Nelle ore pomeridiane la banca normalmente è tranquilla. Scendo dall'auto.
Conosco ogni singola telecamera esterna e interna, ogni dipendente, ogni porta etc, infatti, ho imparato ogni minimo dettaglio di questa struttura.
Prima di dirigermi all'entrata, ripercorro velocemente le svariate cazzate fatte in passato. Non posso che ritenermi fottutamente fortunato in quanto non sono mai finito in gattabuia e ho la fedina pulita e immacolata.
Vabbè, più che altro erano bravate giovanili di poco conto, quindi adesso come adesso sto facendo un salto di qualità, e poi ho bisogno di denaro. Beh, bisogna pur campare.
Effettivamente, pensandoci bene, ho scelto di cimentarmi in un qualcosa di dannatamente rischioso, ma non ho altre opzioni, ragion per cui: o la va o la spacca!
Si sono fatte le 14:40, direi che ci siamo, mi specchio attentamente con i vetri laterali della tanto odiata Pandaccia. Giuro che appena avrò i soldi provvederò a sostituirla con una macchina più bella.
Ad ogni modo, il nero mi dona, non c'è che dire. Inoltre, mi sistemo il passamontagna, come è giusto che sia devo indossarlo in maniera impeccabile.
Accarezzo la mia fidata Glock 17, mi fa sentire sicuro e rassicurato ed entro a passo spedito alla Monte Pascoli con aria da duro. Una guardia di sicurezza mi squadra dalla testa ai piedi finché il nostro sguardo si incrocia per alcuni secondi.
Il tizio in questione, abbastanza in soprappeso e imbottito come un salame per via del giubbotto antiproiettile non muove un dito. Sembra paralizzato.
«Ehi Marchetti, guarda che sei in ritardo di dieci minuti!», brontola il direttore.
«Mi scusi!», gli dico con espressione fintamente desolata.
È da sette mesi che lavoro in qualità di guardia giurata per la Black Cops, probabilmente il miglior istituto di vigilanza della capitale. Tra corso, porto d'armi e altre formalità non è stato di certo facile inserirmi.
L'impiego non è male, però è abbastanza palloso visto che le ore non passan mai, soprattutto la mattina. Come sempre del resto, per cinque giorni alla settimana.
Affianco il collega alla mia destra e speriamo bene che sia il solito sonnacchioso pomeriggio.