Brownsville, Kentucky, Inverno 1835.

"Laurel Winnet? Non ricordo. Ma sai, con tutti i curiosi che vanno e vengono dalla galleria... non escludo."

La moglie di Arnold il mercante, Patricia, non ricordava chi fosse il misterioso visitatore ma ciò non impedì al marito di accettare l'invito che Sammy, sotto la falsa identità di Laurel Winnet, gli aveva offerto: avrebbe partecipato alla caccia al bisonte che Winnet aveva organizzato.

Si trovarono come convenuto all'ingresso di Mammoth Cave. Laurel Winnet aveva una voce roca,   artefatta. La barba gli copriva il volto e i capelli lunghissimi gli nascondevano guance e collo. Aveva qualcosa di familiare che Arnold non riuscì, al momento, a decifrare.

"Venga, le mostro qualcosa di stupefacente."

Il mercante d'arte raccolse l'invito e si avviò verso la bocca della spelonca. Un sasso già pronto all'uso e calato sulla sua testa con tutta la rabbia che Sammy aveva in corpo stese Arnold al suolo, senza sensi. L'aggressore sorrise soddisfatto.

"Ecco caro vecchio amico mio. Ora ti porto in un bel posticino, caldo e riparato dal freddo. Accendiamo un fuoco per scaldarci e vedrai come starai bene."

Si caricò sulle spalle il ferito che grondava sangue dalla nuca colpita con violenza e raggiunse un luogo posto nella cavità, trasformato in abitazione, isolato e lontano da sguardi curiosi. Gettò Arnold sulla catasta di rami posta al centro della rudimentale dimora, come si sarebbe fatto con un coniglio da rosolare dopo avere dato fuoco alla legna.

Il ferito gemette. Poi preferì tacere per fingersi morto e tentare una reazione inaspettata.

Quando Sammy si avvicinò con la fiaccola accesa, Arnold raccolse le poche forze rimaste e tentò il tutto per tutto. Balzò verso il suo aguzzino per colpirlo con un ramo stretto nella mano ma Sammy schivò il colpo.

Sbilanciato, cadde di nuovo a terra, disarmato. Una moneta scivolò dalla sua tasca e rotolò via. 

Cercò disperatamente qualcosa per lottare. Sganciò la catenella dalla cipolla riposta nel taschino e la arrangiò con gesti convulsi sulla punta del ramo caduto a pochi centimetri dal suo naso.

Sammy sembrava divertirsi. Lasciava alla sua vittima l'illusione di una impossibile salvezza. Considerava i gesti di Arnold come i movimenti buffi di un condannato a morte senza alcuna speranza. 

Poi l'uomo a terra vibrò il ramo verso il faccione di Sammy. La catenella catapultata verso gli occhi ferì il viso beffardo del sedicente barone Winnet che si accese di rabbia. Sanguinava da una guancia.

"Allora vuoi farmi incazzare!"

Mollò due calci tremendi prima alla tempia e poi tra le gambe Arnold che di nuovo perse i sensi, Sammy si passò una mano sulla ferita e la ritrasse sporca di sangue. 

"E adesso facciamo un bel sacrificio per tutti i peccati commessi. Che ne dici amico mio?"

Gli sfilò una stringa dalla scarpa e la annodò intorno al collo di Arnold. Strinse sino a che l'altro riaprì gli occhi per un disperato bisogno di respirare.

"Allora mi riconosci adesso?"

L'espressione di sorpresa dell'altro era eloquente. Arnold cercò invano di liberarsi  ma la differenza di forze era troppa.

Sentì un ginocchio premere contro il torace, respirava appena.

Sammy gli sfilò la cintura dai pantaloni mentre lui provava a divincolarsi, inutilmente. Con la cintura Sammy serrò tra loro le caviglie di Arnold, gli sfilò la seconda stringa dalle belle scarpe che calzava e con quella gli legò i polsi dopo gli ultimi, vani tentativi di resistenza del malcapitato.

"Bene, possiamo procedere."

Sammy collocò nuovamente sulla catasta quello che ormai era diventato un fagotto umano. Un urlo lacerò l'aria quando l'acciarino che l'aguzzino manovrava sfregò la pietra focaia provocando il crepitio dei rami più secchi e sottili. Infilò quindi una mano in un piccolo antro e la ritirò stringendo tra le dita una pipa di terracotta.

"L'ho preparata per godermi questo momento."

Avvicinò un bastoncino di faggio alla fiamma che si espandeva inesorabilmente verso il corpo della vittima e con il legnetto infuocato accese la pipa tenuta nella mano.

Le urla del sacrificato erano musica per le orecchie di un uomo assettato di vendetta e reso cieco dall'odio a lungo represso.

"Guarda", disse ancora.

"Avevo organizzato già tutto. Ho persino dipinto la tua fine. Vedi Arnold? Ora non mi resta che scriverci i saluti."

Si chinò su una pietra affiancata alla macabra fascina. Il fuoco ormai lambiva la carne di Arnold che piangeva e urlava come un maiale scannato.

"Ne hai di resistenza vecchio amico mio. A quest'ora anche una vacca pezzata sarebbe già morta da un pezzo."

 

Mammoth Cave, Kentucky, 2025.

Sebastian Hood arricciò il naso.

"Chissà perché questa frase è rimasta a metà... La roccia in questo punto è intatta... Davvero strano."

"Frank Carusino armò di nuovo la sua Kodak con una pila al litio fosfato appena sconfezionata.

"Beh... Se quello è un nome non può essere che Arnell... o Arnold. Chiunque fosse ha scontato l'inferno per se e per tutta la sua generazione. Trattato come un tacchino vivo da bruciare a fuoco lento. Arso da un torturatore dell'800 che probabilmente è rinato nei panni di Jack lo squartatore..."

Clarissa aveva un'espressione dubbiosa.

"E se fosse accaduto qualcosa durante l'esecuzione?"

 

Mammoth Cave, Kentucky, 1835.

Arrivarono in tre. Johnny Bucklet, l'ubriacone che come Sammy alloggiava nella grotta ad un centinaio di metri dal 'vicino'. Aveva sentito urla disumane ed era corso all'esterno per chiamare aiuto. 

Freddy Collum che accompagnava il suo bastardino a pisciare nel bosco e il capitano Jimmy Roster che a cavallo percorreva la zona durante il proprio turno di sorveglianza.

Arrivarono un attimo prima che l'anima di Arnold raggiungesse il cielo oltre la grotta. 

L'uomo scampato all'agonia non si riprese mai più dalle terribili sevizie inferte da Sammy. Seduto sopra una sedia a rotelle parlava a stento e muoveva parzialmente un solo braccio scorticato dalle fiamme. Ebbe la soddisfazione di vedere penzolare il suo aguzzino dalla forca eretta per l'occasione e la partita tra i due terminò quando Sammy scalciò per l'ultima volta alla vita.

 

Mammoth Cave, Kentucky, 2025.

"Perché non ha terminato di scrivere i saluti dell'addio? Mah… questo non lo sapremo mai!"

Sebastian Hood sistemò gli attrezzi nello zaino blu che chiuse con la lampo.

"Beh... S'è fatto tardi. Che ne dite di infilarci sotto ai denti un buon hamburger da Fritzgerar? Offro io."

 

 

Tutti i racconti

0
0
3

La scrittura

16 August 2025

La scrittura è terapia la nostalgia porta via. Il tempo ferma nuovi orizzonti apre piacevole calma farà sentire. Con la punta sottile d'inchiostro intrisa la penna sul foglio si lascia trascinare in mille rivoli ornati e ondulati. Come incantevole danza la fantasia lascia piroettare e sogni [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

0
1
4

Domenica 31/8/2025 last kiss (2/2)

16 August 2025

Un’ora dopo, al bar, seduto al solito tavolino con vista sulle scale dell’entrata, Sandro legge l’edizione cartacea del suo giornale preferito e non si accorge che una bella signora è appena scesa e si dirige verso di lui, da dietro gli mette le mani sul viso e gli domanda: «Chi sono?» «Troppo [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

0
0
3

L'ombrello

16 August 2025

Pioveva quel giorno, ma cosa potevo farci? L’uscita era programmata da giorni e rinviare e pazientare ancora per vederla, io non ci riuscivo. Dieci minuti prima dell’orario concordato mi eri piazzato sotto l’albero prestabilito per l’incontro. Pioveva già dal mattino, e presi il mio ombrello fortunato. [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

4
6
27

Pasta reale

15 August 2025

A volte nel fondo buio delle serate estive c'è un arcano silenzio. Nell'umidità cavernosa delle ventitré solo qualche piccolo gruppuscolo di giovani rompe il ritmo cantando a squarciagola canzoni che non riconosco. E a quei canti risponde un abbaiare guerriero di cani da giardino, che s'accaniscono [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • zeroassoluto: Ciao Sandro!
    Per prima cosa ti ringrazio immensamente...
    "Perché" [...]

  • Sandro Amici: Già questo appunto è un degno racconto, che mi ha scatenato un [...]

4
6
18

Un grande amico

15 August 2025

Dopo una giornata in ufficio, avevo proprio voglia di fare due passi. Camminavo senza meta, con lo sguardo basso e le mani in tasca. — Ninuzzo! Uè, Ninuzzo! Mi volto. Un uomo sulla cinquantina si avvicina con passo deciso. Ha un completo bianco un po’ appariscente, camicia nera sbottonata fino [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • CURZIO LUCANO: Grazie per i commenti. Mi fa piacere sapere che non sono l'unico smemorato [...]

  • Camillina: Bello! Mi ricorda di non essere la solo a non ricordarmi niente.😜

3
8
15

Domenica 31/8/2025 last kiss (1/2)

15 August 2025

Sono arrivato tardi, dopo le nove il parcheggio è un incubo, io stavo pensando di mettere la macchina sotto alle fresche frasche, invece già è tanto se trovo un angolo ombreggiato, i ricordi del passato ti fanno fare delle imbecillità senza pari, il posto dove andavo al mare quando ero piccolo, [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • zeroassoluto: Bravo Dario... siamo proprio noi, personaggi attempati che hanno smesso di [...]

  • Dario De Santis: Grazie a tutti, domani cercherò di rassenerarvi, non è tutto [...]

2
2
9

Lo strano caso della signorina C. (3 di 3)

15 August 2025

Aveva capito. Sconsolato uscì dall’ufficio e tornò nel modesto albergo dove aveva preso alloggio provvisorio. Ora c’erano cose più importanti a cui badare, non ultima trovare un lavoro, dal momento che il modesto gruzzolo che aveva portato con sé gli sarebbe bastato sì e no un paio di settimane, [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

5
11
23

La Selva Oscura : lo strano caso dell'Ovivorus montanae

14 August 2025

Per me si va ne la città dolente, per me si va ne l'etterno dolore, per me si va tra la perduta gente. Dante, Commedia, Canto III, 1-3 Lo strano animaletto del Montana di Angela Thatcher, Divulgative Paleontology, Settembre, 2034 Un piccolo mammifero, lungo appena 15 centimetri e del peso di [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

8
8
27

Lucia

14 August 2025

Eh sì, la storia di Lucia la conoscono tutti in paese, non ne parlano volentieri perché dicono che i morti vanno lasciati in pace, però se incontri la persona giusta e la lasci parlare, puoi stare sicuro che prima o poi il discorso cadrà sulla storia di Lucia. Cambia addirittura il tono della voce, [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Adribel: Bravissimo Dario, hai sapoto coinvolgermi fino alla fine. Quasi quasi aspetto [...]

  • zeroassoluto: Bravo Dario!
    I racconti sgorgano improvvisi e si dipanano piano piano e [...]

2
2
9

Lo strano caso della signorina C. (2 di 3)

14 August 2025

Concetto, però, non era niente affatto femmina, anzi lui non sapeva neanche che per lo Stato era un individuo diverso da come appariva. E non se ne avvide se non quando divenne adulto. Per dirla tutta, Concetto aveva sofferto non poco l’imposizione di quel nome piuttosto raro, vuoi perché appunto [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

3
3
18

Lo strano caso della signorina C. (1 di 3)

13 August 2025

Ildebrando Farnesi, a dispetto dell’altisonante nome e dell’illustre cognome, era in realtà un uomo semplice, per non dire sempliciotto. A dire il vero, la sua casata era stata potente in epoche remote; tuttavia, manteneva ancora una certa influenza nel paesino di Roccafelice e solo in virtù di [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

3
3
32

Caschi il mondo

13 August 2025

Era un bel pomeriggio di ottobre a Viareggio. Scesi dall'autobus e mi diressi verso la casa di Franco. Suonai il campanello. Come si aprì la porta me lo vidi davanti. Non riuscii a dire le parole che mi ero preparata. Per l'emozione buttai subito fuori il rospo. “Ciao” dissi entrando “Cosa ci fai [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Vittorio: si hai ragione non ci sono tratti originali, d'altronde volevo raccontare [...]

  • zeroassoluto: Quoto Paolo.
    Ben scritto.. like per me!

Torna su