Quante volte, figlio mio, ci siamo seduti a contemplare il mare, quante volte, mano nella mano, abbiamo solcato le onde con i nostri desideri e li, magicamente, abbiamo sperato di fuggire da questa triste condizione nella nostra terra, violentata dalla guerra di chi pensa a  risolvere le questioni, abbracciando le armi e infierendo contro chi non sa difendersi e crede di non poter mai essere vittima nella propria terra e nelle  dolci braccia della propria madre patria. Quante volte il rumore del mare ci è parso una melodia, che ha sconvolto le nostre emozioni e ha fatto vibrare le corde del nostro cuore.  E siamo andati via, abbiamo venduto per pochi spiccioli i nostri animali ed abbiamo pagato a caro prezzo il pedaggio per varcare il mare, per attraversare un oceano e continuare a sperare di avere una vita senza armi, senza violenza, senza odio, senza sopraffazione. E siamo saliti su quel barcone, stretti stretti. Siamo rimasti a sentire l'umidità delle nostre paure con il cuore gonfio di desiderio d'amore per la vita, di speranza di ricominciare in un'altra condizione, anche mangiando solo un pezzo di pane ma felici  di respirare il profumo della libertà.  E quell'acqua, che un giorno era stata la tua copertura, il tuo rifugio dentro di me, quell'acqua che profumava delle mie cellule, sangue del mio sangue, carne della mia carne, quell'acqua che ci ha dissetato, che ti ha dissetato, ora  ti ha sommerso con le sue onde traditrici, riducendoti in un corpo senza vita, annegato nella speranza, che quel barcone potesse essere il trampolino verso una vita senza disperazione. Scusa, figlio mio, se non ti ho protetto da tale tradimento, scusa, figlio mio...non sento la tua voce, non percepisco il tuo suono, muto ormai sei, il tuo grido è urlo delle mie viscere che solo io sento nelle mie vibrazioni, silenzio sei, ricordo, nebuloso ricordo per chi ti ha conosciuto, nulla sei come se non ci fossi mai stato. Avrei voluto io annegare, avrei voluto io morire al posto tuo. Perché un dolore così grande non può essere superato: sopravvivere alla tua creatura, a quel figlio indifeso, fragile, misterioso progetto d'amore, respiro del tuo respiro. Avrei voluto scendere negli abissi, cavalcare quelle onde, per recuperare la tua vita, che doveva rinascere in un'altra terra ma che è rimasta per sempre nelle viscere di questo mare. Ah maledetta guerra, maledetta povertà, maledetto mare. Avrei voluto seppellirti dentro di me, annegarti nella mia acqua per ripartorirti. Ma nulla si può contro un destino crudele. Avrei superato le violenze, sarei sopravvissuta ad uno stupro, ma non alla perdita di questo mio figlio. 
Lasciatemi affondare con tutto il battello, lasciatemi vagare come fantasma fra il cielo ed il  mare perché le lacrime siano fiori per la memoria di questo mio figlio, che brucia ora solo nella mia anima. 
Come un relitto di un naufragio ora sono gettata sulla riva dal mare che contemplavamo e che mi brucia dentro come piaga che non potrà mai rimarginarsi, se non con la morte. Scusa, figlio mio, di averti illuso, lasciando la nostra terra. Avrei preferito io, misera donna, non fantasticare. Ma non potevo recluderti la speranza di sognare per la tua libertà. Ora sei acqua nell'acqua, polvere nella polvere. Potrò solo bere. E mi berrò a poco a poco tutto il mare. Per risentire la tua voce nel mio misero corpo mortale, per ascoltare il mio dolore e il frangersi sugli scogli delle onde di questo maledetto mare.

 

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C'era una volta Jorn, la sua casa, i suoi amici, la favola continua...

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Amici lettori, oggi vi porterò in un luogo speciale, un luogo posto in alto su una collina dalla quale si vede il mare, un luogo affascinante con una storia, anzi con più storie, un luogo da favola e come una vera favola questo racconto breve lo inizierò così. C'era una volta un artista nordico, [...]

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La vera ricchezza

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06 December 2025

Mia madre si chiamava Anna. Era una donna di grande saggezza e ha sempre avuto un approccio specifico nei confronti del denaro. Per lei non era altro che uno strumento, un mezzo per raggiungere il benessere e mai un traguardo. Da lei sempre presente ho appreso tante cose, anche il significato [...]

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Il gilet giallo

05 December 2025

È passato tanto tempo e adesso ho la tua età di quando ci siamo visti l’ultima volta. Di quando ci siamo salutati in cima alla salita, quella che odiavi ma che affrontavi ogni volta come una sfida personale alla gravità — e forse anche alla vecchiaia. Me lo ricordo ancora: portavi un gilet giallo [...]

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Piccoli miracoli di Natale

05 December 2025

È la sera dell’antivigilia. Fuori fa un freddo assurdo, mentre nel terminal sembra di stare in una sauna. La ressa di chi parte per le vacanze o torna a casa dalla famiglia rende l’ambiente non solo estremamente rumoroso, ma anche soffocante. C’è tutto ciò che non desidero dopo una giornata di [...]

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Nulla Dies Sine Linea

04 December 2025

L’appuntamento era stato fissato per le due di quel pomeriggio. Naturalmente la mia ansia era cresciuta di ora in ora, proporzionalmente al bisogno di confrontarmi con lui. Arrivai al Café de Flore in larghissimo anticipo e, per provare ad ingannare l'attesa, mi accomodai ad uno dei tavolini [...]

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Volevo essere William Shatner 2/2

04 December 2025

A poco a poco, la leggerezza si spense. Gli amici cominciarono a evitarmi, stanchi di quel modo di fare che ormai appariva rigido e innaturale. Io non me ne accorgevo, o forse sì, ma non sapevo più come tornare indietro. Era come se quel ruolo mi fosse rimasto addosso, un’abitudine del corpo e [...]

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03 December 2025

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Giu
02 December 2025

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Non leggerai il mio nome

01 December 2025

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01 December 2025

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  • Lawrence Dryvalley: Mi accodo agli estimatori del racconto e come te sono appassionato di crime [...]

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