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Ad Albert aveva sempre suscitato curiosità il tatuaggio, che suo nonno portava sul braccio. Sembrava una sequenza strana di numeri in blu, che affioravano dalla sua pelle, ormai raggrinzita dalla vecchiaia. Ed egli li sapeva ripetere a memoria perché erano i numeri dell'appello, che i tedeschi facevano nel campo di Bergen - Belsen, tre volte al giorno, per capire se fosse scappato qualche prigioniero ed azionare le procedure di ricerca con i cani affamati o di punizione esemplare per coloro che facevano parte del caseggiato dei fuggiaschi. Bisognava saperli a memoria, senza sbagliare la sequenza e rispondere di essere presenti al momento opportuno; altrimenti, se si ritardava nella risposta ma eri lì, schierato con tutti gli altri nel piazzale, si veniva portati per punizione a disintegrare pietre in mezzo al ghiaccio e alla neve con i zatteroni di legno che scheggiavano i piedi, già spaccati dai geloni. Quei numeri avevano un colore ormai sbiadito per il tempo trascorso; ma nelle stagioni, in particolare in primavera e poi in estate, nel massimo della luminosità del cielo e del giorno, affioravano prepotentemente quasi a ricordare quel marchio che non poteva mai più essere cancellato dalla vita del nonno. E quando egli vide il tatuaggio di suo nipote, che riportava la data di nascita della sua ragazza, rimase impressionato e gli raccontò della storia dei suoi numeri, di quando gli furono impressi come ai vitelli per cancellare la memoria del suo nome e identificarlo solo con quella sequenza di numeri. La sua vita, le sue emozioni, la sua identità era stata ridotta a quei pochi numeri, tanto che anche lui per qualche tempo aveva dimenticato quale fosse il suo vero nome. Albert, allora, gli spiegò che i suoi numeri rappresentavano, invece, l'amore che nutriva per la sua ragazza; numeri, che gli permettevano di averla con lui ventiquattr'ore su ventiquattro; ma egli non riuscì a capire e si rattristò, rimanendo con gli occhi persi nella memoria agli episodi, che nel passato aveva vissuto e alle tragedie, che aveva visto. Il nonno riprese fiato e gli raccontò di una ragazza che come lui era stata internata e poi marchiata nel campo femminile, alla quale avevano tagliati i capelli, quella dolce e delicata ragazza che era stata maltrattata e ridotta ad una larva, della quale era stato innamorato, prima di conoscere sua nonna. E ricordò il dramma della separazione forzata, la lotta per sopravvivere e come il suo amore era stato reciso come una rosa dal roseto. Quei suoi numeri non erano numeri d'amore ma solo di tragedia, di dolore, di disperazione, che grondavano sangue dai loro contorni, che urlavano la disperazione dalle sue cellule sulla pelle. Numeri maledetti, perché un giorno furono gridati da un soldato nazista mentre rideva e gli diceva in un italiano bastardo che il numero F (come femmina)7577576 era "Kaputt" e che il corpo era diventato cenere, utile solo per fare saponette profumate d'ebreo. Albert vide così il nonno piangere come un bambino e avrebbe voluto strapparsi la pelle per cancellare il suo tatuaggio, che aveva ravvivato in lui tutta quella disperazione dell'anima. E vedendolo allontanarsi nella sua camera per non far vedere il suo pianto al nipote, Albert sentì quell'uomo anziano sussurrare "Edith, amore mio". Capì, che nonostante i numeri del campo nazista, che si proponevano di cancellargli la memoria e la dignità di essere un uomo, il nonno non aveva mai dimenticato il nome del suo amore.
Piccola stella, 13 March 2024
DOVE ANDARE?
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Ho eletto dimora sul bordo di un pozzo per attingere acqua quando si specchia la luna.
Lawrence Dryvalley, 15 March 2024
La Fine
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Walter Fest, 09 March 2024
E' successo a via Ettore Rolli
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Tutto è successo all'improvviso, cjavete presente via Ettore Rolli? Io n'machina stavo pè stà strada n'direzzione Porta Portese e all'artezza dè la piazzetta n'dò fanno er mercato, cè stà pure n'rudere [...]
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INGANNI DEL PASSATO
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Non è te che cerco, è assenza di parole che traboccano possibilità di braccia che cullano sogni acerbi Non è te che desidero, è nostalgia di sguardi che bucano la pelle di carezze che premono [...]
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Utente Anonimo
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Il mistero del gemello scomparso Sono disperato, mi trovo in una situazione di estremo disagio e non so come uscirne. Ho perso di vista mio fratello gemello. Noi abbiamo una vita in comune da sempre. Non facciamo nulla da soli, sempre insieme in tutte le occasioni. Ora sono solo, lui dov’è! [...]
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An Old Luca:Fantastico. Mi è piacuto tantissimo. Fino all'ultima frase non ho [...]
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Attraversando campi elettrici Da campi bisenzio a campi salentina Unico ristoro: una turgida sveltina Proseguendo tra campi magnetici E psichiche interferenze Di ricordi falciatrici e illusioni meretrici Sui campi elisi approdato Come odisseo Pax-cificato et ri-concimato per elisa e per ogni santo! [...]
Il CIELO AL TRAMONTO NARR 1: “Il pittore, il pittore è scomparso, non c’è più. Come faremo? Lui non c'è più e noi non sappiamo cosa fare. Il quadro s’ha da finire, è indispensabile! Doveva essere un masterpiece, il suo ultimo masterpiece. Ma lui se n’è andato, non so come, è scomparso, [...]
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stapelia:Grazie! La tua spiegazione è sta, per me, esauriente. Buona scrittura!
Attenzione: In questo racconto contiene passi della Sacra Bibbia. Coloro che vogliano evitarli possono leggere qualche altro mio racconto invece di questo. Buona lettura. ————————————————————————————————— Le giornaliere questioni di governabilità dell’inferno - Capitolo II (finale) Selafiele [...]
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Piccola stella:@LdR. a dirti la verità io mi sono divertita a leggere il tuo racconto. [...]
L’esilioDiRumba:Apprezzo molto sia i commenti costruttivi che il supporto. Un abbraccio
Autunno Verrà e porterà profumo di caldarroste di mosto che ribolle di funghi e mais da sfogliare e fagioli da mettere a seccare. Verranno le nebbie intrise degli umori della terra e alberi che lasceranno andare le foglie per il loro atteso, unico e solitario viaggio d’addio. Verrà il tempo [...]
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Antonellina:Bellissima poesia! Hai descritto la magia di una stagione che appartiene [...]
Patapump:bravo Lorenzo sai sempre descrivere in maniera egregia 🤗 le immagini? [...]
Nella tua mente non portare chiunque. Rischierebbe di perdersi nei vicoli stretti dei tuoi dinieghi,scivolando nelle curve delle tue incomprensibili contraddizioni. Negli anfratti dei tuoi euforici eccessi. Dei tuoi snervanti silenzi. Lascia entrare solo chi ama passeggiare sotto i temporali. Sotto [...]
Incipit: poco dopo la visita di Belzebù e Brace in Paradiso (vedi “Le giornaliere questioni di genitorialità di Belzebù”- Capitolo III), tutto il Paradiso si indigna. Il motivo è che a parer loro ai giovani diavoli non viene data la possibilità di accedere a un’istruzione completa, come avviene [...]
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stapelia:Capitolo primo? I precedenti fanno parte di questo? Hai creato un mondo. Un [...]
L’esilioDiRumba:Certamente, mi fa piacere interessi. I due racconti sono correlati e sono [...]
F.C. non aveva mai prestato attenzione alla musica leggera. Non sapeva chi fosse Luigi Tenco e non aveva nemmeno seguito il Festival di Sanremo, ma il suicidio del giovane cantautore l'aveva colpita profondamente. Ogni notte, F.C. lo sognava e raccontava al marito, un operaio che la sera rincasava [...]
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stapelia:Carola scrivi sempre in modo egregio. Sei in grado di fornire le storie di [...]
L’esilioDiRumba:Per quello che vale, ho letto che per un suicidio di un giovane influencer [...]
Gino non poteva credere che stesse succedendo proprio a lui. «Sono stanca di uomini vuoti, G» gli aveva ripetuto più volte prima di chiedergli – chiedergli? Dio mio l'aveva quasi implorato – di salire e quel “G.” lo faceva impazzire, gli dava l'illusione di non essere “Gino” (che razza di nome, [...]
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Rubrus:Intendiamoci, trovo il racconto "carino", altrimenti non l'avrei [...]
L’esilioDiRumba:@Rubrus anche questa tua ultima battuta alla Leo Ortolani (per chi non lo conosccesse [...]