«ancora un’altra isola e poi basta»

«è la quinta volta che lo dici»

«lo giuro su tua madre!»

«simpatica, ti adoro! Comunque stavolta sarà per forza così, non avremo gasolio per tornare alla base se continueremo oltre»

«ecco, siamo d’accordo, di questa non ci sono indicazioni, sembra che nessuno ci passi mai, mi piace!»

«scendo su quello spiazzo»

«mi chiamo Alessandra, lui, mio marito nonché pilota dell’elicottero è Roberto, abbiamo deciso…»

«hai deciso!»

«abbiamo deciso di comprare un’isoletta nell’Egeo, per aiutare il popolo greco a resistere alla minaccia teutonica…»

«perché stanno a prezzi stracciati!»

«la smetti! Vorremmo costruirci un villaggio alternativo ma di lusso, con qualche migliaio di euro passerai una vacanza da sogno a contatto con la natura…»

«non ti diamo nulla, le cibarie te le procuri da solo, noi ti affittiamo la canna da pesca»

«sei stressante, brontoli sempre che durante gli atterraggi non vuoi essere disturbato, poi però interrompi il mio racconto? Sto girando un docu-film che narra l’impresa dall’inizio»

«se non la smetti lo useranno come scatola nera per l’assicurazione!»

Inizio ad abbassare lentamente l’elicottero, si alza una nuvola di sabbia finché tocca il terreno, quando la sabbia finalmente si posa vediamo due persone che si avvicinano gesticolando allegramente

«chi sono quelli?»

«turisti? Eppure questo posto dovrebbe essere fuori dalle rotte abituali, sono bianchi, anche se molto abbronzati, su di lei, bionda naturale, l’abbronzatura integrale sta molto bene»

«era un modo per dire che sono nudi? Diciamo che anche lui ha una parte abbronzata di discreto spessore»

«chissà se parlano la nostra lingua»

«lo sapremo subito» i due, all’incirca nostri coetanei, sui 35 anni, si avvicinano felici e ci salutano ridendo

«finalmente, pensavamo di morire qui senza vedere più nessuno!»

«perché, da quanto tempo siete naufragati?»

«16 anni, dal 4 febbraio 1999»

«cazzo! Nessuno è venuto a cercarvi?»

è lei a rispondere: «avevamo meno di vent’anni, volevamo fare gli alternativi e ci siamo riusciti in pieno, abbiamo abbandonato la civiltà e siamo scappati con una barca a vela, girando tra le isole dell’Egeo abbiamo beccato una tempesta proprio mentre passavamo vicino quella più abbandonata, legge di Murphy!»

continua lui il racconto: «la barca si è completamente distrutta, per fortuna i viveri si sono sparsi per tutta la spiaggia e li abbiamo recuperati, con i pezzi della barca ci siamo costruiti un rifugio ed eccoci qui» scendiamo dall’elicottero guardandoci intorno

«però, 16 anni sono tanti, non vi è mancata la civiltà?»

«all’inizio no, ci bastava stare insieme per essere felici, poi non ci è bastato più, ma non avevamo modo di farci trovare»

Alzo il ditino: «mancano due cose fondamentali, la più importante è fare le presentazioni e poi dobbiamo prendere una decisione, o vi vestite voi o ci spogliamo noi»

«io mi chiamo Patrizia e lui Stefano, per la seconda parte fate come volete, ma vi avverto che fa un caldo bestiale, i pudori tendono a scomparire da queste parti in nome della sopravvivenza»

Mia moglie non se lo fa ripetere due volte ed inizia a togliersi tutti i vestiti

«sospendi le riprese? Come farai a mettere le scene di nudo sul documentario?»

«nei punti chiave ci saranno i pixel a quadrettoni, sarà fortissimo, Robinson e la sua bionda naturale»

«scusate il nostro monologo ragazzi, io mi chiamo Roberto e lei Alessandra» spiego mentre mi spoglio, ho un po’ d’imbarazzo quando arrivo agli slip, poi mi convinco a farlo, Patrizia fa una risatina

«vi converrebbe rimanere qui un po’ di giorni, siete proprio bianchicci»

«in effetti cercavamo un’isola da comprare»

«perché, sono in vendita?» mi rendo conto che non sanno nulla, è un altro mondo quello che troveranno al loro rientro, in una mezzoretta spieghiamo tutto ciò che è successo mentre loro erano lì, dall’euro alle torri gemelle, la guerra del golfo, devastazioni in nome delle religioni e tutti gli altri avvenimenti negativi accaduti da allora, più andiamo avanti e più li vediamo perdere il buonumore, alla fine lei a mezza bocca riesce solo a dire: «perché?»

«non si è capito, è successo tutto lentamente, il potere che era, anche se con molti punti negativi, in mano al popolo, è andato a finire nelle ampie braccia delle banche» non riesco ad essere lucido nella spiegazione, Patrizia quasi piangente si è buttata sulla sabbia ed ora è il suo splendido culetto abbronzato ad interrogarmi, sono costretto a mettermi anch’io in terra, a pancia sotto per un problema sorto nel frattempo, per fortuna gli altri stanno parlando tra loro e non guardano da questa parte

«voi non conoscete neanche la potenza di Internet»

Avvicino la mia borsa, tiro fuori il computer e lo accendo, lei mi guarda stupita

«con questo siamo collegati col mondo intero, hai una persona che vorresti sentire?»

«sì, mia madre» mi dice il suo nome ed inizio a cercarla attraverso Facebook e Skype, sono fortunato, in dieci minuti riesco a trovarla

«signora, abbiamo ritrovato sua figlia, è sana e salva» giro il portatile verso di lei e mi alzo, è un momento privato, non voglio assistere.

_______________________

Un tuffo a mare ci sta tutto per attenuare la tensione, cosa avrà voluto dire con “non ci è bastato più”, problemi di coppia? L’età critica, a 35/40 anni si cambia, non sempre allo stesso modo, anche noi stiamo insieme solo perché con tutte le società a nostro nome sarebbe difficile dividerci, ci rimetteremmo un mare di soldi, classico matrimonio di facciata. Alessandra e Stefano stanno camminando sulla spiaggia, parlano gesticolando, lui è stupito dalla situazione, i cambiamenti sono epocali, lo capisco, ci metteranno un bel po’ a digerirlo i due naufraghi. Patrizia continua a parlare con la madre, hanno tantissime cose da dirsi, si è messa seduta a gambe incrociate, guardarla mi fa peggiorare la situazione, devo risolverla da solo, mi faccio una nuotata velocissima fino al largo, ritorno esausto. Ora posso uscire, ha appena finito di parlare

«è assurdo!»

«qualcosa di brutto?»

«mio padre è morto cinque anni fa, mi ha cercato fino all’ultimo, non si dava pace, non ha potuto sapere la verità» le lacrime sgorgano dai suoi occhi verdi

«mi ha lasciato una barca di soldi, povero papà, è morto non sapendo se li avrei mai ricevuti» si alza e mi abbraccia piangendo… Dio, dammi la forza… poi si gira e corre sulla spiaggia per raggiungere gli altri, lentamente mi avvicino anch’io, tutti ridono e sono felici, Stefano mi chiede di poter chiamare anche lui casa, torniamo al computer e facciamo la nuova ricerca, non siamo fortunati, trovo suo padre solo su Facebook, gli spiego come fare a messaggiarsi con lui, gli scrivo il numero del mio cellulare, può farsi chiamare lì. Alessandra continua a spiegare il mondo a Patrizia che a bocca aperta immagazzina tutte queste nuove informazioni, un nuovo mondo così diverso in due ore, è troppo in effetti, Bignami si sarebbe ucciso!

«ragazze, appena Stefano finisce di parlare col padre chiamo i soccorsi, noi non possiamo portarvi via, l’eli è biposto»

«un momento!» Ale ci blocca

«cos’hai?»

«domattina chiamiamo subito il nostro commercialista, deve immediatamente opzionare quest’isola, quando si saprà la loro storia diventerà ambitissima, tutti vorranno venire qui»

« a malincuore ti devo dare ragione, poi lo chiediamo anche a Stefano, vi dispiace rimanere un’ultima notte qui?»

«se ci siete anche voi va bene, un’altra notte insieme a quello e lo uccido, specialmente ora che vedo la fine»

«ma dai, è tanto dolce, magari fosse così questo stronzo»

«grazie tesoro, è per questo che ti amo!»

Stefano torna verso di noi

«i miei sono felicissimi di avermi ritrovato»

«ci sono delle novità, posso farti una richiesta? Un piccolo favore?»

Ovviamente è Ale a chiederglielo, accenna ad entrambi il suo progetto, lui acconsente

«ma solo per una notte, altrimenti la uccido»

Intervengo: «è bello vedere due persone che hanno le stesse aspirazioni, vedono lo stesso futuro»

«vaffanculo» in coro

«vedete che ho ragione? Stessi pensieri»

_____________________

Il tramonto è stupendo, la nostra isola diventerà una delle mete più ricercate nel turismo di lusso, Patrizia mi si avvicina

«senti… puoi farmi un favore?»

«ovvio! Quale?»

«non dire a Stefano che ho ereditato, non vorrei che si mettesse in testa qualche idea bislacca»

«glielo giuro, madame!»

«non è cattivo, infatti l’ho amato, però vivere da soli, fare le stesse cose per tutti questi anni, ti portano a ingigantire ogni difetto, ho la nausea, forse fra un anno ricorderò anche le cose positive, per ora non ci riesco»

«dove sono gli altri?»

«Stefano cucina, tua moglie gli da una mano»

«ex-moglie, siamo separati in casa»

«come mai?»

«dobbiamo rimanere insieme, abbiamo delle società in comune, in caso di separazione gli avvocati ci spolperebbero vivi»

«ma il mondo è diventato così brutto?»

«fa schifo, non c’è più una cosa bella»

mi viene da ridere

«Alessandra in cucina non l’avevo mai vista in tutta la vita»

«stavano giocando, lo riprende mentre lui si atteggia da chef, ha trovato qualcuno che lo trova divertente»

«conosco bene il suo sguardo “lo trovo divertente”»

«dici che pensa solo ad una cosa? E tu allora?»

«te ne sei accorta? Scusami, non lo faccio intenzionalmente, il nudismo rende visibili anche i pensieri»

«non devi scusarti, è natura, non sei abituato a stare nudo e mi vedi come un film porno, pensa che per non peggiorare la situazione evito di incrociare le gambe quando parlo con te»

«ti ringrazio, ma dovrei riuscire da solo ad essere serio, non sono un ragazzino»

«ripeto, non è colpa tua, è un essere provvisto di cervello proprio, ha delle reazioni incontrollabili, non puoi farci nulla»

ci pensa sopra «oggi sei l’unico che si è fatto il bagno ed ora ne paghi le conseguenze con le scottature, l’hai fatto per… quello» indicando il “coso”

«sì… scusami»

si alza, «vado a vedere se gli serve una mano»

mi lascia solo, non capisco come l’ha presa, sembrava tranquilla, ha ragione, sono pieno di scottature, vado all’elicottero, per fortuna Ale si porta sempre dietro una farmacia ambulante, mi spalmo la crema sui due punti che non avevano mai visto il sole prima di oggi, un po’ di sollievo arriva subito, una sensazione di fresco che mi rilassa, raggiungo gli altri. Un profumo di aglio e olio mi solletica le narici

«finalmente sei arrivato, è quasi pronto!|»

«il naso mi ha portato qui, serve una mano?»

«già abbiamo fatto tutto, siediti» aveva ragione Patrizia, per loro è natura, Stefano ha un’erezione notevole, ma solo io ed Ale ce ne rendiamo conto, ci guardiamo un po’ imbarazzati, ma siamo ospiti, quindi facciamo finta di nulla

«era da tanto tempo che non cucinavo seriamente, devo ringraziare Alessandra che aveva un po’ di cose a bordo, noi ormai ci eravamo abituati a bruciacchiare il pesce e mangiare frutta, qualche verdura selvatica e basta, appena torno mi faccio una parmigiana al primo ristorante che trovo»

«ma come avete fatto??»

Alessandra, continuando a riprendere: «io ho messo l’olio extra vergine bio, 22 euro al chilo e pasta di grano di kamut, 5 euro al chilo»

«qui aglio e peperoncino si trovano spontanei, non sono identici, ma vanno benissimo»

Ale preoccupata: «sbrighiamoci a mangiare, tra mezzora l’ultimo bagliore andrà via e dovrò smettere di fare riprese”

Patrizia ci rassicura: «non sarà proprio buio, il cielo stellato illumina moltissimo, poi c’è mezza luna, sarà bella per voi come prima nottata qui»

Stefano arriva con la padella fumante «a tavola!!!!»

Per qualche minuto nessuno parla, i due ragazzi penso per la goduria di sapori ritrovati, noi per guardarli, la vita ha dato loro delle rughette innaturali per la loro età, una durezza nello sguardo forse giustificata… io come avrei reagito ad una prigionia così? Quando hanno finito faccio una domanda

«dove siete nati?»

«io a Genova e Stefano in un paesino della Brianza… come si chiama?»

«Limbiate, non te lo ricordi mai?»

«perché dovrei? Comunque l’ultimo ricordo che ho della civiltà è la morte di Faber, decidemmo di partire una settimana dopo per commemorarlo, non ci portò fortuna»

«certo che è assurdo, le isole greche sono le più trafficate, possibile che nessuno sia mai passato?»

Patrizia ha una risata amara «hanno fatto lo stesso ragionamento mio, “è fuori dalle rotte, inutile passare di lì”, invece lui “ma qualcosa ci sarà, andiamo a vedere” l’idiozia pura, ovviamente appena arrivati è successo di tutto, non potevamo incontrare l’uragano a Santorini, no, doveva aspettarci in questo posto dimenticato da Dio!»

«eravamo giovani, in cerca di novità, quando ho detto “proviamo” hai detto, “ma sì, sarà divertente”, adesso è solo colpa mia?»

«lasciamo perdere, i nostri scazzi non interessano a nessuno»

«questa pasta era ottima» mi guardano tutti e tre come se fossi l’ultimo dei coglioni

 

Tutti i racconti

2
4
29

La creatura 2/2

13 December 2025

Un giorno Maria stava esaminando uno di quei reperti ed era completamente sola, immersa nella meditazione su quei segni incisi. Quando, a un tratto, sentì dei suoni: una musica disarmoniosa, del tutto fuori da ogni schema armonico. Poi vide che qualcosa si era mosso nella parete — o era la parete [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

2
4
20

Mio nonno

13 December 2025

Ognuno di noi vive o vivrà la propria morte, io vivo ogni giorno la morte degli altri. Sai nonno, il primo morto che ho visto eri tu, avevo sedici anni, ti ricordi? Ti avevano sistemato in una bara-frigo nella tua stanza al piano terreno dove impagliavi le sedie, era il tuo laboratorio. In quella [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Smoki:
    Questo nonno con gli occhi chiari e le mani magiche mi ricorda un po' [...]

  • GustavLebo: Grazie a tutti. Smoki ti ha steso forse perche è tutto vero.

3
4
28

Il tempo e il profumo

12 December 2025

Oggi c'è il sole. Marco guarda Miriam. Sono in un giardino seduti su una panchina. L'aria è fresca, piacevole come lo sono le mattine di primavera inoltrata. Il sole colpisce il loro viso. Sono fermi a guardarsi. Lui si avvicina al volto di lei, ne percepisce il leggero profumo che la avvolge. [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Rubrus: Sulle panchine, Peynet docet. Quanto al ricordo del profumo e in genere degli [...]

  • Dax: Triste ma capita spesso...si cambia e non ci si riconosce più. like

4
6
32

La creatura 1/2

12 December 2025

Lettera del 3 maggio 19.. Mia cara Maria, scrivo dopo giorni di insonnia e febbrile agitazione. Gli scavi presso il sito di Khor-Amun si sono rivelati ben più strani di quanto potessi immaginare. Ho rinvenuto strutture che non combaciano con alcuna civiltà conosciuta: angoli che non dovrebbero [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Smoki: Ecco. Ora mi tocca coscrivere gli amici per giocare ad Arkham Horror o alle [...]

  • AliDiNotte: Grazie a tutti per i commenti. Smoki è proprio l'effetto che voglio [...]

3
4
33

I due gemelli

11 December 2025

«Aprimi…» disse una voce roca dall’esterno. Quando, quella notte, aprii la porta, trovai mio fratello sorridente. «Ho portato una cosa...» Rovistò nella borsa e lasciò cadere una massa giallastra sul pavimento. Sapevo cos’era, ma glielo chiesi lo stesso. «Che cos’è?» «Non la riconosci? L’ho presa.» [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Walter Fest: Per i miei gusti 5 minuti di lettura erano troppi, forse dovevi essere piu' [...]

  • Dax: bello, triste.Like

11
17
68

La Caccia

11 December 2025

Terzo giorno. Le tracce sono chiare, la preda è vicina. Respiro il fresco del mattino spronando il cavallo nel guado. Eccolo, laggiù in riva al fiume, ignaro della mia presenza. Lo chiamo, si gira pistola in pugno ma io sono più veloce. Mia è la vendetta. NdA: una nota per contestualizzare [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

4
13
35

Debunker (4/4)

10 December 2025

Il botolo ringhiante voltò il muso verso la nuova apparizione. Questa alzò un braccio simile a un ramo d’albero e lo abbassò emettendo un lungo, bizzarro fischio. Il cane smise di ringhiare, si accucciò e prese a scodinzolare. Anche quelli nel folto tacquero. Non appena il fischio cessò, il botolo [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Rubrus: A scanso di eqiuvoci: in questo testo, la IA non ci ha messo becco.

  • Aaron: Molto interessante Rubrus... Che ne dici di ricavarne un articolo per il nostro [...]

5
9
31

Bro, queste nonne sono fuori patch, giuro

Miu
10 December 2025

Nel parchetto comunale, ogni pomeriggio, va in scena un piccolo miracolo naturale: la convivenza di creature che, in un mondo sensato, non dovrebbero neanche incrociarsi. Seduto sulla panchina, Ercole, ottantasei anni, ex capotreno, occhio liquido e pazienza evaporata da tempo, osservava tutto [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • An Old Luca: Veramente uno dei lavori più benfatti che ho letto qui su LDM per i [...]

  • Smoki: AMO. TUTTO. SMODATAMENTE.
    Amo le storie di nonni e nipoti.
    Amo la differenza [...]

4
4
27

Debunker (3/4)

09 December 2025

L’altro si voltò (il poliziotto ebbe la fugace visione di un volto adolescenziale) e accelerò l’andatura. La folla, tuttavia, fece loro ala e Cogliati poté distinguere un giubbotto viola e due scarpe da ginnastica giallo acceso, come quelle di Topolino. Passamontagna si voltò di nuovo. Forse era [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Dax: azz.....Like

  • Rubrus: Temo sempre che le mie scene di azione non siano sufficientemente dinamiche. [...]

5
10
26

Il condominio 3/3

09 December 2025

L’amministratore picchiettò le dita sul tavolo. «Signor Coletti, dovrebbe cercare di comprendere che il quieto vivere dipende da tutti. Qui dentro ogni rumore ha un peso. Ogni gesto ha una conseguenza.» Vittorio sospirò, esasperato. «Vi ascolto parlare e mi sembra che stiate obbedendo a una… volontà [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • CarloAnti: Grazie Rubrus annoto il tuo suggerimento:) Purtroppo Dax al momento non ho [...]

  • Lawrence Dryvalley: il finale, secondo me, è illusoriamente positivo. le premesse portano [...]

4
3
23

Debunker (2/4)

08 December 2025

Il bar era caldo, anche se gestito da cinesi – e quelli, si sa, risparmiano su tutto, a cominciare dal riscaldamento. C’era persino l’alberello di plastica accanto all’immancabile gatto dorato che faceva “ciao, ciao” con la zampa. Cogliati pensò ai Natali della sua infanzia. Per trovare qualcuno [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

5
7
23

Il condominio 2/3

08 December 2025

Poi tornò al lavoro, ossessivo, lo straccio che scivolava sul pavimento con lena rinnovata. Quando Vittorio era già sulle scale diretto al suo appartamento, sentì ancora le parole del portinaio, come un’eco lontana: «Le norme… ma quelle non scritte, mi raccomando, solo quelle… sono tutto, qui dentro.» [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

Torna su