Il rumore delle cicale era assordante.

Immersi nella campagna di Noto, tra vecchi casolari di campagna abbandonati e distese infinite di campi di granoturco, il cui giallo faceva sembrava tutto più luminoso, noi ragazzi eravamo appollaiati su un vecchio muretto a secco, quasi confusi con la natura.

Da lì a gambe penzoloni, incuranti del caldo e sopraffatti dalla noia, impegnavamo il tempo a tirar sassi  contro alcuni vetri di finestre, ormai consumate dal tempo.

La scuola era da poco finita e trascorrere le giornate era cosa assai impegnativa.

Qualche volta si andava al fiume Cassibile che scorreva a nord del paese.

Da lì ci si tuffava nelle varie anse che si creavano, con indosso solo un paio di mutande, dall’alto di un masso che fungeva da trampolino, lanciando urla da veri e propri kamikaze.

Altre volte facevamo scorribande o giocavamo alla guerra, imitando i soldati americani con le loro chewingum in bocca e il loro strano modo di parlare, sparandoci contro con dei finti fucili di legno pittati di neri.

 

Erano gli inizi degli anni ’50.

Le case e le strade portavano ancora i segni del conflitto. Dei suoi effetti ce ne accorgevamo tutti in casa quando a pranzo la mamma doveva inventarsi come riempire la pancia di ben sette persone, faticando a preparare una zuppa di vegetali.

Eravamo cinque figli, due maschi e tre femmine.

Io ero il mezzano e avevano scelto per me il nome di Francesco in omaggio al Santo di quel paese del Centro Italia, di cui papà ci raccontava spesso la storia.

Un personaggio che ammiravo perché questi  aveva una parola per tutti e nella mia mente di ragazzo di 11 anni all’epoca, fantasticavo su quale potesse essere la magia che gli permetteva di parlare agli  animali.

Papà non aveva fatto la guerra, in quanto non abile per problemi cardiaci.

Penso che fossimo stati molto fortunati ad averlo con noi in casa. Sia  perché  portava qualche soldo in più per la famiglia con lavoretti saltuari, ma anche perché  la sera ci raccontava sempre delle storie prima di andare a dormire.

In quella maniera avevamo superato le terribili notti in cui i bombardamenti facevano tremare i muri e i nostri cuori.

Intorno al fuoco del camino noi figli di quelle storie ne restavamo sempre affascinati e fantasticavamo su di esse.

Papà era figlio di un Cuntastorie che proveniva dalla città  di Paternò prima di trasferirsi a Noto.

Il nonno si chiamava Orazio e quest’ultimo  aveva insegnato al figlio la tradizione del racconto orale.

Papà custodì gelosamente tutto quello che aveva appreso pur non avendo mai praticato la professione. Ma diceva che ne aveva conservato con cura anche tutti gli strumenti atti a praticarla

Lui però preferiva l’artigianato del legno. Era falegname sebbene la bottega fosse stata distrutta dal colpo di un mortaio una notte tra le tante...

 

Sentii litigare per la prima volta i miei genitori una sera.

Stavo andando in cucina a prendere un bicchiere d'acqua.

Rimasi  nascosto dietro alla porta quanto basta per capire che i soldi erano ormai finiti e bisognava prendere al più  presto una decisione che ne portasse in casa.

Papà uscì furibondo dalla stanza e, prendendo la coppola dall’attaccapanni sul muro, sbattè la porta.

La mamma, seppur in lacrime, non era meno determinata rispetto a ciò che aveva sostenuto.

Lui rientrò dopo un'ora.

Abbracciò con slancio  la mamma. La pace era fatta e la decisione presa.

Papà avrebbe rispolverato gli insegnamenti del nonno Orazio e avrebbe portato in giro per la Sicilia “lo spettacolo del racconto”.

 

La mattina dopo a buon’ora sentii urlare: <<Francescoooooooo, scendi dal letto, sciacquati la faccia e vieni con me!>>

Feci un sobbalzo, non avevo mai visto papà così determinato, ma la cosa mi piacque.

Mi vestii in fretta e, mangiando per strada un pezzo di focaccia della mamma, ci dirigemmo verso il centro del paese.

La mano che stringeva la mia era solida e determinata e il suo volto era illuminato da una luce insolita, piena di speranza e di gioia.

Per un attimo mi sembrò quasi che stringessi la mano del Santo, quello di cui mi narrava le gesta.

Arrivammo davanti a un palazzo d’epoca, bussammo e il custode, tale Don Aurelio, vedendolo lo strinse al petto dicendogli solo: <<ti aspettavo>>.

Scendemmo negli scantinati del palazzo di proprietà di una famiglia nobile senza farci notare.

Una vecchia chiave a grimaldello aprì la porta che ci divideva dal segreto. All’interno due bauli impolverati. Li caricammo su un vecchio carretto, trascinato da un’asino che sembrava avesse cento anni e salutammo il custode che augurò ancora una volta brevemente: <<buona fortuna, amico mio>>.

Arrivati a casa li aprimmo con forte curiosità. Tutta la famiglia era intorno a questi due bauli come se ci aspettassimo, dopo l’apertura, di trovare chissà quali pietanze succulente, salami o vino, pane o frutta.

Una chimera.

Papà iniziò pian piano ad estrarre, come fa un mago col suo cilindro, rotoli e rotoli di pergamena sgualcita e anche maleodorante di muffa.

Tutti i racconti

2
4
13

Debunker (1/4)

07 December 2025

Babbo Natale era intirizzito e di malumore. O meglio, lo era il Cogliati, in piedi, vestito da Babbo Natale, all’angolo tra Piazza Grande e Via Vittorio Emanuele II. Per fortuna, però, non si vedeva. La barba finta nascondeva tutto. Peccato prudesse come se dentro ci fosse una nidiata di pulci. [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Paolo Ferazzoli PRFF: I like.
    ottimo.
    altre 3 puntate da gustare!
    Complimenti per il [...]

  • Rubrus: MM: sotto le feste le storie si allargano come le pance. Queste sono 4 parti. [...]

2
3
15

Il condominio 1/3

07 December 2025

Il rito dell’inquilino del piano di sopra era sempre lo stesso: lo sciacquone del bagno a scandire il tempo, le pantofole trascinate sul pavimento. Ogni sera, alle ventitré precise, quel suono monotono rassicurava Vittorio: il mondo là fuori era caotico, ma sopra di lui qualcuno seguiva ancora [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

2
4
34

C'era una volta Jorn, la sua casa, i suoi amici, la favola continua...

E adesso una casa museo per continuare a sognare

06 December 2025

Amici lettori, oggi vi porterò in un luogo speciale, un luogo posto in alto su una collina dalla quale si vede il mare, un luogo affascinante con una storia, anzi con più storie, un luogo da favola e come una vera favola questo racconto breve lo inizierò così. C'era una volta un artista nordico, [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • GiuliaCango: Bellissima ricostruzione della vita di questo artista danese che non conoscevo [...]

  • Rubrus: Oooh... e finalmente non si deve impazzire per cercare il link. Non conoscevo [...]

6
10
43

La vera ricchezza

Il ricordo e la saggezza di mia madre.

06 December 2025

Mia madre si chiamava Anna. Era una donna di grande saggezza e ha sempre avuto un approccio specifico nei confronti del denaro. Per lei non era altro che uno strumento, un mezzo per raggiungere il benessere e mai un traguardo. Da lei sempre presente ho appreso tante cose, anche il significato [...]

Tempo di lettura: 8 minuti

4
7
36

Il gilet giallo

05 December 2025

È passato tanto tempo e adesso ho la tua età di quando ci siamo visti l’ultima volta. Di quando ci siamo salutati in cima alla salita, quella che odiavi ma che affrontavi ogni volta come una sfida personale alla gravità — e forse anche alla vecchiaia. Me lo ricordo ancora: portavi un gilet giallo [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Dax: bello ma....si parla del padre ondel nonno del protagonista?Like

  • An Old Luca: Come scrive giustamente Paolo: impeccabile.
    Coinvolgente, scorrevole e [...]

5
9
62

Piccoli miracoli di Natale

05 December 2025

È la sera dell’antivigilia. Fuori fa un freddo assurdo, mentre nel terminal sembra di stare in una sauna. La ressa di chi parte per le vacanze o torna a casa dalla famiglia rende l’ambiente non solo estremamente rumoroso, ma anche soffocante. C’è tutto ciò che non desidero dopo una giornata di [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Walter Fest: Smoki, per "Lampo" intendesi, "guizzo, fulmine, saetta....insomma [...]

  • La Gigia: Ciao Smoki, complimenti per il racconto. Mi sono piaciuti i personaggi con [...]

3
10
38

Nulla Dies Sine Linea

04 December 2025

L’appuntamento era stato fissato per le due di quel pomeriggio. Naturalmente la mia ansia era cresciuta di ora in ora, proporzionalmente al bisogno di confrontarmi con lui. Arrivai al Café de Flore in larghissimo anticipo e, per provare ad ingannare l'attesa, mi accomodai ad uno dei tavolini [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

4
10
27

Volevo essere William Shatner 2/2

04 December 2025

A poco a poco, la leggerezza si spense. Gli amici cominciarono a evitarmi, stanchi di quel modo di fare che ormai appariva rigido e innaturale. Io non me ne accorgevo, o forse sì, ma non sapevo più come tornare indietro. Era come se quel ruolo mi fosse rimasto addosso, un’abitudine del corpo e [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • thecarnival: Grazie comunque mi fa piacere e moltissimo vi ispiri delle idee vuol dire che [...]

  • Lawrence Dryvalley: Lette le due parti e apprezzate. Anch'io ricordo le notti su Italia1 a [...]

4
6
39

In una parola, rassegnati.

03 December 2025

In una parola, rassegnati. Da quando sei cresciuta, il tuo carattere non cambierà, nessuno può realmente cambiare e se non ci credi, non prendertela con me ma con i numeri. La statistica ci insegna che nessuno cambia, sai? E gli strizzacervelli sono i primi a saperlo: lo sai che per ottenere una [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Maria Merlo: Stile deciso e buona gestione del tema scelto. Bravo.

  • ducapaso: Elena, Paolo, Spettatrice, Dax, Maria, grazie a tutti voi, ho apprezzato ognuno [...]

4
6
24

Volevo essere William Shatner 1/2

03 December 2025

Ricordo ancora quando accadde la prima volta, e come quel personaggio, o meglio, tutta quella mentalità, entrò nella mia vita. Era un pomeriggio come tanti altri e non avevo voglia di fare i compiti. Fuori il cielo era grigio; non avevo voglia di uscire e accesi la TV. Erano le 18, evidentemente, [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Rubrus: Qualche annetto fa anche io scrissi un racconto simile, ma più cupo. [...]

  • thecarnival: grazie del commento Rubrus;))) se trovi quel racconto sarei molto curioso;) [...]

7
10
42

Di stagista in stagista

Giu
02 December 2025

Giorno uno della mia presenza in azienda. Mi sistemarono in un angolo molto luminoso, proprio vicinissimo alla finestra per permettermi di avere la giusta luce quotidiana di cui avevo bisogno. Devo ammettere che mi piaceva molto la postazione che avevano scelto per me, avevo sentito dire che decisero [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

4
14
32

La Clorofilladinia

02 December 2025

“Vedrai” mi hanno detto gli amici, “prima o poi incontrerai una Clorofilladinia. A chi va ad abitare vicino al Secchia può capitare.” Ed eccola qui. Sale da me, entra in questa stanza passando dalla finestra. Non l’ho sentita sulle scale, e così oggi la conosco per la prima volta. L’ho vista attraversare [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

Torna su