Per lui la giornata può finir qui, non ci fosse da prendere l’ultimo tram prima di arrivare a casa.

 

Ma il pieno di cose che ha fatto oggi vale tutto quel lampione a cui è appoggiato, col libro in mano, sotto un cono di luce che sembra l’unico di tutta Porta Maggiore.

Alza un attimo lo sguardo dalle pagine del «Dottor Stranamore» per cercare il tram dietro l’angolo, che ancora non arriva. E mentre torna con la testa nel libro per un secondo sente il suo profumo sul colletto della giacca, e la testa se ne va di nuovo.

 

Il programma della serata prevedeva tornare a casa e schiantarsi sul letto a velocità Mach 9. Prima però voleva godersi la cena che lei gli aveva lasciato in frigo, quello che per lei era stato il pranzo durante la giornata che aveva passato a casa di lui.

Lui che intanto stava in ufficio e quel maledetto sole che entra dalla finestra alle 14 esatte, proprio quando lui attacca e che per quasi due ore lo cieca, allo stesso tempo lo fa anche incazzare visto che potrebbero stare fuori sotto al gazebo a lavorare entrambi alle loro cose, lei alle foto lui sui fogli, lanciandosi ogni tanto quegli sguardi da tonti, rubando un’occhiata mentre l’altra è intenta a sfumare un contorno fino a che non aggancia il suo sguardo sul riflesso del monitor.

E invece sta in ufficio, e tra una mail e l’altra vede solo il suo riflesso, da solo, e rosica ché dovrà aspettare almeno due giorni per rivederla.

 

Si scrivono durante la giornata, lui nel frattempo stacca mentre lei esce per tornare a casa sua, prima di uscire di nuovo per andare a teatro.

È stanco e sul bus fa fatica a star dietro al Generale Ripper ed alla sua fissa sulla fluorizzazione dell’acqua che lo ha portato a scatenare una guerra definitiva. Alza la testa per guardare l’umanità che ha intorno, e si stupisce come tutte le volte pensando a quante vite ci sono solamente lì, quanti legami, quanti dolori, segreti, gioie, quanti sogni racchiusi in così poco spazio, che i suoi da soli fanno un sacco di volume.

 

Nel frattempo continuano a scriversi, che lui si è fermato per due chiacchiere a casa di amici ed ha fatto un’altra strada. Le chiede consigli su come tornare in zona “casa nuova”, che ancora deve abituarsi.

È tardi ed entrambi hanno fame, non solo quella che ti farebbe prendere le patatine al Mc e «già che ci siamo prendiamo un menù e sediamoci», sente anche quella fame di lei, quel buco allo stomaco riempito solo di farfalle, quella voglia atavica di vederla anche solo da lontano.

Lei gli suggerisce un paio di modi per tornare, ma lui nel frattempo dopo una corsa a vuoto ha perso l’unico bus utile e allora sale sull’ennesimo tram, verso Largo Argentina, che da lì per Termini e poi per Roma tutta, è un attimo.

 

E allora visto che le coincidenze, se non esistono, si possono creare, succede che

 

«Io lì al teatro, devo andare»

«A questo punto vediamoci un attimo (:»

 

ed eccola lì, senza appuntamento e senza coincidenza, immersa nel cappotto a scacchi grandi, rossi e scuri, la mano che mette in tasca il telefono, il sorriso dolce ed il passo dondolante da bimba felice.

Lui che saltella facendo dondolare le braccia, come un bimbo scemo, attraversa tutta l’isola pedonale fregandosene di tutta quella gente seria e ingessata che gli passa vicino senza un sorriso a portata di faccia.

 

Appena si abbracciano la sensazione è di sentirsi contemporaneamente soli al mondo ed osservati da tutto l’universo. Un punto catalizzatore della galassia tutta, la prova vivente che miliardi di anni fa qualcosa è esploso modificando quel tanto lo spazio-tempo da farli stare lì, in quell’esatto secondo, abbracciati in quell’esatto modo.

 

Si baciano, si guardano, si sorridono e si fumano una sigaretta, mentre lui le racconta di tutto come se non la vedesse da mesi e lei ascolta paziente, mentre cerca di capire da dove diamine si entra, in questo teatro.

Passano i minuti giusti, non c’è quella sentore di urgenza, di tempo che scade. Ovviamente sanno che ne hanno poco ma proprio per questo se lo godono, parlandosi, lui che le percorre i contorni delle braccia con le dita, lei che ogni tanto scatta in un abbraccio, ridendo tutti e due come sempre, sinceramente.

 

Lei vuole entrare e lui è stanco morto, e senza pena si salutano, lui corre verso il primo bus per Termini e si gira un attimo, come fa sempre, non importa le due strade che stanno prendendo, si girano sempre, almeno una volta, per salutarsi con gli occhi.

 

 

Col cuore al suo posto, è appoggiato al lampione mentre il Dottor Stranamore continua a non parlare, mentre osserva tutto quello che succede nella Sala della Guerra.

Alza la testa per vedere se sbuca il tram, ma ancora nulla. Non gli importa, però, ha tutto il tempo del mondo, e glielo si legge in faccia e sul corpo.

 

È la felicità fatta persona, è la tranquillità fatta trentenne, è la consapevolezza di aver trovato in lei il filo conduttore di tutte le cose che vuole fare. Quella che chiamano vita, insomma. E lei è la linea che piano unisce punto dopo punto, giorno dopo giorno.

Quel ragazzo lì, quell’uomo, appoggiato al lampione, sotto quel cono di luce stanca, sta un gran bene. E si vede.

 

Ci sarebbe da fargli una foto.

Tutti i racconti

2
5
12

Gli occhiali (1 di 2)

25 April 2024

Dopo le ferie di Natale Patrizio aveva dato di matto. Era venuto in ufficio urlando che era un regalo del cavolo, che l’anonimo donante era un vigliacco e che la faccenda non sarebbe finita lì. Sulla vigliaccheria dell’ignoto benefattore potevamo anche essere d’accordo, ma la reazione di Patrizio [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Rubrus: AoL: ma tutti conosciamo qualcuno che conosceva qualcuno che li aveva acquistati. [...]

  • An Old Luca: Rubrus hai ragone.
    Un cugino o l'amico di un amico...😁

1
1
12

Vi racconto Ludwig Van Beethoven terza parte

Il Titano della Musica

25 April 2024

Nel 1815 il fratello Carlo muore lasciando un figlio, anch’esso di nome Carlo. B. si affezionò talmente al ragazzo che approfittando della scarsa moralità della madre ne contese la tutela che la ottenne dopo una estenuante azione giudiziaria. Ma questo nipote non gli procurò che dispiacere e non [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

1
3
15

II° edizione Sarò padre

lettera al figlio che verrà

25 April 2024

Ciao piccolo mio, siamo tornati adesso dall’ospedale dove ci hanno detto che il sesso del nascituro è maschile. Tu non puoi saperlo che padre avrai e che madre, mentre noi già sappiamo molto di te. Sarai un maschietto, che al momento gode ottima salute e che, da come si muove, sembra voler uscire [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Lo Scrittore: Rubrus = contento che sia stato motivo di dissertazione, come da una semplice [...]

  • Patapump: le aspettative erano davvero molte
    preso spunto da lettera ad un bambino, [...]

28
31
154

La madre di Sara

24 April 2024

Sara appoggiò dei fiori sopra una sedia e si sedette sul bordo del letto accanto ad Ada, la madre, accarezzandole la testa. Poi si rivolse a Sergei, l'infermiere ucraino, un uomo gentile, ma riservato. «A colazione ha mangiato?» gli chiese. L'operatore sanitario fece un cenno negativo col capo [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • stapelia: Oggi sono particolarmente tagliente o è la mia, di sensibilità, [...]

  • Patapump: a me piace l inserimento dei girasoli
    che conoscendo un po Scili ha voluto [...]

1
2
10

Vi racconto Ludwig Van Beethoven seconda parte

Il Titano della musica

24 April 2024

Nel caso di B. la musica è il percorso della sua intera vita. Ogni attimo è la che si presenta vivo ogni qualvolta noi ci avviciniamo ad ascoltare quella meravigliosa sublime musica. Le sinfonie: che tutto esaltano, tutto circondano di dolcezza e amore. A questo aspirava B. alla dolcezza, all’amore [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Antonellina: Che bella Gennarino! La tua descrizione della figura di Beethoven è [...]

  • stapelia: Hai ritratto una figura non facile! Sul musicista si è detto e analizzato [...]

1
1
7

haiku

24 April 2024

quel picco bianco di mite maggio spicca - resta la neve Laura Lapietra ©

Tempo di lettura: 30 secondi

  • stapelia: Sempre pennellate! Riuscito anche questo! La neve si sente, con gli occhi!

0
2
16

Vi racconto Ludwig Van Beethoven prima parte

Il Titano della musica

23 April 2024

Come spesso ho avuto modo di scrivere o raccontare, sono erede di una famiglia che amava l'Arte: teatro, musica, ballo. pittura. I miei genitori avevano una grande passione per l'opera lirica. Puccini li entusiasmava ed accesero anche in me la grande passione per la lirica e l'amore per Puccini. [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • stapelia: C'è una seconda parte? La aspetto, allora.

  • Patapump: può essere utile Gennarino che segni cosi
    parte 1di3
    1di2
    in [...]

1
5
24

Tu quoque

23 April 2024

“Tu quoque, quercus!” Lo pronuncio come uno scioglilingua, più volte, con un’enfasi insolita per me che raramente mi esprimo con toni solenni. Subito rifletto e smaschero il lapsus che nasconde il “tu quoque” riferito a un minuscolo esemplare di quercus che da due anni ha preso possesso di un [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Adribel: Eh, l'azione dell'uomo è deleteria per la Natura. I bonsai poi, [...]

  • stapelia: Grazie Adribel. Tutti devono esprimere la propria opinione. Non hai necessità [...]

2
7
21

Il narratore

22 April 2024

Appariva a coloro che, la sera, si radunavano attorno al fuoco. Si annunciava con un bussare leggero alla porta e, semplicemente, chiedeva d’entrare. Raccontava storie di giganti e bambini abbandonati, di streghe e principi, di lumicini intravisti nel bosco tra le fronde smosse dal vento. Quando [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • NomadLantern: Ho letteralmente adorato questo racconto. Senza esitazione, senza esagerazione [...]

  • Rubrus: Grazie, Solitamente però i miei racconti hanno un registro diverso.

1
8
31

Un Tram Chiamato Desiderio

22 April 2024

UN TRAM CHIAMATO DESIDERIO Mollie O' Reilly era una giovane donna dai rigogliosi capelli biondi con qualche leggera sfumatura di rosso, erano solo leggermente ondulati e le conferivano un aspetto ribelle. In effetti Mollie era, non tanto ribelle, quanto coraggiosa e molto determinata. Mollie [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Zio Rubone: Ciao, Antonellina. Premetto che la storia mi è piaciuta, al netto delle [...]

  • Antonellina: Ciao Zio Rubone, conosco molto bene sia il film di Elia Kazan che l''opera [...]

1
2
18

morte di un amico

22 April 2024

Morte di un amico Il vero amico è una persona rara, è il tuo riflesso nello specchio. é sempre lì che ti guarda e risponde alle tue provocazioni con altre uguali, senza uscire, tuttavia, mai fuori dalle righe. Un amico è quello che, quando lo vai a prendere a casa per uscire, lo trovi sempre [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • stapelia: Mi sono commossa questa volta ma, nel leggere, vedo la rassegnazione! Impotenza [...]

  • Patapump: caro Lorenzo
    qui hai toccato le corde giuste
    hai saputo raccontare [...]

31
42
196

L'ultimo ballo

21 April 2024

«Sei ebrea?» Angela non rispose e rimase a fissare un punto indefinito del pavimento di quel rifugio, una piccola casa composta da una stanza scarsamente arredata. Uno strano silenzio regnò incontrastato per alcuni istanti poi spezzato dai bombardamenti sempre più vicini. Horst Kleine, capitano [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

Torna su