Da alcune settimane Celine e sua figlia Clarisse si erano trasferite a Voillette, piccolo borgo della Provenza dove un piccolo monastero accoglieva ragazze benestanti  che per alcuni mesi necessitavano di un alloggio discreto per...

"Mamma" disse Clarisse, "non pensare che io torni più a casa, terrò mio figlio e in qualche modo ce la faremo".

Celine non rispose, si sentiva tremare dentro, condivideva l'idea di sua figlia, ma aveva troppa paura di suo marito, col quale comunque non voleva più tornare da quando ne aveva scoperto il tradimento.

Erano le quattro del mattino e Clarisse non era riuscita a prendere sonno, mancavano due settimane al parto ma Celine chiamò la madre superiora che era anche una buona ostetrica.

Un lancinante vagito si sentì in tutto il monastero, Clarisse era sfinita, la madre superiora aveva temuto il peggio e aveva accelerato le manovre. 

Era nata Nadine, Clarisse fece in tempo a vederla e poi si sentì mancare, Celine non sapeva chi curare per prima, non si staccò però dal capezzale di Clarisse. La febbre salì rapidamente, "Pier, Pier" riuscì a comprendere Celine, capì, capì che si trattava del padre, la cui identità non era riuscita a carpire per tutta la gravidanza.

"Ah, Pier" pensò tra sé e sé, sì, Pier, il fidanzato di Nicolette, l'amica di Clarisse.

Clarisse si riprese a poco a poco, pian pano cominciò a prendere in braccio la sua Nadine che cresceva bene, vispa e colorita.

Venne il giorno che monsieur Labin, il padre di Clarisse si presentò con la sua carrozza al monastero, la madre superiora si sprecò in inchini e sorrisi e corse ad avvisare Celine e Clarisse.

"A casa, finalmente potete tornare a casa, Dio sia lodato!" ma a queste parole Clarisse prese in braccio la sua Nadine e uscì correndo da una porta nel retro. 

In breve fu raggiunta, presa di forza. Di Nadine le rimasero solo alcune fotografie che teneva sempre con sé.

Clarisse si ammalò gravemente, non si dava pace, venne internata in manicomio...per un lungo periodo.

"A lei, signorina Clarisse Labin, viene assegnata tutta l'eredità dei suoi genitori, pace all'anima loro", così il notaio concluse la lettura del testamento. Celine e suo marito erano rimasti vittime di un brutto incidente mentre tornavano da Montecarlo, Clarisse fu dimessa dal manicomio. Iniziò subito la ricerca della sua Nadine.

La vecchiaia giunse rapidamente. Le ricerche vane e la tristezza profonda avevano trasformato Clarisse in una vecchietta solitaria, cupa, silenziosa.

Lucille era a suo servizio da alcuni anni, aveva imparato a volerle bene e le stava vicina in modo discreto, e ancor più bene le volle da quella sera, quando aveva scoperto il segreto di Clarisse. L'aver scoperto che nella cassettina c'erano le foto di una bimba, figlia segreta di Clarisse, aveva reso più dolce e affettuoso il suo atteggiamento verso la sua padrona. Finalmente  Clarisse trascorse l'ultimo periodo della sua vita in modo più sereno, sentendo nel suo cuore il calore e l'affetto che da troppo tempo la vita le aveva negato. Nadine era sempre nel suo cuore!

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