Ancora l’auto non si era messa in moto che già Lisa mormorava sconsolata: «Come farò, da sola, laggiù?»

“Laggiù” indicava la Casa di Cura Villa Felice, appena tre isolati più avanti, ma per lei voleva dire allontanarsi dal suo appartamento, dalle braccia avvolgenti del marito, dalla gatta, dalle piante grasse, dal computer. L’altra volta che aveva lasciato il marito, per passare un paio di giorni a Firenze da sua cugina, era andato tutto storto. Aveva avuto un attacco di panico proprio in piazza della Signoria, si era sentita abbandonata come quando i genitori l’avevano mollata in colonia, aveva arrancato impaurita dietro alla cugina, senza vedere niente e contando le ore che la separavano dal ritorno.

«Dormi bene, Lisetta, e non ti preoccupare per domani.» Il marito la salutò sulla porta della stanzuccia a quattro letti, poi se ne andò portandosi via i suoi abiti. Lisa indossò camicia e vestaglia e si rannicchiò sul letto, con in mano un libro che avrebbe dovuto dissuadere le altre degenti dal rivolgerle la parola. A lei piaceva stare da sola, o, almeno, così credeva.

Manovra inutile. Subito le compagne di stanza l’assalirono con la loro ingombrante curiosità: «Che cosa deve fare lei, signora, o signorina?»

«Signora. Rinoplastica. Il naso. Mi rifaccio il naso.»

Se l’era portato per ventisette anni, quel naso, importante dicevano le amiche, da Befana, dicevano i passanti e forse proprio per colpa sua adesso aveva paura di stare fra la gente. Ma domani glielo avrebbero tolto. Al pensiero, già si sentiva più socievole.

Guardandosi furtivamente allo specchio ne osservò la gobba con aria di sfida: «Solo fino a domani, maledetto!»

Il chirurgo venne a trovarla. Si chiamava Andrea, aveva gli occhi azzurri, la voce squillante: «Benvenuta a bordo.»

La operò la mattina dopo. Lisa si svegliò intontita ma felice, perché tutto era finito, perché non aveva dolori, perché il naso, imbracato nel gesso, non era più quello di prima, anche se ancora non poteva vederlo.

«Non si alzi» consigliò Andrea con la sua voce sensuale, ma lei si trascinò fino in bagno, dove fece amicizia subito con una signora da poco operata d’appendicite.

Tre giorni dopo la sua camera era il punto di ritrovo di tutto il reparto. Lei, di solito così timida e scontrosa, non si riconosceva più. Le risa e l’allegro vocio richiamavano degenti dalle altre stanze. Sedute sul suo letto, si scambiavano numeri di telefono e confidenze.

Lei aiutava come poteva, sciacquando posate e risistemando letti, portandosi in giro con orgoglio il suo musetto gonfio. Non sentiva neanche il fastidio dei tamponi, perché tutte le volevano bene, le bende la difendevano, e la corsia era come un grembo protettivo.

La sera veniva Andrea a visitarla e ogni cosa acquistava un significato. Lisa teneva gli occhi bassi, si affannava a rassicurarlo che tutto andava bene, che non aveva la febbre.

Poi, una mattina, si scoprì a sbirciare nel suo ambulatorio buio, emozionata come madame Bovary.

 

Lisa accese la luce e s’infilò le ciabatte mentre la gatta si strofinava contro le sue ginocchia. Fece il giro delle piante per vedere se stavano bene. Controllò il frigo saccheggiato dal marito, scartando una melanzana putrefatta, poi andò in soggiorno e si stese sul divano.

La sua casa era silenziosa. Suo marito era sceso a comprare gli antibiotici che Andrea le aveva segnato.

Lisa guardò i libri, il computer, la stampante, poi di nuovo i libri. Scoppiò in lacrime, colando sangue giù per il naso ormai privo di tamponi. Nemmeno un’ora prima suo marito l’aveva accompagnata nell’ambulatorio di Andrea, impedendole di trascorrere sola con lui gli ultimi minuti. Aveva insistito per partecipare alla scopertura del naso, profanandole quel momento che doveva essere soltanto suo e di Andrea.

Come una lapide, il naso s’era rivelato marmoreo e dritto sotto le bende. Era bello, era suo, lo aveva riconosciuto. Si era sempre nascosto sotto la scorza informe dell’altro naso, e ora le mani abili e colme d’amore di Andrea lo avevano liberato.

Ma Lisa piangeva, abbandonata contro la spalliera del divano, incapace di tollerare il pensiero che il suo nuovo naso, così puro, così dritto e vero, si sarebbe aggirato, d’ora in poi, come un triste fantasma, fra le mura di quella casa.

Tutti i racconti

3
4
24

Venus Harem

Cose che succedono in mare

27 August 2025

Amici lettori eccoci ritornati io, il narratore e l'artista Adriano Valerio Deandreis, l'illustratore a coinvolgervi in storie svoltosi con la fantasia all'interno di un'opera pittorica della quale non vedete le fattezze ma ne potreste immaginare le sembianze. Avanti, non esitate e tuffatevi a [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Teo Bo: Grande Fest, uomo coraggioso e anticonformista che se ne frega della forma [...]

  • Walter Fest: Ma no Teo Bo, sei stato troppo gentile e generoso, si vabbè che scrivo [...]

1
2
13

Senza Messa in piega

Dax
27 August 2025

Il dito premette deciso sul campanello rettangolare. La scritta dorata — Ricci & Capricci — si accese, un istante prima del dlin dlon. La porta satinata si aprì. Una donna dal viso paffuto e i capelli biondi fece capolino. — Sì? — Hai tempo per me? Un’occhiata all’orologio, uno strizzare d’occhi, [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

3
13
39

Una vita felice

26 August 2025

Sì, questo aveva: una vita felice. Conquistata giorno dopo giorno, affrontando problemi grandi e piccoli che si presentavano lungo il cammino. Certo, in alcuni momenti si era sentito scoraggiato — soprattutto quando certe questioni sembravano non voler finire mai, e alcune avevano avuto epiloghi [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Paolo Romano: Rispondendo a Rubrus: ipotizzo che, in una vita tranquillamente agiata, senza [...]

  • Walter Fest: Paolo Romano mi complimento con te per la pacatezza e per aver accettato il [...]

10
15
67

L'Urlo

26 August 2025

Sai ragazzo, una volta in questa foresta sentire l’Urlo voleva dire due cose: o eri una canaglia e ti assaliva la paura o eri nei guai e confidavi in un aiuto prezioso. Per decenni l’Urlo ha vegliato su queste terre. Oggi non più, ma la leggenda vive ancora. *** NdA: ho scritto questo microracconto [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Rubrus: Visionata e apprezzata la coperita "tarzanesca". La nota ci vuole [...]

  • Lawrence Dryvalley: Grazie Rubrus! Ben conscio che il fumetto popolare non è più [...]

3
3
25

Apologia del calzino spaiato - 2/2

Esercizi di nonsense

25 August 2025

Ma si può aver paura del proprio calzino? E del proprio partner? Non c’è dubbio che il calzino, se spaiato, cagioni ansia, quasi noi percepissimo il suo risentimento: starsene desolato ai piedi del letto, gli unici piedi che lui non ama, o trascinato da animali domestici verso i canti più stonati [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Ondine: D'altra parte ce lo hai segnalato nei tag: umorismo, gioco di parole, non [...]

  • Lawrence Dryvalley: Lette le due parti... mi sento spaiato! 😁 Ciao!

7
10
36

Il caffè

25 August 2025

Quella del caffè comunque è decisamente una mia mania, o un vizio, ecco. Un rito che scandisce il trascorrere della giornata, tiene a bada l’impulso pressoché onnipresente di mangiare e aiuta a sentirmi parte di una comunità che cerco in tutti i modi di immaginarmi. Comunità di cui voglio e non [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Lawrence Dryvalley: Benvenuta! E il caffé... benbevuto! Rito che abbiamo tutti nel DNA italico, [...]

  • CURZIO LUCANO: Mi ci ritrovo in quel continuo oscillare tra desiderio di far parte e bisogno [...]

3
2
33

Apologia del calzino spaiato - 1/2

Esercizi di nonsense

24 August 2025

Spaiato, è così che mi sento spesso e tutto sommato volentieri. Non me ne vergogno insomma, eppure il termine non ha accezione positiva, e chissà perché mai? Tutti noi, o quasi, si è spaiati, seppur accompagnati, nel senso che non si può considerare il proprio partner alla stregua di una scarpa [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

6
9
26

Nido di fringuelli

24 August 2025

Me l’aveva detto, quel vecchio, che da quella parte non ci dovevo andare. Ma, secondo voi, una come me, che vuole sempre l’ultima parola, può seguire il consiglio di un vecchio pazzo? Perché sì, pazzo mi era parso. Con quella barba così lunga che due fringuelli avevano persino deciso di farci un [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Lo Scrittore: allora! prima di tutto benvenuta in questa gabbia di.... uomini con barba lunga [...]

  • Lawrence Dryvalley: Benvenuta! Ci leggo la morale che è meglio passeggiare in città! [...]

10
11
40

Maledetto TripAdvisor

23 August 2025

C’era una volta... in una casa lontana lontana, una principessa non più giovanissima, ma ancora ben tenuta. Viveva una vita spensierata, godendo di tutte le sue fortune. Talvolta, osservava con un misto di stupore e fastidio i comuni mortali, che si affannavano per i loro tormenti. Li giudicava [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

7
7
84

Acqua di cocco

23 August 2025

Quando sono entrata in quel bar quella sera tutto mi sembrava poco chiaro. Le luci erano soffuse e mi attirava terribilmente quel profumo di fiori da campo. È strano, non credi? Un bar che ha un odore di fiori da campo, era cosi strano: eppure sembrava così. Mi accomodai al tavolino in fondo, in [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

9
7
38

Sabbia

Profezia del vento

22 August 2025

Dalle colline di quel monte, che solo i suoi antenati ne conoscevano il nome, fatto di rocce sgretolate, sassi appuntiti , scendeva il ragazzo. Non era un vero e proprio sentiero, ma tra spine e rovi riusciva a trovarne il varco. Sotto di lui solo una enorme distesa rossa, e rami di ulivo arsi [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Adribel: Complimenti per questa voce divina che hai saputo evocare.

  • zeroassoluto: Una voce che pochissimi ascoltano.
    Mi ricorda il grande fotografo Salgato [...]

8
9
38

Un epitaffio per il povero Arturo

22 August 2025

“Strano che abbiano pensato proprio al nostro asilo per girare la scena di un film.” fece la giovane maestra ravvivandosi la folta chioma quasi crespa mentre camminava lungo il corridoio. Guardandola, Lionel non poté fare a meno di pensare a una zuppiera d'insalata riccia. “Beh, non sono io a scegliere [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • zeroassoluto: L'unione fa la forza.
    Metti un bambino "traquillo" assieme [...]

  • Cherie: Cinica rappresentazione della realtà: piccoli despota crescono e i grandi [...]

Torna su