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Vorrei sapere perché non trovo mai le chiavi di casa nella mia borsa. Per quale misteriosa legge fisica sembrano smaterializzarsi nell'istante in cui la mia mano affonda nell'apertura della cerniera. Succede naturalmente tutte le volte che a un bimbo scappa la pipi fuori dalla porta di casa o peggio ancora quando un adulto che non sono io (ma sotto censura pena la mia decapitazione seduta stante) si becca un qualche virus intestinale molto bifido e poco bifidus, e per niente interessato alle mie beghe con una borsa dispettosa. Poco importa se l'adulto in questione ha lasciato le proprie chiavi all'interno della casa stessa (sicuramente al sicuro ma poco pratiche), la sequela di insulti e parolacce dalle quali neanche un'abluzione direttamemte in acquasantiera mi porrebbe adeguato riparo, si è già fatta strada rincorrendomi giù per le scale (naturalmente l'innominabile si trova già sofferente sull'uscio mentre io sto arrancando in salita con un figlio in braccio e una mano nella malefica borsa) e quasi mi sposta facendomi tornare indietro come una pedina del Monopoli quando va in prigione. O meglio, ci tornerei indietro io col pensiero da quelle scale, sai che bello scherzetto all'urlatore spazientito, abbandonato a se stesso e al perfido virus... Fortuna che i pensieri sono molto più veloci delle azioni: mi rendo conto che l'effetto di questa goliardia non sarebbe per niente divertente e ritiro cosi in un angolo il mio pensierino cattivo riservandomi comunque una qualche piccola simpatica vendetta da stabilirsi a tempo debito (tabasco spalmato sotto una fetta di pane alla nutella?). Ecco sono ancora io, quella sulle scale che rovista nella borsa come un ladro in cerca di soldi, anche se quelli sicuro non li trovo, e mentre gli oggetti vari circolano come in una centrifuga comincio a chiedermi se possa essere stata vittima di un prematuro episodio di Alzeimer, perché proprio sono certissima di avere messo le chiavi in borsa, ma altrettanto inesplicabilmente sto constatando che di loro s'è persa ogni traccia. L'estrema soluzione in questi casi si sa è il rovinoso rovesciamento della borsa, che per una donna è un po' come cambiarsi in un camerino con la tenda che lascia la fessura di una spanna (maledetta, proprio quando hai l'intimo di nonna Papera). Ed ecco che sotto la montagna di oggetti, alcuni dei quali, devo riconoscere, ignoti alla mia stessa conoscenza, NON si rimaterializzano le chiavi incriminate.
Qualcosa non quadra, non doveva finire così la storia, il lieto fine prevede che le chiavi appaiano, la toilette segni occupato, la borsa si ingarbugli di nuovo e tutti vissero felici e contenti, ma con noi no, scherziamo? Troppo facile. Rimango per un istante perplessa. In sottofondo un poco rassicurante "Butto giù la porta!" mi riporta immediatamente alla realtà e, come per far uscire quel coniglio indispettito dal cilindro del povero mago, scuoto la mia borsa vuota che risponde tintinnando beffarda. Cosa suoni che sei vuota! E invece no, é proprio come il cappello del mago... la malefica ha nascosto un bel buco sulla tela, ma non nel centro, troppo visibile, in un angolo di una tasca laterale. Un piccolo buco occulto degno di una squadra di un airport security. Trasformo le mie dita in preziose pinzette per le sopracciglia e stano non senza difficoltà le agognate chiavi di casa. Beh, dai... almeno ho trovato un ovetto fondente per niente sciolto, mi consolo.
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Utente Anonimo
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Tizia è una casalinga. Madre di tre figli piccoli. Sposata con un operaio. Quando ha del tempo libero dalle sue mansioni e dal doversi curare dei figli, si diletta nella sua passione preferita: la lettura. Un giorno, navigando su internet, scopre il sito “Letture da Metropolitana”. Essendo una [...]
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