La luna pendeva alta in un suggestivo cielo blu scuro, ove la luce cinerea ricreava un impulso di energia fatata che si increspava nell'aria.
Improvvisamente un fulgido raggio lunare illuminò un'insegna metallica in forma di calderone collocata sul muro di una locanda gestita da Grimilde, una ex strega della magia bianca che da tempo per ragioni "oscure" si era convertita alla magia nera.
Molti di coloro che praticavano le arti magiche, indipendentemente da dove si trovavano, avvertirono un invitante influsso, per poi a piccoli o grandi gruppi dirigersi davanti l'entrata della struttura ristorativa, in quanto all'interno si sarebbe svolta un'assemblea importante. 
Le streghe si avviarono al luogo dell'incontro con le immancabili scope volteggianti e, una volta atterrate, si dislocarono in diversi punti, tra cui Amelia, una piccola streghetta in verde età dalla nomea di anticonformista che da sola preferì venire a piedi con una curiosissima ramazza a tracolla. I maghi, invece, arrivarono attraverso delle nuvole di polvere scintillante, mentre stregoni, incantatori, alchimisti, druidi etc. giunsero a destinazione nei modi più disparati: tappeti volanti, fiamme rosse, fiamme azzurre, fiamme grigie, teletrasporti e qualsivoglia.
In seguito la frotta, tramite un passaggio nascosto della locanda, si radunò in una gigantesca sala sotterranea avente una moltitudine di candele accese, in attesa che il Consiglio Magico si decidesse ad annunciare il motivo della convocazione.
Circa un'ora dopo il Mago dei Maghi si rivolse al folto gruppo battendo per quattro volte in terra con il bastone riccamente decorato. 
«Stiamo attraversando un periodo difficile, la magia ai giorni nostri si sta indebolendo sempre di più, pertanto dobbiamo trovare una soluzione per rivitalizzarla» espose con un'espressione costernata. 
Un mormorio echeggiò, finché Amelia si fece avanti, assai motivata a dire ciò che pensava senza peli… sulla scopa.
«Innanzitutto, già in partenza non è stato rispettato uno dei fondamentali Canoni Magici» cominciò a criticare. «È normale che siamo messi male!»
«Toh, eccola lì!» esclamò Furlì con una smorfia di derisione, un mago dai lunghi capelli bianchi e dalla tonaca marrone. 
«Basta prendere in esame questa riunione» continuò Amelia, senza cagarlo di striscio. «Dovremmo stare in cerchio, invece di essere piazzati a cazzo di pipistrello.»
Gli astanti rimasero in silenzio, le considerazioni della giovane peperina non erano assolutamente da controbattere.
«Direi di unire la magia con la tecnologia! Vi saluto!» concluse, agitando la mano. 
E, con l’ausilio della sua nuova scopa dal motore a razzo, azionò il turbo e alzando il dito medio schizzò via lasciando i presenti con un palmo di naso. 
La vivace e schietta streghetta, di quel raduno, semplicemente ne aveva le ampolle piene. 

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