Il maître percorre frettolosamente il corridoio e bussa alla porta dell’ufficio. Senza attendere la risposta apre la porta e fissa compassato l’uomo al di là della scrivania, urtato dall’intromissione.
"Signor Guidi, credo dovrebbe venire in sala."
Il direttore chiude seccamente il telefono. "Che cosa succede di assurdo questa volta? Il ghiaccio è poco ghiacciato o le aragoste stanno scorrazzando per la sala pizzicando le chiappe di qualche vecchia mummia?"
"Peggio."
"Cosa c’è di peggio di una povera aragosta che si ritrova davanti il sedere di una tardona?"
"C’è che si stanno prendendo a cazzotti. E se lei non viene immediatamente fra un po’ voleranno anche le sue dannate sedie in stile Luigi XVI."
  
La sala ricevimenti La Corte del Re è gremita di varia umanità e non tutta decente. Abbiamo diverse emule di Sandokan (fusciacca in vita compresa), una che probabilmente si crede un pappagallo giamaicano e una che, invece, pensa di vivere in Inghilterra.
Non che vivere in Inghilterra sia un reato. Ma se vai ad un matrimonio con una specie di disco volante in testa che colpisce naso o fronte di chiunque tenti di parlarti, è comprensibile essere sconcertati.
Gli uomini, poi, non fanno testo: tutti chiusi in abiti tristanzuoli che vanno dal blu, al blu notte, dal nero al nero notte (se mai esista tale sfumatura giurerei che tutti i parenti di Paolo si siano messi d’accordo). Insomma, se non fosse per il mio abito color champagne, parrebbero una congrega di becchini a scrocco accompagnati da numerose fan di Moira Orfei.
Sto discretamente annoiandomi e quindi osservo con perfidia i Guelfi, come li chiamo io. Gente ipocrita, esageratamente cattolica e decisamente rompipalle.
I miei, invece, appartengono ai Ghibellini e l’Imperatore sono io, la mia tv satellitare, Desperate Housewives e un certo ateismo che alla mia cara suocera dà sui nervi.
Paolo è scomparso da qualche minuto. Il mio solerte e nuovo maritino si è immolato per la Patria (cioè io), andando tavolo per tavolo a sorbirsi le solite stronzate post primo cocktail alcolico da matrimonio. Probabilmente deve essere fuggito fuori per tentare di riprendersi dalle palpatine rattose di vecchiarde che gli dicono, lacrimose: "Tutta salute! Tutta salute!"
Personalmente non ho mai sopportato pizzicotti sulle guance, sotto il mento e pacche sul sedere da sedicenti pseudo parenti, acquisiti o meno che siano. E al tavolo dei “quasi morti” come ho perfidamente scritto sulla lista, c’è un vasto campionario di uomini e donne che hanno visto secoli (non anni) migliori. Tamburello sul tavolo con le mie unghie perfette e osservo disgustata uno zio di Paolo: sembra l’Uomo Pizza di “Balle Spaziali” e mangia a quattro palmenti. Mi scappa quasi uno sghignazzo poi, per darmi un contegno, centellino un sorso di vino bianco. Una specie di sbobba dal nome francese che ci è costato uno sproposito e che a me ricorda invece il vino in brick, quello del discount.
L’unica che manca all’appello è mia sorella Lucilla. Non è riuscita a venire da Amsterdam a causa di un impegno di lavoro. Però ci ha fatto un regalo fantastico: 15 giorni in Africa. Con la sua agenzia di viaggi ci ha confezionato un tour da sogno ed io non vedo l’ora di ritrovarmi in Kenia, con un Margarita in mano e niente parenti ubriaconi e orribili davanti.
A proposito di ubriaconi, a ore dodici (quindi proprio verso di me) sta zampettando Arturo, zio di circa mille anni e onta della mia famiglia. L’ho invitato per fare un dispetto a mia suocera.
Orbene, zio Arturo è un ubriacone conclamato ed è il più rissoso della mia famiglia, altrimenti tranquilla. Memorabili sono le sue battutacce agli altrui matrimoni. Mentre lo zio tenta di approdare al mio tavolo, già a cinque metri di distanza il fetore alcolico lo precede, stendendomi. Mi alzo precipitosamente e penso bene di battermela. Come alibi agguanto il cellulare e fuggo poco dignitosamente, devo dire, all’esterno della sala.
Al mio passaggio dispenso sorrisi (fintissimi) ai Guelfi, ricambiata da altrettanta ipocrisia.
Scampato il pericolo di un ballo con zio Arturo e mia immediata caduta per terra a causa di quest’ultimo, mi chiedo cosa fare.
Magari chiamerò Lu per ringraziarla del regalo strepitoso e le dirò che zio Costanzo ha un nuovo parrucchino. Così, veleggiando leggiadramente sulle mie fantastiche pianelle di raso, imbocco l’anticamera della sala, silenziosa e fresca.
E poi, ne ho le palle piene di baci bavosi e abbracci sudati di circa 150 persone. Ai matrimoni dovrebbe essere severamente vietato avvicinarsi alla sposa quando si gronda di sudore misto a soffritto di cipolle. Mentre sono indecisa se dirigermi verso il lussureggiante giardino esterno o stravaccarmi su una qualche poltrona dove non ci siano parenti vari in agguato, il fato decide altrimenti: Pipì e Pupù stanno rientrando dal giardino.
Non sono due cani, bensì damigelle d’onore impostemi da mia suocera. Damigiane, più che damigelle, vista la stazza che hanno. Avranno dei nomi, immagino, ma non riesco mai a ricordarmene. Le due bambinette, simili a maiali infiocchettati, attraversano di corsa l’ingresso e si fiondano verso la sala.
Se la mia paura era quella di essere vista da Pipì e Pupù, posso star tranquilla, in quanto quelle due termiti sono più interessate a spazzolare qualsiasi cosa sia commestibile, piuttosto che starmi fra i piedi.
Sto per lasciare il mio nascondiglio di fortuna (una gigantesca pianta in vaso), quando vedo aprirsi di nuovo la porta: altri parenti, questa volta miei, che escono per fumarsi una sigaretta. Ma cos’è, la stazione?! Non possono starsene seduti a ingurgitare quel dannato pranzo pantagruelico di 15 portate?! Sbuffando arretro silenziosamente e imbocco un corridoio a destra, che porta verso altre due sale piccole adibite al riposo momentaneo degli ospiti: una è un fumoir invernale, intimo e accogliente. L’altra non ricordo, forse un vomitorium visto quanto ci stiamo ingozzando.
Quello che mi fa fermare vicino alla porta del fumoir è una voce. Maschile.
Ma quello non è Luca, il testimone di mio marito? Ah, è assieme a Paolo. Sto per allontanarmi discretamente, quando un gelo improvviso mi inchioda sul posto, costringendomi ad origliare.
Dopo alcuni minuti mi allontano velocemente e silenziosamente da quel corridoio. Uscita in giardino mi trovo un posto nascosto. Dopo essermi accertata che non ci sia nessuno nei paraggi, guardo il cellulare e mi chiedo se avrò il coraggio di riascoltare ciò che ho appena registrato.
Faccio un respiro profondo e cerco il file. Lo riascolto diverse volte, fin quasi a saperlo a memoria. Una strana nausea mi stringe lo stomaco.
Dopo diversi minuti di bestemmie degne del peggior scaricatore di porto e una serie di calci ben assestati ad un cespuglio, mi dico: “Pensa, Bea, rifletti”.
Cosa provo in questo istante? Sconcerto. Questo è poco ma sicuro. E rabbia. Come hanno potuto?, mi chiedo, stringendo i pugni.
E adesso che devo fare? Misuro a grandi passi il mio rifugio e mi accorgo che la soluzione è una e una sola.
Appena presa la decisione, una calma soprannaturale mi spinge a rientrare in sala, ad affrontare il mio destino. Ho un piano in mente.
Se devo andare a fondo io, ci andrà anche Paolo.
«Amore! Dove sei stata? Ti ho cercata dappertutto!»
«Ti ho preparato una sorpresa che ti piacerà moltissimo! Vedrai, vedrai…» faccio un sorriso a trentadue denti e dalla faccia che fa lo stronzo devo risultare convincente al punto da non destare alcun sospetto.
Appena ci sediamo mi immergo di nuovo nei miei pensieri. Come diavolo è che non ho capito niente?! Sto con lui da un milione di anni circa, lo conosco come le mie tasche! E invece, il giorno del mio dannatissimo matrimonio, scopro che le “tasche” in questione sono bucate, dato che mi è sfuggito un piccolo, grande particolare.
 ( RIVELAZIONI- 2^ parte: domani, 04/03/2014)

Tutti i racconti

0
0
2

Gemellaggio 1/3

19 November 2025

Se un uomo avesse guardato il seno di Ambra in quel modo, Max gli avrebbe mollato un cazzotto. Probabilmente lo avrebbe fatto anche se si fosse trattato di una donna. Ma Shassta non era né donna né uomo. Non era neppure un essere umano. Ciò non di meno dovette percepire l’irritazione di Max perché [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

0
0
4

La bella sigaraia (1/4)

19 November 2025

L’odore del tabacco mi resta addosso così tenacemente che, per quanto usi il sapone, non riesco a liberarmene. Ma devo convivere anche con altro, oltre a quell’odore che impregna ogni cosa del luogo in cui trascorro dieci ore al giorno della mia vita. Ogni mattina, entrando nell’emporio di Anderson [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

2
6
20

L'uovo 2/2

18 November 2025

Quando si svegliò, depose l’uovo nel giaciglio e andò a lavorare. Rientrato trovò l’uovo ridotto in tanti frammenti. Osservò che non vi erano tracce di liquido né sul giaciglio né sul pavimento. C’erano però alcune piume a terra che Luca seguì fino alla finestra aperta. Fuori, nel giardino, vide [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

2
6
26

Se la vita ti dà limoni... 2/2

18 November 2025

- Federico… Federico... FEDERICO FEDERZONI, SANTIDDIO. - La voce del collega un po' seccato richiama Federico sulla terra. - Eh? - Sbatte le palpebre e si volta verso la scrivania di fianco alla sua. - Ohi, Damiano… dimmi. - - Eh, “Damiano dimmi” un fico secco. - Gli tira un post-it appallottolato. [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Rubrus: Curioso che sembri drammatica. Voglio dire, non più della vita reale: [...]

  • Smoki: Sì, infatti, per me non è drammatica - e non era nell'intento, [...]

3
6
23

L'uovo 1/2

17 November 2025

Luca pensò di stare ancora sognando. Un uovo era lì, perfetto, con un guscio bianco e lucido, appoggiato accanto a lui sul lenzuolo. Non aveva mai visto un uovo di quelle dimensioni: era alto almeno trenta centimetri. Subito si chiese come quell’uovo fosse finito nel suo letto, poi pensò a uno [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

4
6
39

Se la vita ti dà limoni... 1/2

17 November 2025

Margherita attraversa la piazzetta di corsa. Con lo zainetto che le sbatte sul fianco, entra al Plume con slancio da centometrista, facendo quasi sbattere la porta sul naso di un avventore in procinto di uscire. Gli improperi che lui bofonchia sono coperti dal rumore di accelerazione del bus da [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Maria Merlo: Molto carino, aspetto il seguito.

  • Smoki: Grazie!

    Il seguito arriva domani, speriamo mantenga le aspettative! ;)

6
8
56

In fregola

16 November 2025

Qua e là sulla facciata del condominio le luci accese per la cena. Una donna con un cane tra le auto parcheggiate. I lampioni accessi. Poche foglie sui platani. Semaforo verde e attraversiamo la strada. Davanti alla porta del monolocale i nostri corpi entrarono in fregola.

Tempo di lettura: 30 secondi

  • Walter Fest: A Simò, daje nun fà er timido esci allo scoperto, parla, dicce [...]

  • Lo Scrittore: ciak si gira... fermo immagine ..stop! buona la prima va bene così [...]

6
5
30

Emma e i libri che parlano

16 November 2025

Emma aveva imparato a non fare rumore. Non perché qualcuno glielo avesse chiesto, ma perché a volte le parole rimbalzano indietro. O peggio, cadono nel vuoto. Quando parlava, la madre la interrompeva a metà frase: – Più tardi, tesoro, adesso ho da fare. “Più tardi” voleva dire mai. Emma lo sapeva [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

5
2
30

La foto della pazzia

15 November 2025

Presi le foto, quelle che la mia ragazza mi consegnava felice ogni fine settimana… per la quarta volta di fila era lì in mezzo alle altre. Non sopportavo quell’immagine… con lui lì. Sì lo vedevo, pensava di nascondersi, ma io lo vedevo proprio sullo sfondo, di profilo. Ricominciai a guardare le [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Paolo Ferazzoli PRFF: I like .
    Quanti noi esistono?
    per meglio dire quante maschere diverse [...]

  • Dax: urka, una bella storia di malattia mentale. Povero.😭.Like

2
6
27

Pomeriggio sospeso

15 November 2025

Dovrei finire di leggere qualche libro. Lo penso mentre ne osservo la copertina, bloccata sul tavolo, come se aspettasse da ore. Sarei anche uscito a fotografare, magari in città, a rincorrere la luce tra i palazzi. Ma ho fatto tardi e quindi niente. Potrei scendere comunque, giusto qui intorno: [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

  • Dax: Pigrizia,il dolce far niente e,forse, la pace interiore sono tentatrici. like

  • FuoriFuoco: Concordo! 🙂

3
3
22

L'allieva 2/2

14 November 2025

Freccia la guardò appena mentre continuava a masticare quei pochi fili rubati. «Scusa ragazza ma ormai siamo insieme da tanti anni ed è la prima volta che capita che una di noi sia indisposta, è stato un brutto colpo. E vedere te poi, così giovane, magra… Sei sicura di farcela per l’intero giro? [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Maria Merlo: Racconto bellissimo per adulti, bambini e chiunque abbia davvero buona volontà.

  • Rubrus: Natale si avvicina. Se non troppo invadente, è una festa che ha davvero [...]

4
9
27

Tratturi

14 November 2025

Tratturi Ho sempre ascoltato volentieri gli anziani. Una volta, forse perché vecchio o perché si sentiva solo su quella panchina, uno di loro mi raccontò una storia. “Tu sai cosa sono i tratturi e la loro gente?” La mia faccia dubbiosa valse più di mille risposte e, avido di sapere, sedetti anch'io [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

Torna su