Com'è complicata la vita di un canarino chiuso in una gabbia! Vede il mondo da dietro le sbarre e dal momento che è nato in questa dimensione, è convinto che il mare sia tagliato a fette dalle sbarre della sua gabbia, che l'acqua sia solo quella fresca pozza dentro il cilindro trasparente da dove beve quando ha sete, che il cielo sia un insieme di piccole strisce di celeste accostate tra di loro chissá da chi e a volte, inframmezzate da batuffoli bianchi di nuvole. Eppure lo senti cantare perché è sua natura, cantare con trilli e composizioni surreali, come un musicista o un cantante che sopravvive solo quando esprime con le note la sua solitudine. Leopardi l'aveva già notato un passero solitario. Ma quello la, pur avendo la possibilità di vivere la sua libertà, aveva creato gabbie psicologiche e se ne stava da solo a contemplare un paesaggio completo dall'alto di un campanile. Milu, invece, che non sapeva cosa fosse  la libertà, rimaneva a guardare curioso il mondo da dietro le sbarrette della sua gabbia, senza alcuna sofferenza ma solo con curiosità perché non conosceva cosa fosse essere libero. L'aveva intuito con la sua capacità inventiva, quando componeva canto ed era libero di associare le note che creavano differenti suoni; ma non più di tanto. Era sempre lì, tra un angolo e l'altro, tra un appoggio e l'altro, a vivere la sua vita, che gli sembrava bella per natura dato che non aveva mai pensato di conoscere cosa fosse un'altra vita. Un giorno Milu sognò di volare fra le nubi. Se le immaginò di zucchero filato, di morbido e dolce zucchero filato, come  quello che mangiava il bambino in quella casa, tra i capricci e le sempre nuove richieste ai suoi genitori. Sì, volare,  sdraiarsi per intero sul batuffolo di nuvole e scoprire nuove realtà, magari più interessanti della sua condizione.  Capitò una domenica che la signora addetta alla pulizia della sua gabbia, avesse dimenticato aperta la sua gabbietta. La porticina lasciava filtrare un raggio di sole, talmente bello e caldo, che veniva voglia di abbracciarlo. Incuriosito  Milu si avvicinò sempre più a quella soglia verso la luce e zampetta su zampetta, diede un colpo d'ali e si precipitò fuori dalla gabbia. Fu investito da un senso di leggerezza e d'infinito che lo stordì. Ma era tutto dolce, il paesaggio che riusciva a vedere ora era un rincorrersi di colori, di odori, di profumi di luce. Tutto era così dolcemente diverso. Vedeva gli alberi, ne percepiva l' odore di rugiada, tutti odori e sapori che mai aveva sentito e gustato. Si sentì il cuore scoppiare di piacere e cominciò ad odiare quella gabbietta che considerava la sua casa, cominciò  a capire cosa vuol dire libertà  e provò un senso d'impotenza a pensare quanto tempo era passato da  quando credeva di essere felice ed invece era prigioniero di se stesso e delle sue credenze.  Volò  per tutto il tempo nella gioia e nella trepidazione. Ma si sà, ad ogni tempo di felicità corrispondono altri tempi d'infelice trepidazione. E mentre volava spensierato nell'aria che un tempo gli arrivava a fettine dalle sbarre della sua gabbietta, Milu si sentì solo. Dove sarebbe andato? Che cosa avrebbe fatto in mezzo a quel l'infinito che, sì, era la libertà, ma non capiva più a cosa servisse quando ci si sente soli. E dopo un volo perlustrativo, ammirò il paesaggio ed in quella contemplazione rifletté sul suo egoismo. Cosa  avrebbero fatti i suoi padroni a casa in preda alla disperazione? Già vedeva suo "padre" piangere per la sua fuga, la " madre " riversa sul letto in preda allo sconforto. Ed anche il moccioso sconsolato rimanere senza uno spettatore delle sue monellerie! Chi avrebbe sopportato più i suoi capricci? Decise allora di ritornare a casa, in quella gabbietta che lo avevano visto nascere, vivere la sua infanzia, sentire il suo canto. Si diresse verso la casa e dalla finestra ancora aperta si accostò alla gabbia. La porticina era ancora aperta. Entrò. E si appollaiò sul trespolo. Dopo pochi minuti arrivò  la sua padroncina, che portò scagliola fresca, cambiò l'acqua e richiuse con grande sorpresa la porticina spalancata. Pianse la padroncina perché si accorse della gabbia aperta e che nonostante la porticina fosse stata spalancata, Milu era ancora lì. E si fece pizzicare le dita dall'uccellino. Negli occhi di Milu c'erano ancora le lacrime per l'emozione ed il colore di quel cielo che aveva visitato, di quella libertà che aveva per un attimo respirato. La libertá. Ma si chiese per anni cosa fosse questa libertà, morire agli altri per assecondare il proprio egoismo o vivere anche a costo di sacrificarsi per essere con gli altri, dalla parte della loro felicità. E che senso avesse tutto l'infinito, sì, l'infinito del cielo, di quel cielo azzurro se per viverlo non ci si ritrova negli affetti di chi ci sta attorno.

Tutti i racconti

3
4
21

Il tempo e il profumo

12 December 2025

Oggi c'è il sole. Marco guarda Miriam. Sono in un giardino seduti su una panchina. L'aria è fresca, piacevole come lo sono le mattine di primavera inoltrata. Il sole colpisce il loro viso. Sono fermi a guardarsi. Lui si avvicina al volto di lei, ne percepisce il leggero profumo che la avvolge. [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Rubrus: Sulle panchine, Peynet docet. Quanto al ricordo del profumo e in genere degli [...]

  • Dax: Triste ma capita spesso...si cambia e non ci si riconosce più. like

4
5
25

La creatura 1/2

12 December 2025

Lettera del 3 maggio 19.. Mia cara Maria, scrivo dopo giorni di insonnia e febbrile agitazione. Gli scavi presso il sito di Khor-Amun si sono rivelati ben più strani di quanto potessi immaginare. Ho rinvenuto strutture che non combaciano con alcuna civiltà conosciuta: angoli che non dovrebbero [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Maria Merlo: Un like e a domani.

  • Smoki: Ecco. Ora mi tocca coscrivere gli amici per giocare ad Arkham Horror o alle [...]

3
4
31

I due gemelli

11 December 2025

«Aprimi…» disse una voce roca dall’esterno. Quando, quella notte, aprii la porta, trovai mio fratello sorridente. «Ho portato una cosa...» Rovistò nella borsa e lasciò cadere una massa giallastra sul pavimento. Sapevo cos’era, ma glielo chiesi lo stesso. «Che cos’è?» «Non la riconosci? L’ho presa.» [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Walter Fest: Per i miei gusti 5 minuti di lettura erano troppi, forse dovevi essere piu' [...]

  • Dax: bello, triste.Like

11
17
64

La Caccia

11 December 2025

Terzo giorno. Le tracce sono chiare, la preda è vicina. Respiro il fresco del mattino spronando il cavallo nel guado. Eccolo, laggiù in riva al fiume, ignaro della mia presenza. Lo chiamo, si gira pistola in pugno ma io sono più veloce. Mia è la vendetta. NdA: una nota per contestualizzare [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

4
13
33

Debunker (4/4)

10 December 2025

Il botolo ringhiante voltò il muso verso la nuova apparizione. Questa alzò un braccio simile a un ramo d’albero e lo abbassò emettendo un lungo, bizzarro fischio. Il cane smise di ringhiare, si accucciò e prese a scodinzolare. Anche quelli nel folto tacquero. Non appena il fischio cessò, il botolo [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Rubrus: A scanso di eqiuvoci: in questo testo, la IA non ci ha messo becco.

  • Aaron: Molto interessante Rubrus... Che ne dici di ricavarne un articolo per il nostro [...]

5
9
31

Bro, queste nonne sono fuori patch, giuro

Miu
10 December 2025

Nel parchetto comunale, ogni pomeriggio, va in scena un piccolo miracolo naturale: la convivenza di creature che, in un mondo sensato, non dovrebbero neanche incrociarsi. Seduto sulla panchina, Ercole, ottantasei anni, ex capotreno, occhio liquido e pazienza evaporata da tempo, osservava tutto [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • An Old Luca: Veramente uno dei lavori più benfatti che ho letto qui su LDM per i [...]

  • Smoki: AMO. TUTTO. SMODATAMENTE.
    Amo le storie di nonni e nipoti.
    Amo la differenza [...]

4
4
27

Debunker (3/4)

09 December 2025

L’altro si voltò (il poliziotto ebbe la fugace visione di un volto adolescenziale) e accelerò l’andatura. La folla, tuttavia, fece loro ala e Cogliati poté distinguere un giubbotto viola e due scarpe da ginnastica giallo acceso, come quelle di Topolino. Passamontagna si voltò di nuovo. Forse era [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Dax: azz.....Like

  • Rubrus: Temo sempre che le mie scene di azione non siano sufficientemente dinamiche. [...]

5
10
26

Il condominio 3/3

09 December 2025

L’amministratore picchiettò le dita sul tavolo. «Signor Coletti, dovrebbe cercare di comprendere che il quieto vivere dipende da tutti. Qui dentro ogni rumore ha un peso. Ogni gesto ha una conseguenza.» Vittorio sospirò, esasperato. «Vi ascolto parlare e mi sembra che stiate obbedendo a una… volontà [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • CarloAnti: Grazie Rubrus annoto il tuo suggerimento:) Purtroppo Dax al momento non ho [...]

  • Lawrence Dryvalley: il finale, secondo me, è illusoriamente positivo. le premesse portano [...]

4
3
23

Debunker (2/4)

08 December 2025

Il bar era caldo, anche se gestito da cinesi – e quelli, si sa, risparmiano su tutto, a cominciare dal riscaldamento. C’era persino l’alberello di plastica accanto all’immancabile gatto dorato che faceva “ciao, ciao” con la zampa. Cogliati pensò ai Natali della sua infanzia. Per trovare qualcuno [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

5
7
23

Il condominio 2/3

08 December 2025

Poi tornò al lavoro, ossessivo, lo straccio che scivolava sul pavimento con lena rinnovata. Quando Vittorio era già sulle scale diretto al suo appartamento, sentì ancora le parole del portinaio, come un’eco lontana: «Le norme… ma quelle non scritte, mi raccomando, solo quelle… sono tutto, qui dentro.» [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

5
7
23

Debunker (1/4)

07 December 2025

Babbo Natale era intirizzito e di malumore. O meglio, lo era il Cogliati, in piedi, vestito da Babbo Natale, all’angolo tra Piazza Grande e Via Vittorio Emanuele II. Per fortuna, però, non si vedeva. La barba finta nascondeva tutto. Peccato prudesse come se dentro ci fosse una nidiata di pulci. [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

4
5
32

Il condominio 1/3

07 December 2025

Il rito dell’inquilino del piano di sopra era sempre lo stesso: lo sciacquone del bagno a scandire il tempo, le pantofole trascinate sul pavimento. Ogni sera, alle ventitré precise, quel suono monotono rassicurava Vittorio: il mondo là fuori era caotico, ma sopra di lui qualcuno seguiva ancora [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

Torna su