Luca non si accorge subito che Viola è rientrata, perché è in garage a sistemare la Ducati.

C’è un tramonto stupendo e si sente quasi felice.

Le cose si sono messe a posto, dopo tutto. Ama la sua casa, la sua vita piena di belle cose e di comodità. In parte, deve riconoscerlo, è merito della famiglia di sua moglie, che si è sempre dimostrata molto generosa con la figlia, ma anche con lui. La villa, la moto, il SUV, non avrebbero potuto permetterseli senza l’aiuto dei suoceri.

<<Sei qui?>>, gli urla Viola dalla tromba delle scale che danno nel garage.

In un attimo lui la raggiunge e le prospetta la seratina romantica: luna, barca, buon cibo e sesso.

Con disappunto nota che Viola sembra quasi infastidita, ma quando gli risponde “vado a prepararmi”, si rasserena e tira fuori i due caschi.

 

Luca ha appena spento il motore della Pussycat, che dondola dolcemente proprio davanti alla Pliniana.

Lungo il tragitto non hanno scambiato molte parole, col casco prima e col rumore del motoscafo dopo, non era cosa. Ora però si accorge che sua moglie è assente.

 

Viola si è arrovellata finora sul particolare stonato del caso.

A un tratto, come un pugno nello stomaco, la colpisce l’insight: ha la percezione netta e immediata dei fatti, come si sono svolti.

Ora sa cosa le ha dato fastidio sin da subito e rivede davanti agli occhi una foto di tanti anni prima, in cui un ragazzo, in divisa da poliziotto, abbraccia una pallida fanciulla con un abitino a fiori rosa e gialli. La ragazza è la stessa che ha incontrato in carcere oggi e il giovane è quello che sorride abbronzato dal comò della sua camera da letto.

Ogni cosa va al suo posto: l’impressione di averla già vista, l’occhiata di complicità che Irina le aveva lanciato, gli orari impossibili di suo marito, il suo nervosismo degli ultimi tempi, fino alla ritrovata calma proprio da due mesi.

 

Mentre sta spacchettando la cena, Luca capisce che qualcosa non va e si sente quasi mancare quando sua moglie gli rivolge quell’unica domanda.

<<Era tuo figlio, il bimbo di Irina, vero? Per questo hai voluto che lei se ne sbarazzasse, perché portava il tuo DNA>>.

<<Come… come hai capito?>>, Luca sente la sua voce come se arrivasse da un altro mondo.

<<La foto, quella in camera nostra. Era lei, vero?>>.

Luca è attonito e lei prova un immenso disgusto per quel miserabile.

<<Viola…>>, Luca si passa la mano tra i capelli, ha il volto contratto. <<Per favore, cerca di capire. Io non lo volevo quel figlio! Una relazione si può troncare in qualunque momento, ma un figlio, sarebbe stato un legame definitivo!>>.

Ora ha assunto quel tono lamentoso che lei non sopporta. <<Non posso permettere che questa storia venga fuori. Saremmo rovinati! Capisci?>>.

<<Mi fai schifo!>>, gli grida Viola senza più freni. <<Io ti rovino, maledetto bastardo!>>.

Negli occhi di Luca si accende una luce malvagia, che lei gli ha visto altre volte.

<<Non avresti dovuto scoprire... Ma al punto in cui sono…>>.

Luca stringe una corda tra le mani mentre si avvicina a Viola.

Lei intuisce il suo proposito e agisce istintivamente.

Gira la chiave nel quadro e dà gas al motoscafo, lanciandolo contro le fondamenta rocciose della villa.

Lo strappo fa perdere l’equilibrio a Luca, che, cadendo, rimane incastrato dentro la barca, mentre lei si tuffa nelle acque profonde del lago.

 

Non ha più paura ora.

Pensa solo a nuotare, seguendo la scia argentata della luna.

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