In testa voleva mettersi un cappellino, ma non l’aveva trovato. Aveva i cappelli lunghi sciolti e con quelli si copriva il viso.

Era tempo di rientrare, il sole scottava nonostante fosse presto. Il riverbero del mare aumentava il potere riscaldante, forse poteva arrischiare di bagnarsi i piedi, ma per quello doveva per forza aspettare la madre che certamente, svegliatasi e non avendola trovata in camera, sarebbe uscita di corsa a cercarla. Sorrise pensando alle ansie di sua madre, ma sapeva che aveva ragione, lei non doveva e non poteva allontanarsi molto, in questo caso aveva disobbedito perché la distanza dal mare era proprio irrisoria, praticamente l’albergo dove erano alloggiati era proprio sulla spiaggia, in riva al mare.

Vide la spiaggia affollarsi di ogni tipo di soggetti. Si divertì nel cercare d’indovinare le caratteristiche di ogni singola persona. C’era la famigliola al completo, due genitori e due bambini, il maschietto brufoloso e indisponente e la femminuccia che si guardava intorno in cerca di chissà cosa. Il giovane muscoloso e solitario che con il suo asciugamano cercava un posticino appartato per distendersi al sole e mettere in mostra il suo fisico. Vide anche una coppia di anziani dalla pelle bianchissima, più della sua. Camminavano con fatica sulla sabbia calda accompagnati dal bagnino che li stava guidando verso il loro ombrellone.

Era intenta in questo innocuo giochino, quando si udirono grida e risate scomposte, era arrivato sulla spiaggia un gruppetto di ragazze, dovevano essere all’incirca una decina. Ottenuta la chiave della cabina a turno andarono a spogliarsi per uscire, poi, tutte in due pezzi molto succinti.

Quella fu una visione che procurò un certo imbarazzo in Claudia, lei non avrebbe mai potuto fare una cosa del genere. Le ragazze dovevano avere più o meno la sua età, tutte belle, sorridenti e spensierate, i corpi acerbi già abbronzati alla perfezione, nei loro movimenti gioiosi. Nella sua osservazione, ebbe modo di notare che nessuna aveva il classico segno bianco sotto il costume voleva dire che avevano preso il sole integrale. Quanta spensieratezza in quelle giovani donne, si godevano la loro gioventù senza pensieri e senza chiedersi molti perché.

Ebbe un attimo di smarrimento, ma subito dopo si riprese e continuò a osservare il mondo che gli stava davanti. Com’era diverso da quello che abitava sulle sue montagne, gente dedita al lavoro continuo, una vita fatta di sacrifici e di rinunce per poter vivere, un’esistenza semplice fatta di piccole cose. Claudia non si era mai lamentata di niente, era la sua vita. Sapeva che era inutile sperare, desiderare, aspirare a un’altra vita, ognuno aveva la sua. Le ragazze che si stavano sfrenando sulla spiaggia magari oggi si divertivano, ma dopo le vacanze magari avrebbero trascorso il resto dell’anno a studiare in qualche città assediata da problemi importanti. Lei poteva ritenersi fortunata, poteva avere sempre un mondo a disposizione che era ancora incontaminato, con o senza neve. Adesso però era stanca, la notte passata in bianco e la lunga esposizione al sole la stavano debilitando si voltò per vedere se vedeva qualcuno e fu lieta di vedere arrivare trafelata la madre.

  • "Ciao mamma – esclamò sorridendo – mi chiedevo quando saresti arrivata."
  • "Incosciente, come mai ti sei allontanata così senza dirmi niente? Lo sai che poi sono in ansia."
  • "Dai mamma, non fare la tragica, hai visto tu stessa, sono a un passo dall’albergo. Mi sono goduta un po’ il mare che non avevo mai avuto occasione di vedere così da vicino. Ora però vorrei tornare dentro, il sole picchia e ho anche fame, devo fare colazione."
  • "Va bene piccola mia, mi fa piacere che hai potuto stare un po’ in pace dopo quello che abbiamo passato, ci voleva proprio un diversivo. Ricordati però che non siamo in vacanza, questa è una sistemazione provvisoria."
  • "Si mamma, lo so benissimo, non stare a pensarci troppo ti fa solo male. Io non ci penso, è andata così, che vuoi farci."
  • "Eh! figlia mia, come fai a restare così tranquilla? Io sono notti e notti che non riesco a dormire, pensando a cosa abbiamo perso, che fine faremo. Sono in pensiero per te amore mio, tu come andrai avanti se non possiamo darti quello che serve."
  • "Non ci pensare adesso mamma, piuttosto andiamo dentro, ho fame. Speriamo che abbiano una colazione degna in questo albergo e non le solite fette biscottate e marmellata, lo sai che non le sopporto."
  • "Tranquilla ho provveduto a informare il personale che per te ci vuole altro e, devo dire, si sono messi a disposizione."

Così dicendo tolse il freno alla carrozzella sulla quale era seduta Claudia e la girò su sé stessa, poi la spinse in direzione dell’ingresso dell’albergo.

Tutti i racconti

0
0
4

Gli occhiali (1 di 2)

25 April 2024

Dopo le ferie di Natale Patrizio aveva dato di matto. Era venuto in ufficio urlando che era un regalo del cavolo, che l’anonimo donante era un vigliacco e che la faccenda non sarebbe finita lì. Sulla vigliaccheria dell’ignoto benefattore potevamo anche essere d’accordo, ma la reazione di Patrizio [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

0
0
3

Vi racconto Ludwig Van Beethoven terza parte

Il Titano della Musica

25 April 2024

Nel 1815 il fratello Carlo muore lasciando un figlio, anch’esso di nome Carlo. B. si affezionò talmente al ragazzo che approfittando della scarsa moralità della madre ne contese la tutela che la ottenne dopo una estenuante azione giudiziaria. Ma questo nipote non gli procurò che dispiacere e non [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

0
0
5

II° edizione Sarò padre

lettera al figlio che verrà

25 April 2024

Ciao piccolo mio, siamo tornati adesso dall’ospedale dove ci hanno detto che il sesso del nascituro è maschile. Tu non puoi saperlo che padre avrai e che madre, mentre noi già sappiamo molto di te. Sarai un maschietto, che al momento gode ottima salute e che, da come si muove, sembra voler uscire [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

28
31
152

La madre di Sara

24 April 2024

Sara appoggiò dei fiori sopra una sedia e si sedette sul bordo del letto accanto ad Ada, la madre, accarezzandole la testa. Poi si rivolse a Sergei, l'infermiere ucraino, un uomo gentile, ma riservato. «A colazione ha mangiato?» gli chiese. L'operatore sanitario fece un cenno negativo col capo [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • stapelia: Oggi sono particolarmente tagliente o è la mia, di sensibilità, [...]

  • Patapump: a me piace l inserimento dei girasoli
    che conoscendo un po Scili ha voluto [...]

1
2
9

Vi racconto Ludwig Van Beethoven seconda parte

Il Titano della musica

24 April 2024

Nel caso di B. la musica è il percorso della sua intera vita. Ogni attimo è la che si presenta vivo ogni qualvolta noi ci avviciniamo ad ascoltare quella meravigliosa sublime musica. Le sinfonie: che tutto esaltano, tutto circondano di dolcezza e amore. A questo aspirava B. alla dolcezza, all’amore [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Antonellina: Che bella Gennarino! La tua descrizione della figura di Beethoven è [...]

  • stapelia: Hai ritratto una figura non facile! Sul musicista si è detto e analizzato [...]

1
1
6

haiku

24 April 2024

quel picco bianco di mite maggio spicca - resta la neve Laura Lapietra ©

Tempo di lettura: 30 secondi

  • stapelia: Sempre pennellate! Riuscito anche questo! La neve si sente, con gli occhi!

0
2
16

Vi racconto Ludwig Van Beethoven prima parte

Il Titano della musica

23 April 2024

Come spesso ho avuto modo di scrivere o raccontare, sono erede di una famiglia che amava l'Arte: teatro, musica, ballo. pittura. I miei genitori avevano una grande passione per l'opera lirica. Puccini li entusiasmava ed accesero anche in me la grande passione per la lirica e l'amore per Puccini. [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • stapelia: C'è una seconda parte? La aspetto, allora.

  • Patapump: può essere utile Gennarino che segni cosi
    parte 1di3
    1di2
    in [...]

1
5
24

Tu quoque

23 April 2024

“Tu quoque, quercus!” Lo pronuncio come uno scioglilingua, più volte, con un’enfasi insolita per me che raramente mi esprimo con toni solenni. Subito rifletto e smaschero il lapsus che nasconde il “tu quoque” riferito a un minuscolo esemplare di quercus che da due anni ha preso possesso di un [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Adribel: Eh, l'azione dell'uomo è deleteria per la Natura. I bonsai poi, [...]

  • stapelia: Grazie Adribel. Tutti devono esprimere la propria opinione. Non hai necessità [...]

2
7
21

Il narratore

22 April 2024

Appariva a coloro che, la sera, si radunavano attorno al fuoco. Si annunciava con un bussare leggero alla porta e, semplicemente, chiedeva d’entrare. Raccontava storie di giganti e bambini abbandonati, di streghe e principi, di lumicini intravisti nel bosco tra le fronde smosse dal vento. Quando [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • NomadLantern: Ho letteralmente adorato questo racconto. Senza esitazione, senza esagerazione [...]

  • Rubrus: Grazie, Solitamente però i miei racconti hanno un registro diverso.

1
8
30

Un Tram Chiamato Desiderio

22 April 2024

UN TRAM CHIAMATO DESIDERIO Mollie O' Reilly era una giovane donna dai rigogliosi capelli biondi con qualche leggera sfumatura di rosso, erano solo leggermente ondulati e le conferivano un aspetto ribelle. In effetti Mollie era, non tanto ribelle, quanto coraggiosa e molto determinata. Mollie [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Zio Rubone: Ciao, Antonellina. Premetto che la storia mi è piaciuta, al netto delle [...]

  • Antonellina: Ciao Zio Rubone, conosco molto bene sia il film di Elia Kazan che l''opera [...]

1
2
18

morte di un amico

22 April 2024

Morte di un amico Il vero amico è una persona rara, è il tuo riflesso nello specchio. é sempre lì che ti guarda e risponde alle tue provocazioni con altre uguali, senza uscire, tuttavia, mai fuori dalle righe. Un amico è quello che, quando lo vai a prendere a casa per uscire, lo trovi sempre [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • stapelia: Mi sono commossa questa volta ma, nel leggere, vedo la rassegnazione! Impotenza [...]

  • Patapump: caro Lorenzo
    qui hai toccato le corde giuste
    hai saputo raccontare [...]

31
42
196

L'ultimo ballo

21 April 2024

«Sei ebrea?» Angela non rispose e rimase a fissare un punto indefinito del pavimento di quel rifugio, una piccola casa composta da una stanza scarsamente arredata. Uno strano silenzio regnò incontrastato per alcuni istanti poi spezzato dai bombardamenti sempre più vicini. Horst Kleine, capitano [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

Torna su