Arrivati all’autorimessa Frank Tudesky era ormai fradicio, trasudava alcol. Dall’ufficio uscì Susan, elegante come suo solito, si avvicinò al suo uomo che le cadde tra le braccia, a stento riusciva a stare in piedi, lei lo abbracciò ma appena sentì in tanfo che emanava lo lasciò cadere come un sacco di patate, lui sbatté il ginocchio malconcio per terra è diede un urlo.

«Eh! Cristo Santo, quanto puzzi, ma che hai combinato? Dove sono i soldi?» chiese premurosa la donna.

«Aaah! Io... io non li ho, però in compenso sono ciucco come non mai» rispose Frank ridendo senza motivo.

«Che cosa stai dicendo!? Al telefono mi hai detto che...»

«Ciao Susan, ne è passato di tempo...» disse Thomas comparendo dall’altra parte della stanza.

«Thomas!? Che ci fai qui? Ti avevo detto di non cercarmi mai più» disse Susan altezzosa, irrigidendosi e guardandolo dall’alto in basso.

«Rilassati, non sono qui per te, ma per mia figlia. Chiamala... e subito» chiese dolcemente Thomas.

«Tua figlia!?» ribatté la donna con aria disgustata.

«Sì! “Mia” figlia» ribadì l’uomo guardandola negli occhi.

«È anche mia figlia se è per questo, ed è giunto il momento che inizi a stare con sua madre».

«No! troppo comodo adesso, cara mia. Tu, “avresti potuto" avere una figlia, ma hai deciso di abbandonarla, i tuoi diritti di madre sono scaduti una volta che oltrepassasti la porta di casa per andare a vivere con... con Zorro» disse Thomas indicando il pover’uomo seduto a terra.

Frank scoppio a ridere per la battuta, ignaro forse che quella fosse diretta proprio a lui.

«Per sei anni te ne sei altamente fregata! Mai, e dico mai una volta ti sei azzardata a chiedermi di farti vedere la bambina. Te ne sei lavata le mani, non mi sarei opposto se tu l’avessi voluta vedere, ma così non è stato e ora, se non ti spiace dimmi dove è Jenny».

«Ti porterò in tribunale per farmi dare l’affidamento della bambina e sarai tu a non vederla più... per molti anni. Sai conosciamo persone importanti noi!» ribatté la donna con astio.

«Non essere ridicola!» esclamò l’uomo avvicinandosi verso di lei, «se non ricordo male sei nel bel mezzo di un sequestro di persona, come lo spiegherai al giudice questo».

«Io... io... io dirò che “tu” mi hai tenuto lontano da mia figlia» riprese incerta puntando il dito contro Thomas e poi, con voce soave proseguì: «È una bambina così dolce e carina, il mio cuore di madre mi dice che deve restare con me».

«Il tuo cuore di madre!? Susan, certe volte sai essere estremamente patetica, lo sai? Nel caso non te ne fossi resa conto Jenny è un essere umano, non un giocattolo, e quando ti sarai stancata, cosa farai? Me la rispedirai come un pacco postale non gradito; finiscila! Se avessi voluto la bambina avresti fatto di tutto per poter stare con lei, anche se per pochi secondi, così si comportano le madri che tengono ai propri figli, ma ripeto, te ne sei fregata per sei anni. Porta qui la bambina!» ordinò l’ex marito.

«No!» disse Susan pestando i piedi e imbronciando il viso.

«Susan, stai mettendo a dura prova la mia pazienza, il tuo uomo qui ne è il testimone semivivente, posso essere molto persuasivo, sai?!»

Frank rise e le confermò che ero capacissimo di fare qualunque cosa e di finirla con questa farsa della madre prodiga, le disse di dargli la bambina, così sarebbe finita tutta quella stupida commedia.

Susan riottosa non voleva cedere, i nervi di Thomas stavano urlando, era in procinto di tirare fuori la pistola di Frank dalla giacca quando una forza aliena lo trattenne e una voce parlò dietro alle sue spalle:

«Qualcuno mi vuole spiegare che “minchia” sta succiedendo?»

Un uomo sulla sessantina, ben vestito che indossava un pastrano nero, una sciarpa di kashmeer beige, pantaloni neri e scarpe dello stesso colore di vernice, mani tozze e ben curate, al dito mignolo della mano destra un grosso anello con l’effigie di qualche santo, infine in testa portava un feltro grigio dei primi anni ’20. Il Don fece la sua entrata in scena, si mostrò davanti ai personaggi con la sua marmaglia di bravi, con passo lento e cadenzato, quasi compiacendosi della sua stessa camminata.

Restarono tutti bloccati come in un limbo, Frank prese a tremare, Susan si portò una mano davanti alla bocca, anche lei in preda al terrore e Thomas restò lì a guardare. Alla fine l’uomo estrasse dal cappotto un sigaro e con molta calma se lo accese, poi iniziò a parlare; informò i presenti di essere stato avvisato da uno dei suoi uomini che nell’autorimessa stava accadendo qualcosa di strano e, siccome è una persona a cui piace essere informato, aveva deciso di venire di persona a dare un’occhiata.

Dall’ufficio improvvisamente uscì Jenny, che come vide il padre le corse incontro, ma venne bloccata da uno degli uomini di Don Calogero che la prese in braccio e la portò al suo capo. Jenny era spaventata, prese a dimenarsi come una pazza, Thomas chiese che non le venisse fatto alcun male, poi aggiunse alla bambina di stare calma che presto se ne sarebbero andati via da lì. Il boss acconsentì con un cenno del capo, la prese in braccio, la guardò, le fece un piccolo complimento e poi con molta calma la passò a uno dei suoi sgherri. Il Don fece un profondo sospiro, poi si volse verso i due amanti e cominciò a prendere informazioni.

«Allura, Frank... spiegami che significa ‘sta storia... m’arrivarono voci di un rapimento e quando venni a conoscenza che lo organizzasti senza dirmi niente, senza chiedere un parere allo “Zio”; io pensavo che tra noi ci fosse un rapporto di amicizia. Tu lo sai, che puoi sempre contare sulla famighia, t’accogliemmo a braccia aperte, a tia e la signora tua. Eh! Frank, accussì mi deludi» disse il Don affabile.

«Ma perché cazzo continuate a chiamarmi Frank, io mi chiamo... Ahia!» una gran manata del boss andò a colpire la testa di Frank.

«Accura con le parole, ca ce stà la picciotta, scimunito!»  disse il Don e poi di nuovo con calma.

«Tu hai ragione Frank, ma vedi... ora come ora, ci siamo affezionati a chiamarti così e tu, per noi, sarai sempre il nostro caro Frank, non è così!?»

«C-certo Zio», disse Frank abbassando la testa, il Don si avvicinò, gli mise due dita sotto il mento e gli tirò su il muso.

«Ora, mi farebbe molto piacere, se almeno uno di voi due, mi spiegasse tutta questa storia e non dimenticate i particolari, sapete quanto mi piace sentirli raccontare», e detto ciò prese uno sgabello e si sedette davanti ai due amanti.

 

CONTINUA...

Santiago Montrés

Tutti i racconti

1
1
13

Haiku

20 April 2024

tra i primi freddi quei rossi gigli ragno - tributo al cielo Laura Lapietra ©

Tempo di lettura: 30 secondi

3
7
18

Che poi mia moglie vuole anche lei

Vita fantozziana - contiene riferimenti al sito Letture da Metropolitana su cui scriviamo

20 April 2024

Tizia è una casalinga. Madre di tre figli piccoli. Sposata con un operaio. Quando ha del tempo libero dalle sue mansioni e dal doversi curare dei figli, si diletta nella sua passione preferita: la lettura. Un giorno, navigando su internet, scopre il sito “Letture da Metropolitana”. Essendo una [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Zio Rubone: Personalmente credo che gli utenti debbano sentirli liberi di commentare anche [...]

  • Patapump: il termine perentorio della moglie mi ricorda qualcosa.. 😅
    ma cari uomini, [...]

3
9
19

Un calcio e via

Potere alla fantasia

20 April 2024

Un calcio al pallone poi di testa la prendo Provo un tacchetto faccio una finta chiedo un passaggio tutto sommato non sono malaccio stanno al gioco i ragazzini e con la fantasia godo e mi inebrio ah! Se i potenti avessero questi poteri nella memoria nascosti. N'carcio ar pallone poi la [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Antonellina: Bella esercitazione, notevole!

    Provo a raccogliere la sfida:


    Calciare [...]

  • stapelia: Ho letto il tuo testo, tutto quanto. Faccio due osservazoni esprimendo, soltanto, [...]

3
3
10

lacci

20 April 2024

lacci sciolti danzano al soffio della vita, nell'inceder dell'essenza sullo srotolante sentiero ignoto..

Tempo di lettura: 30 secondi

5
10
22

CERCANDO

Ispirazione

19 April 2024

Furtiva tengo a bada un'anima persa su nuvole di passaggio. Abissi profondi sondati da occhi curiosi. Parole appaiono esigenti, spunti di bellezza.

Tempo di lettura: 30 secondi

2
7
26

Volevo solo fare due passi

Un racconto tergiversato

19 April 2024

Mi viene voglia di fare due passi all’aperto. Quando, arrivato al parco di un paesino confinante al mio, incontro un amico con un pallone da calcio. Due tennisti di passaggio ci interpellano su un possibile due contro due al tavolo da ping-pong. - Non questa volta - rispondiamo - al massimo giochiamo [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

4
10
28

Psyco

19 April 2024

Psyco [Mamma] Ho finito di rassettare in cucina e sono stanca. Mia figlia ha detto che c’è un bel film in TV. Mannaggia che mal di schiena! Sono proprio invecchiata. Ma ora mi seggo sulla mia poltrona preferita. Davanti a me, sul tavolo basso, c’è il televisore, proprio sotto la finestra. Di [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Rubrus: A proposito del buon vecchio Hitch, a me è venuto in mente anche "La [...]

  • Zio Rubone: Grazie, @Adribel e @Pata, l'atteggiamento protettivo del figlio è [...]

5
7
27

Guscio

18 April 2024

Io, piccola noce, mi accoccolo e mi accartoccio nel mio guscio. Riposo in esso, avvolgente e protettivo. Vivo appesa a un vecchio albero, orgogliosamente in piedi da anni, forse secoli, in un giardino di un castello. Il castello ha alte mura e torri e un fossato e un ponte levatoio chiuso, ormai [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

1
2
11

Haiku

18 April 2024

acheni al vento sfioriti verso il viaggio - flusso di vita Laura Lapietra ©

Tempo di lettura: 30 secondi

4
8
14

L'uomo nasce libero ma ovunque è in catene

La società annienta l'uomo.

18 April 2024

Alterne, dure e drammatiche vicende, avevano portato il nostro protagonista Vincenzo Capperi ad adottare una definitiva e drastica soluzione. Da tempo si sentiva prigioniero nell'ambiente familiare. Prigioniero del suo lavoro, schiavo dei suoi clienti, dei suoi fornitori. Di obblighi da rispettare. [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Gennarino: Stapelia, sinceramente grazie per la tua stima e fiducia.

  • L’esilioDiRumba: Io non ho ancora la quantità di esperienza di vita di stapelia, ma condivido [...]

5
7
25

La paura non è niente

17 April 2024

La paura non è niente La paura non è niente Dammi la tua mano Un altro inverno passerà sai Ed arriverà il profumo dei fiori Stringi le tue braccia intorno a te Ma devi stare tranquilla La paura non è niente Veste solo male Forse non ha neanche un buon odore Attraversa con me il fiume Ha lente [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

3
3
15

Rugiada motivazionale

Poesia concettuale ispirata da “T con 0” di Italo Calvino e “Un infinito numero” di Sebastiano Vassalli

17 April 2024

Un elevatissimo numero di volte la nostra realtà si ripete. Se potessimo vedere ognuna di esse con occhi umani non le distingueremmo. Ogni risultato individuale originale, trovata esclusiva del proprio gusto e ingegno, è ripetuto identico ogni volta da perfetti sconosciuti, [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

  • Patapump: hai dato molte possibilità e riflessioni
    opto nel cercare di non [...]

  • stapelia: Appare più una riflessione filosofica piuttosto che una poesia,Molto [...]

Torna su