Sorseggiando un tè caldo

sul finire dell'estate,

aver bisogno

e no

dell'inverno,

avendo memore dei giorni trascorsi,

quantificando il tempo.

Questa smania

di andare al mare

per sentire nostalgia

e al deserto

per avere sete.

 

 

 

 

 

Forse

le chiamano notti

perché la solitudine

ha mille volti

ed uno solo quello giusto;

per esser precisi

bisogna scontrarsi

con tutte quelle facce,

occhi insoluti,

non fantasmi.

Le parole

vengono

e vanno

dalla finestra aperta,

cullandosi

nel male o nel bene,

attraversando i momenti,

sottraggono tempo al respiro.

Dopo

vanno via per un po',

restando altrove

perché incustodite.

Ma la mia finestra

è sempre aperta.

 

 

 


 

Baciandole il collo

senza punti di riferimento

e poi appena giù

sotto il lobo,

curioso

pensare

di attraversare

il mare

senza rotta

navigando

con la vela spiegata

una notte d'estate,

come certi marinai esperti

e fare il bagno

quasi nudi

risalendo la deriva.



 

 

 

L'ultima volta

che aveva ascoltato

la sua voce

l'aveva trovata

cambiata

e trasparente

ma

aveva scoperto

che la lontananza

è come una malattia.

Non saprai se

uscirai con le ossa rotte,

la voce cambiata,

accorgendoti che tutto questo è

assolutamente privo di significato,

quando di notte

sei

tutto solo

e vorresti chiamare il suo nome.

 

 

 

 

 

Accenderemo un fuoco

se avrai freddo,

scopriremo

la verità

che non ci è stata regalata,

ciruciremo la notte,

partendo dal giorno

senza provare stanchezza.

Proveremo

e

proveremo

perchè umani;

e cosi

a non sbagliare,

oppure sbagliando

ma senza chiederci scusa,

autenticamente

priveremo di significato

ogni gesto,

pur d'amore

toccandoci l'ombelico,

giocando a nascondino con l'estate.

 

 


 


 

Non ho un cuore abbastanza grande per

contenere le cose,

ma quando ridi o balli

ti percepisco,

qui,

tra i gin & tonic e la musica,

in mezzo alla gente,

alle risate e ai trambusti.

Sento,

il tuo ritmo flamenco

e la voglia

di uscire

e conquistare il mondo.

Hai l’anima libera

e gli occhi

protesi verso il mare .

 

 

 

 

 

 

Che possa avere un viso

questo ironico passaggio,

la quiete dopo la tempesta 

e in mezzo al mare tu;

hai mollato

gli ormeggi

radendo al suolo

questa volta 

perché quella buona 

preferendo

la strada tortuosa

affinchè

il tuo cuore possa ricordare.

Non hai dimenticato 

gli alisei

che spiravano

controdirezione.

Cercavi solo una parola

per definire il rumore,

accorgendoti

che non c’è.

 

 

 

 

 

 

 

Abbiamo guardato tramonti finiti in mare

e schegge barche all’orizzonte

prima di accontentarci di quello che avevamo .

Nessuna compagnia,

ma

notti

nudi 

distesi

in un letto non troppo piccolo.
Non sia mai che ti sei persa, 

ti cercherei,

in questo cielo senza nuvole

mentre

qualcuna sparisce e poi ritorna,

dentro quali nuvole che non abbiamo guardato ci siamo persi ?

il tempo è incerto

Non andare, resta

C’è ancora un po’ di spazio 

qui, nel mio cuore.

 

 

 

 

 

L'amore è sull'asfalto,

tra i pezzi di vetro delle bottiglie,

sotto le scarpe della gente,

bisogna farle a pezzi le cose

per comprenderne

l'essenza.

Bisogna

camminare 

con un drink tra le mani

e dopo berne sette,

e rientrare alle 5 am.

Li,

tra la strada

e la folla

sperando d'incontrare

qualcuno

oppure no,

comunque

bisogna

stringere i denti

e affrontare i ricordi,

poi

alzarsi il Lunedi mattina

con la mente stanca

e risoluta

per non affogare.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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