La guerra era finita, ma di Alberto non c’erano notizie.

Maria, sua moglie, ormai lo aspettava da anni, con le sue due figlie: Rita, la più grande, e Paola, nata poco prima che il padre partisse per la guerra. Non l’aveva mai visto.

In tanti anni d’assenza, le uniche cose che la facevano stare un po’ meglio, erano le poche lettere che il marito era riuscito a scriverle.

Ogni giorno Maria guardava fuori dalla finestra, e cercava di allungare la vista più che poteva, nella speranza di intravvedere l’ombra familiare del marito.

Correva voce in paese che i soldati stanziati nella zona del Peloponneso e dei Balcani, fossero stati fatti prigionieri dal regime comunista di Tito e che questa fosse la ragione per cui non erano ancora tornati.

Angoscia e speranza si alternavano nel cuore di Maria, la quale, ogni giorno, come se tutto fosse normale, andava a lavorare nei campi, perché, anche se avrebbe voluto chiudersi nel suo dolore, sapeva che questo era un lusso che non poteva concedersi: aveva due figlie piccole da mantenere e ai poveri non è concesso prendersi pause per assimilare la sofferenza.

E intanto continuavano ad arrivare telegrammi di altri caduti o dispersi e in cuor suo, ringraziava il cielo che non fossero diretti a lei.

Poi, un giorno, eccolo!

Ma è lui? No, non può essere? No, non è lui!

E invece sì. Era proprio Alberto.

Lo vide giungere in lontananza, a piedi, magro, sporco, irriconoscibile, senza null’altro che i vestiti che portava addosso.

Non c’erano fanfare ad annunciare il suo ritorno, né fiori gettati ai suoi piedi, o alti esponenti istituzionali o religiosi a ringraziarlo per aver rinunciato a sei anni della sua vita per combattere una guerra irragionevole.

Non lo rincorse. Lo aspettò fuori dalla porta. Quasi come se, nonostante lo attendesse da anni, l’arrivo improvviso di questa persona che non le era più familiare l’avesse bloccata.

Alberto giunse davanti a lei e la guardò negli occhi.

“Sono io Maria, non mi riconosci?”

Lei aveva le lacrime agli occhi e riuscì solo a dire: “Bentornato a casa!”

E lo abbracciò dandogli un bacio.

Non aspettatevi un bacio da film! A quei tempi, non era buon costume esprimere i propri sentimenti in libertà, c’era un gran pudore. Ma Alberto sapeva bene quanto amore ci fosse dietro quel “Bentornato a casa”. Non si aspettava nulla di più: dopo anni di guerra e prigionia, era tornato a casa sano e salvo; sua moglie e le sue figlie erano vive e stavano bene, sebbene per le bambine fosse un estraneo. Paola, che non lo aveva mai visto, aveva paura di lui e non capiva perché sua madre ad un certo punto avesse permesso a quest’uomo di vivere con loro.

Ma, a parte questo, gli sembrava che da quel momento in poi, tutto sarebbe andato per il meglio.

Un duro lavoro lo attendeva, e sapeva che non c’erano soldi. Ma non aveva paura. Era sopravvissuto ad un conflitto mondiale terrificante, adesso finalmente avrebbe vissuto in pace.

In seguito molti dispiaceri costellarono la vita di Alberto, Maria e delle loro figlie e spesso Alberto, vedendo ciò che il destino gli aveva riservato per essere sopravvissuto, si chiedeva perché la guerra lo avesse risparmiato per vedere tanta sofferenza ancora.

Maria invece era una roccia: sembrava che la fatica, il dolore e la sofferenza non la scalfissero.

Un punto di riferimento per tutti, ma soprattutto per il marito, il quale era solito ripetere: “Se tornassi indietro mille volte, mille volte la risposerei.”

Desiderava più di ogni altra cosa, morire prima di lei, perché senza di lei, lui non avrebbe potuto vivere. Se così non fosse stato, di sicuro lui l’avrebbe raggiunta entro breve tempo.

Ma il destino questa volta, decise di assecondarlo.

Avevano ormai superato entrambi i novanta, quando Maria diede ad Alberto il suo ultimo bacio su un letto di ospedale, ormai esanime.

Sulla sua bara, il giorno dei funerali, venne posata la bandiera italiana, unico e solo riconoscimento che gli venne concesso per aver combattuto la Seconda Guerra Mondiale.

Pochi anni dopo, in seguito ad una dura malattia che la consumò, Maria lo raggiunse.

Lasciarono un enorme vuoto, colmato soltanto dalla consapevolezza che, dopo una vita di sofferenze, il loro amore sarebbe sopravvissuto in eterno.

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