farcela per l’intero giro? [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Maria Merlo: Racconto bellissimo per adulti, bambini e chiunque abbia davvero buona volontà.

  • Rubrus: Natale si avvicina. Se non troppo invadente, è una festa che ha davvero [...]

4
9
27

Tratturi

14 November 2025

Tratturi Ho sempre ascoltato volentieri gli anziani. Una volta, forse perché vecchio o perché si sentiva solo su quella panchina, uno di loro mi raccontò una storia. “Tu sai cosa sono i tratturi e la loro gente?” La mia faccia dubbiosa valse più di mille risposte e, avido di sapere, sedetti anch'io [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

Torna su