Ma qual'è la verità? A Palermo c'è una via che si intitola così: via delle sedie volanti. E se chiedi ai palermitani, ognuno ti inventa una storia sempre nuova. Alcuni raccontano che una volta tra la via Spirito Santo e Piazza Beati Paoli nel quartiere Capo ci fu una tale "sciarra" tra due ,  che portò ad una pioggia di sedie scaraventate sullo sterrato e l'episodio rimase nella memoria popolare come prodigio per la vista di queste sedie che volavano in aria. Poi ci fu la volta dei fantasmi. Alcuni testimoni si facevano ammazzare di aver visto una mattina presto quando ancora tutti dormivano nelle proprie case alcune sedie sospese in aria e dei lenzuoli svolazzare al vento. La paura fu tanta che Totò il muratore ritornò a casa con la febbre a quaranta e non potè quel giorno andare al lavoro con grande dispiacere della Zà Maria, sua consorte, che se ne uscì con una legittima preoccupazione: "È sta sira cosa ci rami a manciari a lì picciriddi?" (E stasera cosa daremo da mangiare ai bambini?) In effetti la famiglia era numerosa, otto figli e la preoccupazione sensata. Finì che Totò dovette guarire subito dalla febbre ma gli rimase lo spavento sulla pelle che appena vedeva una sedia ed un lenzuolo scappava immediatamente in bagno perché gli si rivoltava lo stomaco al sol pensiero della sua avventura. Quando lo raccontò  ai suoi amici alla taverna risero da matti e lo pigliarono per "mbriacuni 'mbrugghiuni" (ubriacone imbroglione) ed uno se ne uscì: "È bravu Totò ca viri i seggi volanti ed i fantasmi. Ma ci nni voli a cantari sta fissarla a la Zà Maria! (E bravo Totò che vede le sedie volanti ed i fantasmi. Ma ce ne vuole a raccontare questa fandonia alla Zia Maria!) Però la storia che più è plausibile è questa. Le sedie volanti altro non erano che le portantine utilizzate dagli aristocratici per i brevi spostamenti e che venivano costruite da alcune botteghe situate proprio su questa via. Queste portantine, dotate di due robuste aste di legno, venivano portate a spalla dai servitori per le vie cittadine ed erano riccamente addobbate in relazione al grado e all’importanza del personaggio. Erano dette volanti perché, stando sulle spalle dei servitori, facevano sì che il nobile fosse posizionato sopra la testa dei passanti. Furono costruite fino all’inizio del XIX secolo, quando se ne perse l'usanza.  Una volta il barone dei La Grua Talamanca ordinò la costruzione di una sedia tutta per Lui perché potesse volare velocemente sopra le teste dei suoi contadini. E da Palermo,  proprio da una bottega in questa via, fu costruita una sedia talmente bella e leggera che gliela invidiavano i nobili più indisponenti e altezzosi d'Europa. Si dice che quando passava lui sembrava volteggiare nel cielo forse nel suo vano tentativo di vedere gli dèi del Monte Pellegrino. (Ma non erano nel Monte Olimpo?) Fu così che quando il barone mori non lo portarono dentro la cassa da morto ma lo sedettero sulla sua sedia per fargli fare l'ultimo giro mentre i contadini zappavano la terra e i suoi pecorai passavano con gli animali per salutarlo.

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