Stamattina fa freddo. A Udine.
È presto.
C’è una brina bianca che ricopre i campi e si vedono nitide le montagne della Carnia innevate.
L’Austria a nord e la Slovenia a est, distano poco.
È azzurro e  terso il cielo, oggi,  e c’è un sole arancio, ma gelido, nel mezzo.
Una terra di confine. Un mondo che non è  mai stato facile da interpretare.
Questo del Friuli.
Per chi è forestiero.
Mi sto avviando verso la periferia della città. Tornando a casa.
Ai lati della statale, con la freccia sinistra lampeggiante, sul ciglio della strada c’è un’utilitaria grigia, ferma, e un signore con il pollice della mano rivolto verso l’alto che fa autostop. Come uscisse da un’altra epoca, in cui non si aveva timore del prossimo.
È imbacuccato. Ha un cappello con visiera e paraorecchie e pare un aviatore. Ha la sagoma di  un uomo anziano. Passo oltre, ma continuo a guardarlo nello specchietto retrovisore. Nessuno si ferma.
Ripercorro la rotonda e torno indietro verso di lui.
Abbasso il finestrino. Lui si avvicina. Gli occhi sono celesti, come quelli di mio padre.
È uno sguardo buono ed io sono in una fase dell’esistenza in cui elemosino vita.
Mi chiede se gli posso dare un passaggio fino a casa. Abita poco distante, in via Lumignacco, a un paio di chilometri da lì.
È rimasto senza benzina. Ha una tanica in garage. Basta un passaggio fino a casa. Mi è successa la stessa cosa tante volte.
Non mi sposta niente. Ho tempo io. Sono una donna fortunata. Ho tempo per crogiolarmi e assentarmi dal mondo pulsante. Per qualche ora, di mattina, finché le ragazze sono a scuola.
Si chiama Evaristo. Mi chiede quanti anni penso che abbia. Circa come mio padre, conteggio. “No, ne ho ottantasei e vado per ottantasette ad aprile. Il venti.”
“Complimenti li porta benissimo”. Evaristo sorride tra sé e sé. Io penso, tra me e me,  che i nati il venti di aprile debbono avere una particolare vitalità. Parla un friulano cittadino, comprensibile. Percorro il lungo tratto di via Lumignacco e, in prossimità di un passaggio a livello, mi dice di svoltare a destra. Abita lì.

C’è un grande muro di cinta color giallo smorto che custodisce un luogo abbandonato. Che pare  non essere  mai esistito. La vegetazione ha ripreso il pieno possesso del terreno e sbuca ovunque. Mi dice di girare attorno alla muraglia. Appoggiata, su un lato della cinta, c’è una costruzione cubica di tre metri per tre metri.
È il suo garage. Accanto c’è la sua vecchia casa. Restaurata trent'anni fa. Evaristo scende e mi ringrazia. Gli dico che oramai posso anche attendere che prenda la tanica e riportarlo alla macchina. Annuisce e mi ringrazia di nuovo.
Smonto anch’io. Solleva la vecchia basculante scrostata e cigolante e io abbasso lo sguardo. C’è un gran caos nella sua autorimessa. Anche una vecchia bambola con un vestito verde speranza e un occhio solo, ammonticchiata sopra una catasta di cianfrusaglie. Mi pare d’essere indiscreta a fissarlo e rammentargli come pure lui abbia rimandato a far ordine nella sua vita. Non vorrei mai lo facessero con me. E non lo guardo nella nudità del suo caos. Mi giro e fisso la caserma abbandonata. Neppure la scritta “Zona militare, limite invalicabile” si legge più.
“Vede”, mi dice, “qui era pieno di militari” che andavano e venivano. Adesso non c’è più niente. È tutto in abbandono. È dal 1992 che non c’è più nessuno. Vengono solo quelli senza casa, d’inverno. E clandestini!”.

Osservo, per terra, davanti a quella che era la guardiola d’ingresso ci sono resti di scatole e di vassoi di cibo. Buttati lì. C’è un che di randagio, in questo posto, che fuoriesce.
“Siamo rimasti solo io e la Pina, ma adesso lei è in casa di riposo, non so se tornerà ancora. C’era tanta vita, sa! Andavano e venivano i ragazzi. A migliaia. Allora non si poteva vivere con il rumore che facevano e poi…”, abbassa il tono di voce, "c’erano  le prostitute. Che andavano e venivano. Anche loro. Lì dal passaggio livello. C’erano più militari che abitanti in Friuli”, mi dice con la tanica in mano. 
“Qui non sistemerà più niente nessuno. È pieno di eternit. Chi è che mette soldi per bonificare? Cadrà tutto a pezzi”, sentenzia. “Vede là in alto?”, e mi mostra un pezzo di altana che si sta sbriciolando.
“Qui è così. Questa era la caserma Piave”. 
Faccio mente locale ad altri luoghi simili a Palmanova, a Codroipo, in tutta la regione. Chilometri di caserme abbandonate. Per fortuna senza più un nemico a portata di mano da combattere.
Evaristo risale. Durante il tragitto per arrivare dal benzinaio, mi racconta che non si è mai sposato. È stato in Belgio. Era innamorato di Sophie, ma lei gli ha preferito un altro. Ha fatto il muratore. Poi  è andato in Svizzera. Nel 1989 è tornato a stare qui, con sua sorella e suo cognato, ma sono morti.

È rimasto solo lui. Nessun altro lo aspetta al mondo.

“Quando morirò non se ne accorgerà nessuno”, mi dice fermo.
“Mandi frute”.

Tutti i racconti

0
0
1

Aforisma

29 March 2024

Le lacrime sono come invernali pioggie che mondano le vie dell'anima, ma lasciano il cuore sommerso nello sconforto! Laura Lapietra ©

Tempo di lettura: 30 secondi

0
0
2

Il mistero del gemello scomparso

mistero mai svelato

29 March 2024

Il mistero del gemello scomparso Sono disperato, mi trovo in una situazione di estremo disagio e non so come uscirne. Ho perso di vista mio fratello gemello. Noi abbiamo una vita in comune da sempre. Non facciamo nulla da soli, sempre insieme in tutte le occasioni. Ora sono solo, lui dov’è! [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

0
0
1

Campi Sterili

29 March 2024

Attraversando campi elettrici Da campi bisenzio a campi salentina Unico ristoro: una turgida sveltina Proseguendo tra campi magnetici E psichiche interferenze Di ricordi falciatrici e illusioni meretrici Sui campi elisi approdato Come odisseo Pax-cificato et ri-concimato per elisa e per ogni santo! [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

5
5
16

IN CUCINA

Una ghiottoneria

28 March 2024

Per cena ho impastato l'amore con burro uova e farina. Ho gettato la palla nel cielo, son scese le stelle a gustarla.

Tempo di lettura: 30 secondi

3
6
17

IL CIELO AL TRAMONTO

28 March 2024

Il CIELO AL TRAMONTO NARR 1: “Il pittore, il pittore è scomparso, non c’è più. Come faremo? Lui non c'è più e noi non sappiamo cosa fare. Il quadro s’ha da finire, è indispensabile! Doveva essere un masterpiece, il suo ultimo masterpiece. Ma lui se n’è andato, non so come, è scomparso, [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

2
5
18

Le giornaliere questioni di governabilità dell’inferno - Capitolo II (finale)

Seguito di “Le giornaliere questioni di genitorialità di Belzebù”

28 March 2024

Attenzione: In questo racconto contiene passi della Sacra Bibbia. Coloro che vogliano evitarli possono leggere qualche altro mio racconto invece di questo. Buona lettura. ————————————————————————————————— Le giornaliere questioni di governabilità dell’inferno - Capitolo II (finale) Selafiele [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

6
6
24

Autunno

27 March 2024

Autunno Verrà e porterà profumo di caldarroste di mosto che ribolle di funghi e mais da sfogliare e fagioli da mettere a seccare. Verranno le nebbie intrise degli umori della terra e alberi che lasceranno andare le foglie per il loro atteso, unico e solitario viaggio d’addio. Verrà il tempo [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

  • Antonellina: Bellissima poesia!
    Hai descritto la magia di una stagione che appartiene [...]

  • Patapump: bravo Lorenzo
    sai sempre descrivere in maniera egregia 🤗
    le immagini? [...]

5
6
21

Mai chiunque….

27 March 2024

Nella tua mente non portare chiunque. Rischierebbe di perdersi nei vicoli stretti dei tuoi dinieghi,scivolando nelle curve delle tue incomprensibili contraddizioni. Negli anfratti dei tuoi euforici eccessi. Dei tuoi snervanti silenzi. Lascia entrare solo chi ama passeggiare sotto i temporali. Sotto [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

0
2
14

Le giornaliere questioni di governabilità dell’inferno - Capitolo I

Seguito di “Le giornaliere questioni di genitorialità di Belzebù”

27 March 2024

Incipit: poco dopo la visita di Belzebù e Brace in Paradiso (vedi “Le giornaliere questioni di genitorialità di Belzebù”- Capitolo III), tutto il Paradiso si indigna. Il motivo è che a parer loro ai giovani diavoli non viene data la possibilità di accedere a un’istruzione completa, come avviene [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • stapelia: Capitolo primo? I precedenti fanno parte di questo? Hai creato un mondo. Un [...]

  • L’esilioDiRumba: Certamente, mi fa piacere interessi.
    I due racconti sono correlati e sono [...]

3
11
34

Storia di una donna ossessionata dal suicidio di Luigi Tenco

Dopo aver ascoltato “Ciao amore, ciao”, scrive al marito: «Mi uccido, seppellitemi a Ricaldone». Lascia tre figli

26 March 2024

F.C. non aveva mai prestato attenzione alla musica leggera. Non sapeva chi fosse Luigi Tenco e non aveva nemmeno seguito il Festival di Sanremo, ma il suicidio del giovane cantautore l'aveva colpita profondamente. Ogni notte, F.C. lo sognava e raccontava al marito, un operaio che la sera rincasava [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • stapelia: Carola scrivi sempre in modo egregio. Sei in grado di fornire le storie di [...]

  • L’esilioDiRumba: Per quello che vale, ho letto che per un suicidio di un giovane influencer [...]

4
9
32

Perle o biglie?

poesia

26 March 2024

PERLE O BIGLIE? Siamo perle Tutte raccolte insieme sullo stesso filo Una poi l’altra infilate dal destino La [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

  • An Old Luca: stapelia: molto gradita.
    Mi sono domandato anche io se perla o biglia. [...]

  • stapelia: An Old Luca. La frase che ripeto spesso è; "non facciamoci troppe [...]

2
15
29

Questione di testa

26 March 2024

Gino non poteva credere che stesse succedendo proprio a lui. «Sono stanca di uomini vuoti, G» gli aveva ripetuto più volte prima di chiedergli – chiedergli? Dio mio l'aveva quasi implorato – di salire e quel “G.” lo faceva impazzire, gli dava l'illusione di non essere “Gino” (che razza di nome, [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Rubrus: Intendiamoci, trovo il racconto "carino", altrimenti non l'avrei [...]

  • L’esilioDiRumba: @Rubrus anche questa tua ultima battuta alla Leo Ortolani (per chi non lo conosccesse [...]

Torna su