Salve, mi chiamo Adam. Sono un avvocato ed appassionato di letteratura. Questa mattina mi sono svegliato e, dopo essermi lavato, vestito ed aver fatto colazione, ho preparato la mia valigetta e sono uscito per recarmi a lavoro.
Ero in ritardo, così ho deciso di chiamare in ufficio per avvisare, ma cercato nella valigetta e nelle tasche della giacca, mi sono accorto di aver lasciato il cellulare a casa. Ero già a metà strada fra il mio appartamento e la stazio della metro, impossibilitato a tornare indietro.
Poco male, mi son detto. Leggerò durante il tragitto in metro, ben venga.
Sono arrivato alla stazione della metro, fra una folla eterogenea, come se ne vedono spesso nelle grandi città. C'erano bambini, uomini, donne e anziani di diversa nazionalità, tutti accomunati da un'unica cosa: il telefono.
Non me ne ero mai accorto prima ed in quel momento non ci ho voluto far caso più di tanto, ma vedere tutte quelle persone imbambolate sullo schermo di un cellulare era alienante, angoscioso.
Ho cercato di non pensarci, e mi sono seduto su una panchina attendendo che la metro arrivasse. Ho ripreso a leggere e mi sono staccato dal mondo.
Sentito lo stridere dei freni, ho distolto la mia attenzione dal libro ed ho guardato i binari. Eccola lì: la metropolitana stava arrivando.
Mi sono alzato e mi sono accalcato assieme alla marmaglia di persone, notando con tristezza che tanti di loro erano ancora indaffarati a tastare lo schermo dei loro telefoni.
I loro volti apparivano grigi e spenti, dagli occhi distanti; pareva di stare in mezzo a burattini di legno.
Appena salito, fra una spinta e l'altra, ho subito notato una presenza anomala a quell'esercito di sonnambuli: era una donna, da lunghi e fluenti capelli rosso vermiglio. Era seduta con un libro di Dostoevskij in mano. Le ho rivolto uno sguardo fuggente e lei mi ha sorriso.
Ho subito sentito dentro di me un calore nuovo, una stupenda sensazione, in contrasto con il gelo della folla ipnotizzata dai cellulari. Ho fatto qualche passo per avvicinarmi a lei, al posto libero adiacente al suo fianco, ma un uomo grasso e lercio mi ha preceduto, ammiccandomi uno sguardo di derisione.
Avvilito, mi sono recato nel vagone adiacente in cerca di un posto libero, camminando e facendomi spazio fra i corpi spenti e senza vita di tutte quelle persone stregate dai telefoni.
Giunto al vagone limitrofo, ho trovato subito posto accanto a due ragazzi, anch'essi intenti a smanettare sugli schermi dei loro cellulari. Quella situazione iniziava a darmi ai nervi, ma ho cercato di distrarmi ancora con la lettura.
Il mezzo è partito, smuovendo le persone rimaste in piedi come un'onda.
Leggevo concentrato, ma poco dopo ho avuto necessità di chiedere una cosa al ragazzo accanto a me:
"Scusi, saprebbe dirmi che ore sono?"
"Sono le nove e un quarto..."
"La ringrazio."
Mi sono aspettato un "prego" che non è seguito.
E' seguito il silenzio, triste e desolante.
Il silenzio è stato poi sostituito dal mio sgomento, dalla mia perplessità.
Ero in ritardo per arrivare a lavoro, ma non era quello il problema.
Qual era il problema, allora? Quel ragazzo.
Non si era nemmeno girato a rispondere ed era rimasto con gli occhi fissi sul cellulare, con la bava alla bocca. Metteva un misto fra pena e paura, una scena grottesca a vedersi. Ho provato disgusto nel vedere che tutte le altre persone presenti versavano nella stessa situazione: nessuno parlava e nessuno fiatava. Erano tutti indistintamente stregati dai loro telefoni.
A quello sdegno è seguita la vergogna.
Davvero?
Davvero io ho un aspetto così idiota quando non dimentico il telefono a casa?
Io che amo la letteratura, il dibattito, l'arte... Davvero anche io appaio così, visto dall'esterno?
Questi pensieri mi hanno tormentato fin tanto che non li ho sedati con un altro po' di lettura. Mi sono immerso nel mio libro ancora una volta, ma poi ho avuto bisogno di un'altra informazione:
"Scusi, saprebbe dirmi che giorno è ogg...?!"
Silenzio.
SCOMPARSO. 
QUEL RAGAZZO ERA SPARITO, ASSIEME A TUTTE LE ALTRE PERSONE PRESENTI NEL VAGONE.
Di punto in bianco, ero rimasto solo. Al loro posto dei cellulari abbandonati vibravano o suonavano, sparsi come fossero appena stati lasciati cadere.
Ero spaventato, disorientato.
Cos'era successo? Non ne avevo idea.
La scena di tutti quei telefoni dimenticati, delle loro suonerie artificiose e squillanti, era terrificante. Sembrava che quei piccoli apparecchi volessero rivoltarsi contro di me da un momento all'altro, come se avessero intelligenza propria. Certo, molti di loro hanno più intelligenza dei loro padroni...
Nel panico, ho raccolto il telefono accanto a me, quello appartenuto al ragazzo che fino ad un minuto fa mi aveva detto l'orario. C'era una chiamata in arrivo.
Ho risposto sperando di contattare aiuto, ma appena aperta la chiamata sono stato investito da urla disperate. E sul display è apparso lui, in lacrime.
Lui, il ragazzo proprietario del telefono. Era rimasto imprigionato nello schermo, come un animale in una teca di vetro. Piangeva, si dimenava, urlava.
E come lui, tutte le altre persone scomparse erano nella stessa situazione.
Tutti, nessuno escluso! Erano tutti stati imprigionati dai loro cellulari!
Sono stato percorso dai brividi e nel panico ho scagliato via l'apparecchio che avevo in mano.
Sono scappato in cerca di aiuto, pestando qui e lì i telefoni rimasti sul pavimento.
Ho raggiunto il vagone adiacente, mentre il mezzo era ancora in movimento. Ho tirato un sospiro di sollievo rivendo i boccoli rossi della donna che fino a poco prima mi aveva sorriso.
Mi sono avvicinato a lei disperato, impaurito. Era ancora intenta a leggere, indisturbata.
"Signorina, che cosa è successo?! Sono scomparsi tutti! Sono stati tutti intrappolati nei loro cellulari!"
Lei si è destata dalla lettura, sorpresa. Non si era accorta di nulla. Poi mi ha detto:
"Non importa, sa? Forse è meglio così... 
Ad ogni passo avanti della tecnologia ne è corrisposto uno indietro dell'umanità. 
Il dibattito è diventato obsoleto, sostituito dalle chat, ed il codice binario ha regolato tutta la nostra esistenza. 
Le persone sprecano la loro vita su uno schermo, costruendosi un'identità stereotipata su un social network; un guscio di apparenze fasulle che contiene un flaccido essere che un tempo poteva somigliare ad una persona, ma ora non lo è più. 
É un mondo di gente che si è dimenticata cosa vuol dire essere, sognare, esistere... 
Lei vuol vivere in un mondo così?
Alla morte corrisponde nuova vita, e per ogni fine c'è un nuovo inizio..."
Sono rimasto in silenzio, senza nulla da ribattere.
Si è udito stridere di freni e la metro ha raggiunto un'altra fermata.
La stazione era deserta .
Lei mi ha preso per mano e siamo scesi. Il silenzio era spettrale, spezzato di tanto in tanto da qualche suoneria, da qualche grido di aiuto. Ma ormai non c'era più niente da fare.
Ci siamo diretti verso l'uscita, dove la luce solare illuminava un nuovo mondo, una nuova era.
Mentre camminavamo, la donna dai capelli rossi mi guardato negli occhi e mi ha detto:
"Comunque che sgarbata! Il mio nome è Eva, piacere!"
"Salve signorina, il mio nome è ..."

Tutti i racconti

4
4
11

Sorriso Di Luna

16 June 2025

Si schiarisce il cielo della notte dopo la tempesta d'estate che si arrende ai raggi di luna, abbandonati sul tuo attraente sorriso di luna crescente, somiglia alla nostra passione, prima come fresco torrente d'impeto, poi estasi del riflesso della pace che mostri con orgoglio scintillante, [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

12
10
59

Obsession

16 June 2025

"Mo' passando per via Toledo, appena dopo il magazzino di don Tiberio Sgambati.” "Quando?” "Non mi ricordo. Sa, era in uno di quei giorni afosi di agosto in cui chi non era andato al mare rimaneva segregato in casa al riparo di serrande sbarrate alla luce della canicola. Fu allora che incrociai [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Rubrus: Credo che tecnicamente sia un caso di "erotomania"; il soggetto cioè [...]

  • An Old Luca: Bravo Paolo.
    Catturato dalla situazione e dallo sviluppo e sorpreso all'ultimo!
    Ricetta [...]

5
6
24

La luce e l'oscurità

15 June 2025

La luce e l'oscurità Ci sono mani che pregano e mani tese in avanti per non sbattere Ci sono occhi che ammirano una nascita e occhi chiusi per un addio Ci sono piedi che attraversano nuvole e piedi che scottano Ci sono pensieri che danno libertà ed altri che rinchiudono per sempre Ci sono vite [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

  • Dax: La poesia arriva diretta...like

  • Oggetti Smarriti: Una poesia sentita, limpida e sincera, che riesce a comunicare un messaggio [...]

7
7
30

Stazione

15 June 2025

Cammini con passo incerto questa mia vita, in bilico su un binario morto. Passeggiare annoiato di un viaggiatore sbadigliante che attende in una stazione vuota, qualcosa che non sa. Mi hai giurato amore, perfetto come una circonferenza, incantevole illusione, consunta da brevi lacune di felicità. [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

5
9
33

La finestra verde

14 June 2025

“Mamma, mamma, corri, c’è qualcuno che mi spia dalla finestra!” La giovane donna salì di corsa la lunga scalinata. Fu aggredita da un’improvvisa tachicardia che l’accompagnò per tutto il tragitto fino alla camera del figlio. È vero, i bambini sono molto creativi e fantasiosi, ma il suo grido d’aiuto [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

5
9
30

Ascia Nera

Dax
14 June 2025

Trom posò il guanto corazzato sulla porta di legno della taverna. Le lanterne ardevano già, e il tramonto aveva lasciato dietro di sé un alone rosato su nuvole color latte. Quando i cardini gemettero, l’odore di fumo e maiale arrosto lo accolse come un vecchio amico. Varcò la soglia. Si fermò. [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Dax: Scure nera è carino, magari di può modificare il titolo....

  • Lo Scrittore: ben scritto, descrizione perfetta e divagazione sul tema Nani - Gimli della [...]

5
3
20

Baobab

13 June 2025

Baobab Ballonzolando beatamente come un babbuino sopra un baobab nell'isola di Bora Bora, durante la festa della befana, mi balenò per la testa che a Bologna c'era la sagra del bombolone e del budino alla banana con bacche di betulla. Così invitai la badante bielorussa di mia nonna Brenda che [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

7
12
22

Lei e Pasquale

13 June 2025

Aveva litigato con Serena. Donato lo ascoltava in silenzio, seduto allo stesso tavolo del dopolavoro. "… Dopo dieci anni di matrimonio Martina ancora si comporta come una bambina. Non mi rivolge la parola. Se faccio io il primo passo mi ignora, esce di casa senza dire dove va, salta il pasto e..." [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Ondine: Scorrevole, divertente e ben scritto.

  • Lo Scrittore: prima del web gli appuntamenti al buio era di tutt'altro tipo. c'era [...]

8
16
65

Forme e colori a Boccadasse

Storie colorate

12 June 2025

L'Italia è un paese fantastico, un paese unico, un paese che se qualcuno avesse voluto inventarlo mai avrebbe potuto farlo così bello e perciò amici lettori eccoci di fronte a una visione spettacolare, vengo a parlarvi di una storia che ha come protagonista un sassofonista di Boccadasse, antico [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

5
7
72

INSONNIA

12 June 2025

Buonasera Notte, mi farai dormire? Buonasera a Te, che mi vieni a cercare, a me ora ti volgi chè ti porti alle stelle? Che miele, sei antica! ma dimmi: stanotte mi farai riposare? Sai bene chi è prima causa di sé, nemmeno rispondo… ti svelo però che dentro tu trovi chi rallentare la sua imprimitura, [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Domenico Caricasulo: Mimmo ok, grazie a tutti per i like, per questa volta e l'altra... La realtà [...]

  • Riccardo: shakespeariano pensiero...piu in profondità
    amletico nelle numerevoli [...]

7
10
34

Lanterna...

Da leggere dopo il racconto "Seconda stella a destra"

11 June 2025

Ho freddo… Qui, fuori, è tutto buio. Sopra, lontano lontano, si intravedono minacciose nuvole nere che viaggiano spostate dal vento e innumerevoli puntini luminosi, che sembrano irraggiungibili. Siamo in dieci, tutte sorelle e tutte ancora trattenute al suolo da una cordicella. Alberto aveva [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

5
12
31

La curva dell'imprevisto (3/3)

Un imprevisto non avvisa. Entra in scena, e riscrive tutto

11 June 2025

Tremava, ma sapeva esattamente perché era lì. James, intanto, stava parlando sottovoce con il suo manager. Poi si voltò verso la sala. I suoi occhi incrociarono quelli di Amanda. E si fermò, sgranando gli occhi. Amanda sentì un brivido lungo la schiena. Lui la stava guardando. E le stava sorridendo. [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Ondine: Intanto benvenuta. Ho letto tutti e tre le parti, si legge con piacere, forse [...]

  • Lawrence Dryvalley: Lette tutte le parti. Ok, il romance non è nelle mie corde (anche se [...]

Torna su