«Abbiamo un detto, sulla Terra: “Il medico pietoso fa la piaga purulenta”. E, dato che l’idea è vostra...».
Srexis esitò, poi disse «Ecco… è come mangiate, tanto per cominciare».
«Come?» Ambra era decisamente sorpresa. Avevano gustato il cibo locale senza troppa difficoltà. Certo, non avevano adoperato posate perché quelle locali erano concepite per creature tridattili così le avevano sostituite con minuscoli spiedi però…
«Non è tanto il come» proseguì Srexis «ma il quanto. Sappiamo che l’ottanta per cento serve a mantenere costante la temperatura corporea, però...».
«.. però vederlo fa tutt’altro effetto» concluse Shassta.
Neanche sulla Terra era di buon gusto, per un ospite, abbuffarsi come se non ci fosse un domani, pensò Max, però su Erpethia la scala dei valori poteva essere differente. «Potete essere più specifici?» chiese.
«È spaventoso. È come assistere al pasto di belve feroci» rispose Shassta.
Avevano paura, comprese Ambra. Non era semplice disgusto.
«Sul vostro pianeta gli sbalzi di temperatura sono molto più rilevanti che da noi, perciò essere omeotermi costituisce un vantaggio notevole. Mantenere la temperatura costante, tuttavia, richiede una grande quantità di cibo...» disse Srexis.
«...e il bisogno di cibo vi rende particolarmente aggressivi» riprese Shassta «Voi non ve ne rendente conto, ma per noi è diverso. Del resto...» aprì la bocca mostrando i piccoli denti aguzzi, tutti simili «noi siamo carnivori che sono poco a poco diventati onnivori, voi granivori che hanno imparato a mangiare carne».
"Rettili pacifisti" – pensò Max trattenendosi dal dirlo – "questa dovevo ancora sentirla". «Insomma, il sangue caldo rende feroci» disse invece. Era un po’ piccato, ma doveva ammettere che la teoria reggeva.
«Oh, quella è la ragione secondaria» disse Shassta «la ragione principale, secondo noi, è... » Fu Srexis a indicare, un’altra volta, il seno di Ambra «Non troviamo affatto attraenti quelle gobbe abnormi. È evidente che non possono essere piene di latte. A proposito, lo sapete che è sudore modificato?».
«Certo» fece Ambra, stizzita suo malgrado. Ne aveva avuto la conferma proprio lì, su Herpetia. I mammiferi del pianeta non avevano ghiandole mammarie vere e proprie. Le femmine producevano un'abbondante sudorazione e i piccoli suggevano il liquido che stillava dai peli del petto.
«Si tratta evidentemente di una forma di competizione sessuale. Proprio come l’apparato urogenitale dei vostri maschi. Del tutto sproporzionato e sovradimensionato rispetto alle necessità».
Max non seppe se sentirsi lusingato o offeso. Sapeva che Srexis aveva ragione: gli studi sui primati terrestri lo confermavano: forma e dimensioni dell’apparato riproduttivo maschile erano ("anche", sottolineò mentalmente) richiami sessuali.
«Ancora una volta, non intendiamo offendere» disse Shassta «anche con la nostra specie l’evoluzione ha usato il medesimo trucco. Solo che funziona in modo diverso».
«Dimorfismo sessuale» disse Ambra. Le femmine dei Sauriani erano molto più piccole dei maschi. Shassta era alto circa un metro e mezzo, ma Srexis non superava il metro.
«Precisamente. Ora seguite il mio ragionamento» disse Srexis «sei un bipede intelligente, o aspirante tale, con arti prensili in un ambiente selvaggio. La tua vera arma è il cervello, ma per svilupparlo occorre tempo. Anni. Occorre che un individuo, la madre è la scelta più logica, se ne occupi in via esclusiva per un pezzo. Ecco quindi che almeno un altro individuo, il padre diciamo, le procuri il cibo e la protegga preservando così anche i propri geni. Da questo punto di vista le nostre specie hanno caratteristiche identiche, non trovate?».
«Conosco alcune persone, sulla Terra, che la pesterebbero a sangue per aver detto una cosa del genere».
«Sull’uguaglianza tra noi e voi?».
«Non esattamente, ma prosegua».
«Una volta deposto l’uovo, i nostri nidi devono essere protetti; in più, dopo la schiusa, i nostri piccoli sono inetti, proprio come i vostri. La femmina deve quindi assicurarsi che il maschio rimanga nelle vicinanze ed ecco i richiami di cui si parlava prima… anche se devo ammettere che nel vostro caso la natura è stata più sottile. Ma il suo capolavoro è stato un altro». Indicò una macchia scagliosa e variopinta al centro del petto di Srexis «Tra alcuni giorni i colori di quella macchia diverranno più accessi e Srexis emetterà un odore particolare. Sarà il segno che è in estro. Se vorrò concepire un figlio con lei dovrò accoppiarmi in quel periodo. Quanto a quello che accade in altri periodi...».
«Ma noi umani abbiamo l’estro nascosto».
«Esattamente! Lei non sa quando la sua compagna è fertile. Saprete che il nostro olfatto è più sviluppato del vostro. Ebbene, la informo che, in questo momento, la sua compagna sta… non ricordo la parola».
«Ovulando» disse Ambra.
«Proprio così. Ma lei non se ne è accorto. Non è in grado di distinguere i periodi fertili dagli altri. Perciò è costretto a starle sempre vicino. A essere sempre protettivo. E possessivo, come ha dimostrato poco fa quando le ho fissato le mammelle».
«E anche aggressivo. Un fattore molto più importante, nel determinare il vostro comportamento, del bisogno di assumere cibo in grande quantità» chiosò Srexis.
«Alcuni di noi a volte lo chiamano “amore”» disse Ambra «o parte di esso».
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