- Scusami, tu domani parti per una vacanza di piacere di una settimana all’estero, ma tua moglie allettata per un femore rotto (per tua incuria) a chi la lasci? -

- Arrangiati! …è tua madre! -

- Ma glielo hai detto almeno all’altra tua figlia? -

- Tua sorella è già in vacanza e tornerà tra quindici giorni. -

- Ah, ho capito! Il marito ottantacinquenne va a fare il fighetto solitario ad  Amsterdam, la figlia, quella da te definita brava, in vacanza in montagna mentre l’altra figlia, quella definita sempre da te stronza, che sarei io, a guardare la mamma allettata e con Alzheimer! Perfetto. -

Così trascorre una settimana di un caldo agosto del 2015, dove una figlia è intenta a prendersi cura di una mamma costretta a letto da una gamba fuori uso ma soprattutto da una memoria che non funziona più, che ti fissa senza che nessun muscolo della sua faccia si muova, quella faccia che in tempi migliori aveva sempre dispensato sorrisi e felicità. Una settimana di amorevole sacrificio e stanchezza per la figlia “stronza”, aggravata dalla schifosissima assenza di una benché minima telefonata dei due villeggianti per informarsi circa le condizioni della moglie/madre. Beh… si sa… in alta montagna il telefonino prende poco e in Olanda durante la visita a certi “musei” è meglio tenerlo spento!

Come dice quel saggio detto “il peggio non è mai morto”, ecco che si apre la porta di casa, entra il valigione spinto a fatica  dal fighetto ottantacinquenne che con ancor più fatica sale le scale per raggiungere la sua stanza. Il tempo di mettersi in libertà e lo si sente riscendere  per salutare la sua (adesso) cara mogliettina.

- Ciao Amore, come stai? Mi sei mancata tanto, lo sai? Non ho fatto altro che pensare a te! -

Vado di corsa in bagno a vomitare. In tutto questo schifo, l’altra figlia, quella definita brava… non pervenuta. Rivomito.

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