Certo che un appuntamento a quest'ora con uno sconosciuto è da folli. 

Ho accettato perché spinta da una curiosità quasi morbosa, un'esigenza. Volevo sapere se un personaggio così potesse essere reale. 

Mi spavento un po' quando lo vedo comparire dal nulla.

Ma sarà davvero lui? Lo immaginavo più alto, grande e grosso, più imponente. Invece è un tipo comune, con un fisico in nulla eccezionale. Uno qualsiasi, un uomo come tanti.

Non può essere lui, avrà mandato un altro al suo posto, un amico, un alter ego, un messaggero.

Si avvicina.

“Ciao Gigia, bello incontrarti.”

Esito un attimo.

“Ciao fa piacere anche a me.”

“Dalla tua espressione però si direbbe il contrario. Sei delusa?”

E fa una piroetta su se stesso.

Sorrido imbarazzata.

“No scusami è che ti facevo diverso.”

“E perché?”

“Mah, non so neanch’io. Dalle immagini, dalle cose scritte, lette, dai vari commenti… Boh, mi ero fatta un’idea differente. Temo di essermi fatta influenzare.”

Ride.

“Non vorrei averti disilluso.”

“No no, cioè speravo non fossi finto, un nome e basta, l'ennesima invenzione di un mondo pieno di megalomani. Per il resto zero aspettative, nessuna proprio anzi…”

“Anzi?”

“Sì anzi, sono stupita da questo incontro. Davvero, giuro non credevo che… E invece mi hai sorpreso, piacevolmente sorpreso.”

Mi accendo una sigaretta.

“Il fumo fa male.”

“Hai ragione.”

Tiro una boccata e soffio il fumo verso il basso chinando la testa.

Quando la rialzo è contornato da un'aura chiara, una sorta di aureola che però lo circonda da testa a piedi.

“Vedessi che faccia che hai, sembra tu abbia visto un fantasma.”

Mi riprendo.

“No scusa, ma sei circondato da una nuvola di luce. Sembra un incontro ravvicinato del terzo tipo.”

Ride forte.

“Non è fantascienza, solo l’aurora e la tua sigaretta.”

Mi sposto e vedo il sole sorgergli dietro.

“Gigia facciamo due passi. Andiamo a guardarcela al mare ti va?”

“Amo il mare.”

“Anch'io, infatti è tra le prime cose fatte nel creato. Dai muoviamoci se no la perdiamo.”

In un tempo che non so misurare siamo in spiaggia. 

"Allora che mi dici?"

“Un'alba stupenda, è come fosse spruzzata dalle onde. Davanti alla bellezza ci si dimentica tutto.”

“Mi riferivo alla domanda che volevi farmi, so che c'è qualcosa che vuoi sapere.”

Resto a fissare l’orizzonte con il sole ormai del tutto emerso.

“No niente, mi chiedevo se esistevi davvero. Volevo essere certa non fossi un fake. Perché non lo sei vero?”

Ride di nuovo.

Mi giro a guardarlo, ma è sparito.

Sulla sabbia non c'è nessuna traccia del suo passaggio, nemmeno un'impronta, solo le mie.

Eppure sento ancora la sua risata.

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