C’era una volta uno scienziato che ebbe la fortuna di fare una scoperta rivoluzionaria.

Euforico, la portò a una grande convention e, arrivato il suo turno di parlare, salì sul palco con un piccolo trenino elettrico.

Balbettando per l'emozione disse:

-Finalmente sono riuscito a risolvere il grande problema del mondo, la continua mancanza di energia! Vedete questo apparecchio? È alimentato dalla più grande fonte di energia rinnovabile presente al mondo: l’amore! Basta una carezza, una parolina dolce, un bacio, e il mio motore si ricarica completamente! Infinita, gratuita e disponibile per tutti!-

Per dimostrazione si avvicinò al trenino e sussurrò un flebile “ti voglio bene”. Il trenino subito partì in quarta e iniziò a girare sulla piccola monorotaia.

Uno scroscio di applausi e lodi partì dal pubblico. Anche i più eminenti scienziati si erano alzati in piedi per esprimere la loro ammirazione verso quel ricercatore che aveva appena inventato il futuro.

 

I motori alimentati ad amore si diffusero subito in tutto il mondo. Automobili, televisioni, computer, tutto fu mosso da quella nuova fonte di energia. In strada era pieno di gente che parlava dolcemente alle loro auto, i ragazzi alternavano il baciarsi tra di loro con il pomiciare con i propri telefonini, gli impiegati accarezzavano i monitor dei loro computer mentre lavoravano. Tutto il mondo era pervaso dalla dolce forza motrice dell’amore.

Un brutto giorno però un ragazzo accese la sua console con l’intenzione di giocare online al suo videogioco preferito. Subito gli insulti verso il gioco e il suo team, che a suo parere era composto da incompetenti che avrebbero fatto meglio a optare per il suicidio, uscirono copiosi dalla sua bocca. La console ne fu inorridita, una lacrimuccia le scese dal vano disco prima di spegneri in un mesto silenzio.

Nello stesso momento migliaia di automobilisti, imbottigliati nel traffico dell'ora di punta, si lanciavano complimenti poco gentili con tonalità di voce decisamente poco gradevoli. Tutte le macchine, intristite, si guastarono.

Orde di impiegati, tutti chiusi nelle quattro mura dei loro uffici dalle colorazioni pastello come in un film di Wes Anderson molto poco riuscito, erano alle prese con i compiti di fine giornata e i loro computer, evidentemente troppo lenti, suscitarono coloriti accidenti e scortesi arabeschi di cattiverie. Le povere lattine, senza forze e con il più antipatico dei magoni sullo stomaco, si spensero.

Il mondo piombò nel caos. Ogni apparecchio non funzionava più, nemmeno i lampioni che erano troppo sconvolti dal fatto che nessuno si curava di insegnare ai cani a chiedere il consenso prima di orinare addosso a qualcuno.

 

Il geniale scienziato che aveva inventato quella nuova fonte di energia lavorò per giorni per trovare una soluzione. Si chiuse nel suo laboratorio segreto per analizzare, smontare e cercare di dialogare con la sua macchina. Dopo due settimane uscì dal suo posto di lavoro, un sorriso vittorioso sul suo volto.

-Ho risolto il problema del malfunzionamento dell’apparecchio! Mi è bastato cambiare la polarità del flusso, se prima le macchine rispondevano all’amore, adesso risponderanno alla rabbia e all’odio!- annunciò felice.

Alzò un telecomando e premette l’unico grande bottone rosso che questo aveva al centro. Tutti i macchinari furono riconvertiti e rincominciarono a produrre energia immediatamente. Pochi secondi dopo il mondo esplose in mille pezzi per la troppa energia “arrabbiata” prodotta.

E niente, l'universo continuò a fare le sue cose come se nulla fosse.

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