Il solito gruppo di medici, paramedici e infermiere sono accampati alle pendici di una collina, appena poche decine di metri dalla città che sta cadendo sotto il feroce fuoco nemico. La troupe televisiva che viaggia con loro, tenta disperatamente di documentare i fatti nel momento in cui accadono, ed hanno già perso due uomini. Ogni giorno le fila si assottigliano, ogni giorno qualcuno muore e il gruppo è sempre più esiguo. La troupe si accampa poco discosto da loro, al riparo di un cumulo di macerie, forse una moschea di cui rimane un minareto spezzato a metà.

Il gruppo dei 'medici senza frontiere', o perlomeno quel che ne rimaneva, si riunì intorno alla tenda ospedale contrassegnata da una grande croce rossa e da una mezzaluna rossa, così, tanto per non fare torto a nessuno. Bruno, il capo spedizione, diede gli ordini per la notte:

<<Spegnete tutte le luci, dobbiamo renderci invisibili dall'alto. Disponete i camion in cerchio intorno all'ospedale e alle altre tende. Gli alloggi restano dove sono. Datevi da fare perché fra poco sarà buio>> Gli ordini vennero eseguiti all'istante e in pochi minuti tutto fu pronto, e Gius si sentì in dovere di commentare <<Siamo in una botte di ferro! Se ci sparano anche solo con un bazooka ci polverizzano, senza darci il tempo di capire chi ci spara>>

<<Piantala di fare il pessimista>> Lo redarguì Isa, parlando il buffo dialetto locale. Lei era allegra e la sua simpatia contagiosa. Bruno, alla quale piaceva un tantino troppo e aveva seguito il loro dialogo, intervenne <<Per stare sicuri dovremmo chiuderci in un bunker, ma qui non ne vedo>> Risero nervosamente tutti e tre. Intanto stabilirono i turni di guardia e a loro due spettò l'ultimo turno dalle tre alle sei.

<<Meglio se andiamo a dormire subito>> Propose Isa avviandosi verso le tende- alloggio. Bruno avrebbe voluto seguirla ma i suoi impegni non glielo consentirono e lei nemmeno se ne accorse. Si aspettava una parola da Gius e infatti le si avvicinò per dirle <<Vorrei parlarti, puoi darmi un minuto?>> Nonostante fossero colleghi e lavorassero insieme già da tempo, non vi era fra loro molta simpatia. A Gius non piaceva prendere ordini da una donna, anche se negli ultimi tempi aveva dovuto ricredersi sul suo conto. Isa era nata e cresciuta su quelle montagne e considerava la piccola città che ancora resisteva al nemico, come la sua città, una cosa sua, privata. Quindi capitava spesso che durante le uscite di ricognizione, il comando venisse affidato a lei. Si girò verso il collega con un sorriso <<Dimmi, tanto non ho sonno. Vieni nella tenda e ti offrirò un buon caffè>> Il caffè aveva sempre qualcosa di magico e lui accettò con piacere. Capitava spesso, quasi come un rito, di prendere un caffè in compagnia e sentirsi meglio dopo. Seduti sul pavimento impermeabile della tenda, fra morbidi cuscini, si sentirono a loro agio come se quell'intimità esistesse da sempre:

<<Cosa volevi dirmi?>> Chiese porgendogli la tazzina fumante. Lui girò il viso con un certo imbarazzo <<Ecco, veramente, io non so dache parte cominciare>>

<<Perfetto, di qualsiasi cosa si tratti comincia dal principio tipo: c'era una volta ecc, ecc. Lui rise

<<Giusto! C'era una volta un salame, timido, che si era innamorato di una bellissima fanciulla ma non trovava mai il coraggio di dirle quanto l'amava. Ecco, l'ho detto. Ti amo. Non posso più stare senza di te. Dovrei inginocchiarmi ai tuoi piedi e chiederti di sposarmi, ma qui in mezzo al nulla non ho trovato anelli da donarti. Ti dono il mio cuore e il mio amore sincero>>

<<Sei sicuro di quello che dici? Guarda che l'amore è una cosa seria, almeno per me. Anch'io ti amo, ma tieni presente che per me l'amore è a senso unico. Amo solo un uomo ed è per sempre>>

<<Anche per me. Mi sono innamorato di te quella volta che ci siamo nascosti nella galleria franata. Mi piaceva il tuo modo sicuro di prendere le decisioni, senza esitazioni. Sei una donna all'apparenza fragile ma piena di coraggio e voglio vivere la mia vira con te. Pensa che quando ti sei messa al volante, al posto di comando, ti ho quasi odiata. Come ti permettevi di usare quel posto che consideravo mio, in quanto uomo? Ho dovuto ricredermi subito e mi sono sentito un tantino idiota>> Lei rise

<<Non sottovalutare mai le donne>> Gius le prese una mano e se l'appoggiò sulla guancia dandole tanti piccoli baci fino al polso e poi la strinse a se e trovò la sua bocca pronta per il primo bacio. Era nato un grande amore che continuò su ai Guyet, al sicuro, protetti dal sogno di Andrea.

 

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