Non c’è più luce sotto la porta del bagno. Ma non ho la benché minima intenzione di riaffacciarmi dentro, a vedere se c'è sempre la vecchia. O se è tornata quella bella figliola. Chi delle due era reale? La ragazza riflessa nello specchio? O la vecchia che ha tentato di abusare di me?

Ho visto quest’anziana grinzosa con i miei occhi. Ma la ragazza sembrava così vera. Se fossi riuscito a toccarla, scommetto tutto l'oro del mondo che sarebbe stata vera. Reale. Scuoto la testa sperando che quei tormenti mi escano fuori dalle orecchie. Ho sonno. Mi voglio stendere sul letto. Anche se, sinceramente, adesso ho un po' paura ad aggirarmi nell'appartamento buio e tenebroso, con solo un lievissimo ed insufficiente bagliore a farmi strada. Tutto perché è comparso nuovamente quel maledettissimo uccellaccio. Il ragazzo civetta. È sempre comparso alle 03:00 in punto. Mai un minuto prima, mai uno dopo. Perché si è rifatto vivo poco fa? Cosa voleva da me? Ora che ci penso, anche la prima volta che lo vidi mi comparve in un'altra parte della casa. E ad un orario diverso.

Fu poco dopo essermi svegliato nel mio primo giorno di prigionia. Ero sprofondato nel divano del soggiorno, sbigottito ed incredulo dalla porta chiusa con tutte quelle catene e da quell'atmosfera cupa ed oscura che aleggiava nell'appartamento. Avevo il cellulare in mano, ma non dava segnali di vita. Cioè, funzionava, ma non riusciva a connettersi alla rete e ad effettuare chiamate. Cercai con ansia l'icona che attivava il flash della fotocamera come torcia. Anche se faceva poca luce, era meglio di niente. Fu qualche istante dopo che feci la conoscenza di quell'impiastro, mentre osservavo e notavo come, completamente al buio, l'appartamento assumesse le sembianze di un film horror.

- No, oh nonono… sicuro che hai bisogno di quella?

Era una voce fredda, sibilante. Si percepiva appena, nonostante sembrasse provenire direttamente da dietro il mio orecchio.

- Chi c'è? - strillai, mosso da uno scatto di paura improvviso. Mi guardai attorno per la stanza, non trovando niente e nessuno.

- Chi c'è ho detto!!?

- La luce non fa bene, ti fa vedere le cose così come sono… meglio il vago, l'oscuro…

La voce era ancora più agghiacciante e viscida, subdola. Terrorizzato, feci allora per andarmene in camera, con l'intenzione di chiudermici dentro fino a che quell'incubo non fosse passato. Appena aprii la porta, qualcosa di piccolo e di pungente si scaraventò sopra la mano che teneva il cellulare.

Colto da un dolore tanto inatteso quanto intenso, lasciai cadere il telefono per terra emettendo un grido. La creatura planò dolcemente verso il flash del cellulare che ancora emetteva luce. Iniziò a colpirlo con qualcosa, fino a che non lo ruppe. Tutto tornò ad essere avvolto nelle tenebra.

- Cazzo hai fatto? Me lo hai rotto!

Fu allora che si girò verso di me. Una luce tenue, quanto bastava per rendere quel buio meno impenetrabile, rivelò i contorni di un uccello. Una civetta forse. La testa della creatura roteò di 180 gradi, apparendomi sottosopra. Il volto era così diverso da quello di una civetta. Sembrava un volto umano, ma con un becco. E con un occhio molto più grande rispetto all'altro. Non riuscivo a vederlo bene a causa dell'oscurità.

- Non hai bisogno della luce, puoi vedere tutto con il filtro della mente – mi disse.

- La mente con i suoi pregiudizi ed i suoi pensieri ha il predominio sulla realtà.

 

Chissà perché ci sto ripensando adesso. Appoggio la mano alla maniglia della porta. È chiusa. L'avevo chiusa prima, quando mi sono alzato? La chiave non c'è nella toppa. Provo a forzare la serratura, a tirare qualche calcio al legno della porta, ma senza alcun risultato. Poi sento la serratura scattare. Così, senza motivo. La porta si apre ancor prima che possa fare alcunché. Mi ritrovo nella mia stanza… ma non è davvero lei. Sono in uno spazio aperto, notturno. Sembra di essere in un bosco, a giudicare da quanti alberi ci sono. La vegetazione è molto fitta e la visuale non è certo aiutata dal fatto che c'è buio. Vorrei tornare indietro, nell'appartamento, ma dietro di me c'è solo altro bosco adesso. La porta è svanita chissà dove. Avanzo cauto fra gli alberi. Credo che, ma sì, quello poco più avanti è uno spiazzo! E sembra anche ben illuminato dalla luce della Luna, suppongo. Dopo aver messo il piede in una pozzanghera d'acqua gelida ed aver preso qualche ramo negli occhi, finalmente giungo allo spiazzo. Qualche uccellino sta cinguettando. Spero non sia quel dannato ragazzo civetta. C'è un uomo incappucciato nel mezzo. Le braccia sono l'una infilata nella manica dell'altra. Il volto è coperto, impossibile da definire. La Luna è piena e la sua luce si riflette forte e potente su di me e su tutto l'ambiente circostante. Non mi sembra di essere più tanto solo. Forse è tutta un'allucinazione data dalla nevrosi della solitudine, ma mi piace. L'uomo mi fa cenno di sedermi davanti a lui. Lo raggiungo e mi metto seduto a gambe incrociate davanti a lui. Chiudo gli occhi e godo di una piacevole brezza sul viso e sul resto del corpo. Bella, la natura. Osservo gli alberi che ci circondano. Qualche uccellino svolazza sui rami, giocherellando, emettendo fischi e suoni piacevoli. Un gufo bubola in lontananza. Mi piace sentire e vedere questi spettacoli naturali. Mi rilassa, mi tranquillizza. Adoro stare in mezzo alla natura.

Ma, proprio quando sto per prenderci gusto, il personaggio misterioso mi mette fulmineamente la mano sulla testa. E me la schiaccia contro il terreno, facendomi sbattere la fronte contro qualcosa. No, non è il terreno. È uno… schermo? Uno schermo sotterrato in un bosco? È spento, non vedo niente. Cerco di liberarmi dalla presa, facendo forza con i muscoli del collo. È più forte di me. Smanaccio senza successo contro la sua mano. È piena di calli, rughe, unghie che non vengono tagliate da molto tempo.

- Lasciami, cazzo! Lasciami!!!

Molla la presa ed io ruzzolo all'indietro. Mi massaggio la nuca ed alzo lo sguardo.

- Che problemi hai???

In tutta risposta, l'uomo porta il dito indice davanti a quel suo volto oscurato, invitandomi al silenzio.

- Col cazzo che sto zitt..!

Con un balzo scattoso ed angosciante, mi è addosso e mi riprende la testa, sbattendomela nuovamente contro quel diamine di schermo nero.

- Basta, basta!

Con una manata, lo colpisco al viso e mi libero di lui. Ha il volto scoperto adesso… è calvo, ha gli occhi infossati e completamenti neri. E non ha bocca! Si muove nuovamente in quel modo inquietante e raccapricciante, pronto ad agguantarmi di nuovo. Prima che possa raggiungermi, scappo fra la folta vegetazione del bosco. Corro così forte e a perdifiato che non mi accorgo di aver messo il piede sotto una radice. Inciampo.

E mi ritrovo nel mio letto, fra le ombre della mia camera.

Tic, tac. Tic, tac.

L'orologio della camera segna le 05:00.

- Uh, uh, uh! - gracchia il ragazzo civetta da sopra la testata del letto.

Tutti i racconti

1
1
8

C'era una volta Jorn, la sua casa, i suoi amici, la favola continua...

E adesso una casa museo per continuare a sognare

06 December 2025

Amici lettori, oggi vi porterò in un luogo speciale, un luogo posto in alto su una collina dalla quale si vede il mare, un luogo affascinante con una storia, anzi con più storie, un luogo da favola e come una vera favola questo racconto breve lo inizierò così. C'era una volta un artista nordico, [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

2
2
9

La vera ricchezza

Il ricordo e la saggezza di mia madre.

06 December 2025

Mia madre si chiamava Anna. Era una donna di grande saggezza e ha sempre avuto un approccio specifico nei confronti del denaro. Per lei non era altro che uno strumento, un mezzo per raggiungere il benessere e mai un traguardo. Da lei sempre presente ho appreso tante cose, anche il significato [...]

Tempo di lettura: 8 minuti

  • Paolo Ferazzoli PRFF: I like.
    Grazie Gennarino.
    Grazie per le bellissime, profonde e sincere [...]

  • La Gigia: Che bellezza Gennarino, complimenti. Un racconto emozionante da cui emerge [...]

4
6
31

Il gilet giallo

05 December 2025

È passato tanto tempo e adesso ho la tua età di quando ci siamo visti l’ultima volta. Di quando ci siamo salutati in cima alla salita, quella che odiavi ma che affrontavi ogni volta come una sfida personale alla gravità — e forse anche alla vecchiaia. Me lo ricordo ancora: portavi un gilet giallo [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Rubrus: Malinconico e ben scritto passaggio di testimone tra le generazioni. Piaciuto.

  • Dax: bello ma....si parla del padre ondel nonno del protagonista?Like

5
9
53

Piccoli miracoli di Natale

05 December 2025

È la sera dell’antivigilia. Fuori fa un freddo assurdo, mentre nel terminal sembra di stare in una sauna. La ressa di chi parte per le vacanze o torna a casa dalla famiglia rende l’ambiente non solo estremamente rumoroso, ma anche soffocante. C’è tutto ciò che non desidero dopo una giornata di [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Walter Fest: Smoki, per "Lampo" intendesi, "guizzo, fulmine, saetta....insomma [...]

  • La Gigia: Ciao Smoki, complimenti per il racconto. Mi sono piaciuti i personaggi con [...]

2
8
37

Nulla Dies Sine Linea

04 December 2025

L’appuntamento era stato fissato per le due di quel pomeriggio. Naturalmente la mia ansia era cresciuta di ora in ora, proporzionalmente al bisogno di confrontarmi con lui. Arrivai al Café de Flore in larghissimo anticipo e, per provare ad ingannare l'attesa, mi accomodai ad uno dei tavolini [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

3
9
23

Volevo essere William Shatner 2/2

04 December 2025

A poco a poco, la leggerezza si spense. Gli amici cominciarono a evitarmi, stanchi di quel modo di fare che ormai appariva rigido e innaturale. Io non me ne accorgevo, o forse sì, ma non sapevo più come tornare indietro. Era come se quel ruolo mi fosse rimasto addosso, un’abitudine del corpo e [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Maria Merlo: Una cosa del genere, sì. Ma chissà quante altre strade ci sono. [...]

  • thecarnival: Grazie comunque mi fa piacere e moltissimo vi ispiri delle idee vuol dire che [...]

4
6
36

In una parola, rassegnati.

03 December 2025

In una parola, rassegnati. Da quando sei cresciuta, il tuo carattere non cambierà, nessuno può realmente cambiare e se non ci credi, non prendertela con me ma con i numeri. La statistica ci insegna che nessuno cambia, sai? E gli strizzacervelli sono i primi a saperlo: lo sai che per ottenere una [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Maria Merlo: Stile deciso e buona gestione del tema scelto. Bravo.

  • ducapaso: Elena, Paolo, Spettatrice, Dax, Maria, grazie a tutti voi, ho apprezzato ognuno [...]

3
6
22

Volevo essere William Shatner 1/2

03 December 2025

Ricordo ancora quando accadde la prima volta, e come quel personaggio, o meglio, tutta quella mentalità, entrò nella mia vita. Era un pomeriggio come tanti altri e non avevo voglia di fare i compiti. Fuori il cielo era grigio; non avevo voglia di uscire e accesi la TV. Erano le 18, evidentemente, [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Rubrus: Qualche annetto fa anche io scrissi un racconto simile, ma più cupo. [...]

  • thecarnival: grazie del commento Rubrus;))) se trovi quel racconto sarei molto curioso;) [...]

6
9
38

Di stagista in stagista

Giu
02 December 2025

Giorno uno della mia presenza in azienda. Mi sistemarono in un angolo molto luminoso, proprio vicinissimo alla finestra per permettermi di avere la giusta luce quotidiana di cui avevo bisogno. Devo ammettere che mi piaceva molto la postazione che avevano scelto per me, avevo sentito dire che decisero [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Rubrus: Secondo racconto che ha per oggetto un pianta. Tenero e gradevole, riesce a [...]

  • Davide Cibic: E’ ufficiale, le piante vivono! Spesso si dice che per il buon andamento [...]

3
12
30

La Clorofilladinia

02 December 2025

“Vedrai,” mi hanno detto gli amici, “prima o poi incontrerai una Clorofilladinia. A chi va ad abitare vicino al Secchia può capitare.” Ed eccola qui. Sale da me, entra in questa stanza passando dalla finestra. Non l’ho sentita sulle scale, e così oggi la conosco per la prima volta. L’ho vista attraversare [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Elena D.: Bel racconto, intenso e che incuriosisce molto parola dopo parola !

  • GiuliaCango: Grazie ancora

8
8
31

Non leggerai il mio nome

01 December 2025

Non leggerai il mio nome Quel foglio rimarrà bianco e sfuggente Chiunque avesse voluto scriverlo, ne sarebbe rimasto deluso Avrebbe deciso qualcosa, che non avevo scelto Sarebbe andato per consegnarlo, quando ero ormai lontano Lontano da quel fumo che copriva il mondo, fino a soffocarlo Avevo mani [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

10
26
38

Soluzione radicale

01 December 2025

Il monolocale mi garba. Così pulito e ordinato, sembra la casa delle bambole. Beh, per quel che ne so io, perché lo giuro, non ne ho mai vista una. Che posso dire, ragazzi? Per ora me ne sto qui, sotto un buffo piumino rosa e un lenzuolo pieno di orsetti stampati. Insomma, mi sembra di vivere dentro [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Lawrence Dryvalley: Mi accodo agli estimatori del racconto e come te sono appassionato di crime [...]

  • Maria Merlo: Grazie, L.D. AVA è davvero forte. Strana coincidenza: io avevo chiamato [...]

Torna su