Il collegamento con i network televisivi fu compito dell’Ufficiale di Rotta:

“Professore, i nostri spettatori chiedono se ci può spiegare come avverrà il giro intorno a Giove dei tre corpi, in pratica come sarà il contatto?”

“Certamente. Il Messaggero ha impostato un’orbita che passa vicino ai poli e per questo noi abbiamo fatto la stessa scelta. 

Una volta sganciata la sanguisuga la settimana scorsa (che sta facendo la sua curva per affiancare il Messaggero) la nave terrestre andrà a girare intorno a Giove da Nord verso Sud e, con un curioso balletto, sarà stata raggiunta e sorpassata dalla coppia Messaggero-Sanguisuga; altrettanto giocheranno a nascondino dietro a Giove: noi orbitiamo stabili, loro accelerano, ci sorpassano e scappano, poi li vedremo di nuovo dopo circa un’ora, quando rallenteranno e la loro curva si allargherà quasi come una ellisse.”

“E l’aggancio quando avverrà? Voi lo vedrete?”

“Probabilmente si, Albert ha una finestra di manovra che può gestire, noi saremo impegnati a verificare l’arrivo dei dati. La filmeremo ovviamente e penso si vedrà una trottola impazzita passare ad arco sopra le nostre teste alternato a Giove.”

“Quindi anche voi girerete intorno all'asse?”

“Se non fossimo in caduta libera, sarebbe l’ottovolante più grande del mondo! Immaginatevi di veder passare il Gigante Gassoso dall'oblò, occupare una buona fetta della visuale e poi sparire fino al prossimo giro: questo richiede un certo sforzo di concentrazione per realizzare che in realtà è fermo e tu stai girando, solo a pensarci verrebbe la nausea ma per fortuna quassù abbiamo imparato a non farci caso!”

Il resto dell’avvicinamento era fatto di lunghe routine in cui tutto seguiva un preciso protocollo e scarsi ritocchi. Tutti erano in attesa del contatto visivo quando la Coppia (ormai tutti la chiamavano così dopo l’intervista) sarebbe apparsa dall'orizzonte di Giove e il lavoro di osservazione sarebbe diventato preponderante: Tre telecamere nello spettro visibile, due all'infrarosso e due agli ultravioletti e raggi X più sei antenne per la ricezione dati mettevano in pratica il detto “Abbondare è meglio che deficere” e i tre astronauti si erano spartiti il lavoro per essere loro stessi ridondanti.

“Contatto in tre… due… uno… Albert, ci sei?”

“Si equipaggio, vi ricevo e vi ho inviato i dati fino a qui raccolti. Il Messaggero sta cambiando rotta mi dedico all'inseguimento. Chiudo”

Sulla nave ci fu un attimo di silenzio. Tutti scrutarono i monitor delle telecamere alla ricerca di un dettaglio significativo: sembrava di vedere una monetina roteare per aria preceduta da un insetto/elica che manteneva il passo per sfuggirgli. In realtà le telecamere inseguivano gli oggetti aggiustando rotazione e velocità, tutto il resto appariva come una serie di numeri affidati all'esperienza degli astronauti. In quei momenti concitati non avevano il tempo necessario per valutare l’avvicinamento tra i due… “Qualcuno a Terra lo farà”.

Passato l’istante tornarono i protocolli di verifica: le immagini, i dati, le registrazioni, tutto procedeva come previsto e gli strumenti misuravano passo passo l’evolversi delle rotte.

“Albert tra poco sarai oscurato, dacci un aggiornamento”

“Procedo con l’approccio, sembra che il Messaggero abbia completato le manovre. Non vedrete l’attracco ma comunque la traiettoria iperbolica ci renderà visibili come da programma”

“Ricevuto Albert, procedi pure. Noi abbiamo pensato di lanciare un paio di satelliti ripetitori.”

“… Affermativo.” 

Il comandante era perplesso. Albert non aveva risposto immediatamente, segno che la sua potenza di calcolo era impegnata altrove. Forse a valutare l’eventualità di immagini in tempo reale anziché registrate e poi ritrasmesse alla nave? Quella singola parola prima di sparire dietro l’orizzonte aveva un altro peso…<Affermativo>.

Da un ripetitore arrivò un pacchetto di dati con un messaggio di testo:


 

Il Messaggero ha comunicato con me, non saprei bene spiegare come sia riuscito ma ha interpretato la mia programmazione e mi ha trasmesso i suoi parametri di rotta e la sua storia.

Prima di tutto è un rottame, sostanzialmente un motore e questa materia organica sulla superficie è composta dai resti di parte dei suoi passeggeri. L’intera nave è andata distrutta in battaglia e riesce a manovrare poco e male, per questo sfrutta la gravità. Ho le mappe e le mete degli ultimi centrosessanta mila anni di navigazione, sono eccezionali e ha percorso distanze incredibili ma adesso lo abbiamo messo nei guai: quando l’ho intercettato, col peso della sonda ho cambiato completamente i parametri che aveva impostato per il rientro verso l’interno del Sistema Solare e non c’è modo di correggerlo adesso.

In ogni caso, vi trasmetto tutti i dati raccolti e vi lancio il pacco col materiale da analizzare, sarà sufficiente per il momento. Silenzio radio tra pochi istanti.

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