Non ho piu una faccia.

Ho una maschera.

Quei 4 amici che mi leggono penseranno che tutti indossiamo una maschera per apparire come gli altri ci vogliono. Ma la mia non è una maschera metaforica è reale, in carne e ossa. Tutto è cominciato cinque mesi fa quando ricevetti una telefonata da una mia amica carissima con la quale ho avuto in passato una turbolenta quanto passionale relazione. Oggi sono sposato e sono fedele, più o meno. Comunque mi domanda se posso darle una mano. Sa che non le direi mai di no e chiedo cosa devo fare per aiutarla.

"Niente di che, risponde con una voce che solo a sentirla mi provoca pensieri impuri, mi dovresti prestare la tua faccia". Attimo di silenzio mentre sento il suo respiro impaziente. "Cioè?" "Sai che sono capoarea per la Lombardia est dei prodotti cosmetici di... (omissis per privacy), dovresti accompagnarmi, se puoi, nelle presentazioni dei prodotti di bellezza per uomo. Dai per piacere non puoi rifiutare, non tu, con la nostra storia. Per piacere". Penso che la furba ha fatto centro. Non dico di essere ancora innamorato però quando la vedo e la sento mi fa ancora un certo effetto. "In cambio ti darei una parte delle mie provvigioni e una fornitura gratuita per due mesi dei prodotti; con quello che costano è un regalo importante". "Ma esattamente io cosa devo fare?" "Andiamo alle dimostrazioni che organizzo a domicilio e ti fai massaggiare la faccia da me con i miei prodotti, così le persone presenti, uomini e donne, vedono come si usano. Ovviamente tu devi dire che sono effettivamente diversi dagli altri, che vengono assorbiti rapidamente dalla pelle ecc. In poche parole devi convincerli che sono i migliori di quelli che hai usato in precedenza. Anche tu eri un ottimo venditore quando ti ho conosciuto quindi sai cosa dire per catturare il cliente".

All'inizio ero anche contento: entravamo nella casa che ci ospitava alla presenza di diverse persone tutte sedute in semicerchio e in mezzo una sedia per me. La mia aguzzina con atteggiamenti molto colloquiali e tenendo in mano un primo prodotto si aggirava tra il pubblico in minigonna mostrando gambe abbronzate perché secondo lei, un colore ambrato oltre a fare figa, da l'idea di salute. Faceva annusare la crema, il siero e il gel che successivamente avrebbe spalmato sul mio viso. "Vedete il nostro amico ha una pelle grassa, stressata e senza elasticità, ma non è colpa sua, è la vita che ci riduce in questo modo: troppi pensieri e preoccupazioni per non parlare dell'inquinamento".

Si posizionava dietro di me, mi slacciava il colletto della camicia e dopo qualche carezza sulle guance e sulla fronte, che detto tra noi, mi piacevano molto, iniziava. Prima una schiuma che apriva i pori massaggiata con energica delicatezza, poi due gocce di due diverse acque che picchiettava leggermente sul viso. Seguiva un gel a base di bava di lumaca e acido ialuronico e per finire una crema bianca. Questi due ultimi prodotti venivano massaggiati dal basso verso l'alto. Il pubblico assisteva in un silenzio religioso senza perdere neanche una parola che lei pronunciava con un tono di voce tra il sensuale e il determinato. Poi era il mio turno "Che sensazione incredibile, mi sento la pelle tesa come se fosse nuova, come se le rughe un poco alla volta si riducessero". Iniziavano i mormorii in sala e alla fine quasi tutti acquistavano non prima di avermi girato intorno osservando la mia pelle lucidissima. Ogni giorno erano sempre tre appuntamenti sabato compreso per un totale di 18 trattamenti a settimana.

Alla fine mi riaccompagnava alla macchina, un bacio prolungato, quasi un preliminare, per salutarci e per rivederci il giorno dopo.

 

Come ogni giorno, anche quel giorno arrivò la mattina.

 

La mattina dove tutto ebbe inizio.

 

Mi svegliai accompagnato da una sensazione nuova e strana, sentivo persistente l'odore di bava di lumaca mischiato a profumi di creme, gel, sieri e gocce di acido ialuronico benché io avessi ogni sera, prima di coricarmi, l'accortezza di lavarmi il viso solamente con acqua calda.

Mi guardai allo specchio come facevo ogni mattina e per poco non persi i sensi.

La mia faccia non era più la mia faccia, era diventata appunto una maschera orrenda, completamente trasparente. Un miscuglio disarmonico di muscoli facciali, tendini, capillari e vasi sanguigni: potevo vedere tutto: dal muscolo zigomatico superiore a quello inferiore, da quello depressore dell'angolo della bocca a quello orbicolare. In tutto ne contai 36 di una tonalità di colore rosso che degradava dal chiaro allo scuro, vivi e pulsanti, adagiati tra le corsie dove il sangue scorreva indifferente a quello che mi stava succedendo. Non sentivo male, nessun dolore o fastidio. Provai ad avvicinare il dito medio della mano destra per toccare questa cosa tremante. Il dito entrò in quell'orrida gelatina cutanea sfiorando il muscolo della bocca; mi sembrava di essere il protagonista vivente di un film horror. Feci per estrarre il dito che uscì insieme ad un filamento di tessuto elastico: più lo tiravo più si allungava.

Lo riaccompagnai all'interno sistemandolo come potevo. Contemporaneamente un rigurgito di vomito mi assalì e dalla cavità della bocca uscì una lumaca che iniziò lentamente a dirigersi verso lo zigomo sinistro. La bloccai cercando di levarmela di dosso ma con lei si strappava anche lo strato sottilissimo della pelle. Sulla testa stava crescendo ad una velocità impressionante una peluria verdognola tipo minuscoli riccioli di muschio e licheni che mi coprivano fino alle sopracciglia che mangiavano e alle orecchie che erano scomparse per diventare foglioline di edera.

Ero attratto da questa metamorfosi meravigliosa cui stavo assistendo, mi sembrava di rinascere a una nuova vita più vera di quella che avevo vissuto in precedenza. I denti erano diventati gocce di gel, potevo staccarli e riattaccarli, come in un gioco.

Anche la forma della mia nuova faccia- maschera stava cambiando prendendo l'aspetto cilindrico delle confezioni di creme che venivano spalmate sul mio volto, quando ancora avevo un volto umano. Udivo anche rumori come di un qualcosa in ebollizione, dovuti alla mutazione che stavo subendo, bolle che scoppiavano lasciando fuoriuscire un denso liquido giallastro che spruzzava ovunque. Ritornai nel letto con la mia nuova maschera, viva cilindrica e trasparente; baciai mia moglie che ancora dormiva sulla bocca e la stessa lumaca entrò in lei facendosi spazio fra le labbra socchiuse.

La metamorfosi si stava completando.

Grazie per avermi ascoltato

 

 

 

 

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