Mi prudeva copiosamente la testa. Poi d’un tratto dolori lancinanti. Poi di nuovo prurito e tutto questo andava a avanti per minuti, ore, giorni. I dolori erano arrivavano all’apice quando pensavo.

Tutto era iniziato da quando avevo smesso di far lavorare il cervello, cioè da quando avevo smesso di leggere, dipingere, ascoltare musica. Era come la punta di una freccia che si conficcava pian piano nella mia testa, ad ogni parola non letta, ad ogni nota non ascoltata, ad ogni pennellata non data. Ma come smettere di fare tutto ciò, soprattutto di leggere? Era la mia fuga dalle prigioni quotidiane. Era il mio mondo.

Resistetti per alcune settimane con l’aiuto di qualche bottiglia di gin e qualche calmante, ma non ne potevo più.

Una gelida giornata, il termometro digitale della farmacia segnava -4, mi recai, a piedi, dal miglior neurologo della città. Dott. Brokenbrain lessi sulla porta, e bussai. Apparve questo ometto che pareva un piccolo Einstein. Capelli bianchi ritti sulla testa e baffetti ispidi che coprivano il labbro superiore.

“Entri. Si accomodi” disse garbatamente.

Mi sedetti su una strana poltrona ricurva, con finiture in pelle nera/marrone, mentre lui preparava l’attrezzatura.

“Quali sono i sintomi prevalenti?” bofonchiò mentre era intento a posizionare schermi, faretti e quant’altro su appositi piedistalli.

“Dolori e fastidi concentrati qui, è come se provenissero da dentro la testa, e questo mi accade soprattutto quando penso.”

“Uhm” corrugò la fronte. “Si rilassi ora”.

Mi spinse delicatamente la testa all’indietro, contro il poggiatesta, poi avvicinò una sorta di macchina fotografica enorme al lato sinistro del mio volto. “Questo è l’ultimo ritrovato della medicina, ci permette di vedere in diretta cosa sta accadendo all’interno della sua tes… oh signore benedetto!..” si fermò, aveva appena acceso l’apparecchio e fissava lo schermo dinanzi a lui stupefatto, sconvolto.

“Cosa... Cosa succede?” balbettai, intimorito della risposta.

“I...Io… credo… che in tutti i miei anni di lavoro non abbia mai visto nulla del genere” disse girando lo schermo verso di me.

Piccole forme umane si agitavano copiosamente intorno a un ingranaggio che pareva bloccato, tutto questo alla base di una sorta di imbuto, che, superate le ruote dentate bloccate, si snodava in un condotto che arrivava in una stanza dalla forma rettangolare, con al suo interno altri omini e dalla quale partiva un pozzo inverso che tornava verso l’alto.

Impallidii. Ero scioccato. Ci guardammo.

Il dottore da prima sbalordito, diventò quasi curioso, insomma voleva andare in fondo alla questione. Iniziò ad armeggiare in un cassetto, poi si girò tenendo nella destra una fresa e nella mano sinistra un’enorme siringa. Ero curioso anch’io, non mi agitai e lo lasciai fare.

“Questa soluzione anestetica le addormenterà solo i neurotrasmettitori del dolore, così che lei possa rimanere perfettamente cosciente e vedere quindi, cosa si cela nella sua testa”, disse mentre premeva lo stantuffo della siringa che mi aveva conficcato nel braccio.

Mi diede in mano uno specchio e mi indicò di puntarlo verso l’alto dove ve n’era uno molto più grande, così che potessi vedere perfettamente ciò che accadeva durante l’operazione. Accese la fresa, iniziò a fare dei segni tutt’intorno alla mia scatola cranica, all’inizio solo superficiali poi via via sempre più profondi.

Non usciva molto sangue.

Poi il dottore spense e depose l’arnese, si tolse i guanti e ne indossò di nuovi, afferrò la mia testa e diede uno strattone, restando con la metà superiore del mio cranio in mano.

Si affacciò. All’interno vide decine di omini, o qualunque cosa fossero, che martellavano e cercavano di far ripartire l’ingranaggio con delle leve.

“Sto sognando forse?!” disse il dottore  tra sé e sé, asciugandosi la fronte.

“Non credo, li sto vedendo anch’io” risposi e con mia grande sorpresa mi accorsi di essere incredibilmente a mio agio, come se l’avessi sempre saputo, che dentro la mia testa c’era qualcosa di strano.

“Ha detto che il dolore si manifesta quando pensa, no?... Beh proviamo... Chi scrisse “Il castello” ? Qual’era il nome di battesimo di Caravaggio? Mi canticchi la quinta sinfonia di Beethoven.” 

Quelle domande erano entrate nella mia testa con forme concrete, simili a mattoni, da un condotto posto di lato. Erano scese giù per l’imbuto e ora si erano fermate contro l’ingranaggio. Gli omini con i martelli cercavano di frantumarle.

A poco a poco le parole si tramutarono in sabbia che scese lungo il condotto, sotto l’ingranaggio, dove altri omini si  indaffaravano a rinchiuderla in piccoli vasetti che passavano ad altri, i quali correvano a posizionarli su varie mensole della grande stanza rettangolare. Posati i primi vasetti gli omini ne prendevano altri, correvano sotto il pozzo, li mettevano in un cestino, che veniva tirato in cima da altri omini, che aprivano i vasetti, si versavano il contenuto in una mano e lo gettavano in un’apertura di fronte a quella di entrata dei mattoncini.

Balbettai qualcosa “...K…Kafka….M...M... Michelangelo Mersisi...” poi iniziai a canticchiare qualcosa.

Il dottore, ormai senza parole, avvicinò un’enorme lente di ingrandimento, con la mano tremante, all’ingranaggio. Facendo forza con un dito cercò di muovere le ruote dentate. Premette, sempre più forte, poi d’un tratto ci fu uno scoppio e l’ingranaggio rigettò fuori un conglomerato composto da vari mattoncini. Il dottore lo raccolse da terra, lo mise sotto il microscopio e guardò. I mattoncini della massa informa erano scheggiati, ma riuscì a intravedere qualcosa:

 “.. D...I...O. Ah Dio, MATR...ON...O... Matrimonio?!... PAR...NTI...Parenti! ...AV..ORO-..Lavoro!.. Ma certo!” urlò il dottore, portandosi la mano sulla fronte. “Questo cose devono aver portato ad una calcificazione nella sua mente, lei non é fatto per questa vita di routine, lei é diverso da noi tutti, se continuerà con questa vita penso che essa stessa la distruggerà.. Divorerà il suo cervello.” 

Mi richiuse la testa e mi lasciò alcune carte riguardanti la visita, ringraziai, pagai e tornai a casa.

Potevo davvero abbandonare tutto per non morire io stesso? Ormai facevo parte della società, come avrei potuto lasciare la famiglia? Il lavoro? Smettere di credere in Dio? Magari il dottore si sbagliava, dopotutto era la prima volta che vedeva un caso simile.

Ripresi la mia solita vita. dopo non molto ripresero i soliti dolori, ma non me ne curai, sarebbero passati, credevo. Poi un giorno d’un tratto sentii un fragoroso boato. “Merda!” pensai, le ruote dentate dovevano essere esplose.

Conoscendo la struttura del mio encefalo, penso che l’esplosione travolse tutti gli omini ribaltando tutte le mensole della grande stanza rettangolare. Dico, penso, perché da allora i miei ricordi sono vaghi e confusi e non faccio che continuare a parlare senza mai fermarmi. Alle volte di storia o di filosofia o di scienza o… Ho perso la capacità di pensare, di formulare idee nuove, riesco solo a scrivere qualche riga, come queste. Osservo il tramonto, gli indomabili cipressi mossi dal vento, solo un enorme cartello di fronte a me rovina il paesaggio, mi sforzo di leggerlo. Gli ultimi raggi rossi mi abbagliano.. M...MA... MANI…MANICOMIO, e, più in piccolo, PER MALATI TERMINALI.

Tutti i racconti

0
0
0

Venus Harem

Cose che succedono in mare

27 August 2025

Amici lettori eccoci ritornati io, il narratore e l'artista Adriano Valerio Deandreis, l'illustratore a coinvolgervi in storie svoltosi con la fantasia all'interno di un'opera pittorica della quale non vedete le fattezze ma ne potreste immaginare le sembianze. Avanti, non esitate e tuffatevi a [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

0
0
0

Senza Messa in piega

Dax
27 August 2025

Il dito premette deciso sul campanello rettangolare. La scritta dorata — Ricci & Capricci — si accese, un istante prima del dlin dlon. La porta satinata si aprì. Una donna dal viso paffuto e i capelli biondi fece capolino. — Sì? — Hai tempo per me? Un’occhiata all’orologio, uno strizzare d’occhi, [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

3
12
35

Una vita felice

26 August 2025

Sì, questo aveva: una vita felice. Conquistata giorno dopo giorno, affrontando problemi grandi e piccoli che si presentavano lungo il cammino. Certo, in alcuni momenti si era sentito scoraggiato — soprattutto quando certe questioni sembravano non voler finire mai, e alcune avevano avuto epiloghi [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Paolo Romano: Ringrazio per l’accoglienza e per i commenti ricevuti. So bene che, come [...]

  • Paolo Romano: Rispondendo a Rubrus: ipotizzo che, in una vita tranquillamente agiata, senza [...]

9
15
59

L'Urlo

26 August 2025

Sai ragazzo, una volta in questa foresta sentire l’Urlo voleva dire due cose: o eri una canaglia e ti assaliva la paura o eri nei guai e confidavi in un aiuto prezioso. Per decenni l’Urlo ha vegliato su queste terre. Oggi non più, ma la leggenda vive ancora. *** NdA: ho scritto questo microracconto [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Rubrus: Visionata e apprezzata la coperita "tarzanesca". La nota ci vuole [...]

  • Lawrence Dryvalley: Grazie Rubrus! Ben conscio che il fumetto popolare non è più [...]

3
3
24

Apologia del calzino spaiato - 2/2

Esercizi di nonsense

25 August 2025

Ma si può aver paura del proprio calzino? E del proprio partner? Non c’è dubbio che il calzino, se spaiato, cagioni ansia, quasi noi percepissimo il suo risentimento: starsene desolato ai piedi del letto, gli unici piedi che lui non ama, o trascinato da animali domestici verso i canti più stonati [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Ondine: D'altra parte ce lo hai segnalato nei tag: umorismo, gioco di parole, non [...]

  • Lawrence Dryvalley: Lette le due parti... mi sento spaiato! 😁 Ciao!

7
10
36

Il caffè

25 August 2025

Quella del caffè comunque è decisamente una mia mania, o un vizio, ecco. Un rito che scandisce il trascorrere della giornata, tiene a bada l’impulso pressoché onnipresente di mangiare e aiuta a sentirmi parte di una comunità che cerco in tutti i modi di immaginarmi. Comunità di cui voglio e non [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Lawrence Dryvalley: Benvenuta! E il caffé... benbevuto! Rito che abbiamo tutti nel DNA italico, [...]

  • CURZIO LUCANO: Mi ci ritrovo in quel continuo oscillare tra desiderio di far parte e bisogno [...]

3
2
33

Apologia del calzino spaiato - 1/2

Esercizi di nonsense

24 August 2025

Spaiato, è così che mi sento spesso e tutto sommato volentieri. Non me ne vergogno insomma, eppure il termine non ha accezione positiva, e chissà perché mai? Tutti noi, o quasi, si è spaiati, seppur accompagnati, nel senso che non si può considerare il proprio partner alla stregua di una scarpa [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

6
9
26

Nido di fringuelli

24 August 2025

Me l’aveva detto, quel vecchio, che da quella parte non ci dovevo andare. Ma, secondo voi, una come me, che vuole sempre l’ultima parola, può seguire il consiglio di un vecchio pazzo? Perché sì, pazzo mi era parso. Con quella barba così lunga che due fringuelli avevano persino deciso di farci un [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Lo Scrittore: allora! prima di tutto benvenuta in questa gabbia di.... uomini con barba lunga [...]

  • Lawrence Dryvalley: Benvenuta! Ci leggo la morale che è meglio passeggiare in città! [...]

10
11
39

Maledetto TripAdvisor

23 August 2025

C’era una volta... in una casa lontana lontana, una principessa non più giovanissima, ma ancora ben tenuta. Viveva una vita spensierata, godendo di tutte le sue fortune. Talvolta, osservava con un misto di stupore e fastidio i comuni mortali, che si affannavano per i loro tormenti. Li giudicava [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

7
7
80

Acqua di cocco

23 August 2025

Quando sono entrata in quel bar quella sera tutto mi sembrava poco chiaro. Le luci erano soffuse e mi attirava terribilmente quel profumo di fiori da campo. È strano, non credi? Un bar che ha un odore di fiori da campo, era cosi strano: eppure sembrava così. Mi accomodai al tavolino in fondo, in [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

9
7
37

Sabbia

Profezia del vento

22 August 2025

Dalle colline di quel monte, che solo i suoi antenati ne conoscevano il nome, fatto di rocce sgretolate, sassi appuntiti , scendeva il ragazzo. Non era un vero e proprio sentiero, ma tra spine e rovi riusciva a trovarne il varco. Sotto di lui solo una enorme distesa rossa, e rami di ulivo arsi [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Adribel: Complimenti per questa voce divina che hai saputo evocare.

  • zeroassoluto: Una voce che pochissimi ascoltano.
    Mi ricorda il grande fotografo Salgato [...]

8
9
38

Un epitaffio per il povero Arturo

22 August 2025

“Strano che abbiano pensato proprio al nostro asilo per girare la scena di un film.” fece la giovane maestra ravvivandosi la folta chioma quasi crespa mentre camminava lungo il corridoio. Guardandola, Lionel non poté fare a meno di pensare a una zuppiera d'insalata riccia. “Beh, non sono io a scegliere [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • zeroassoluto: L'unione fa la forza.
    Metti un bambino "traquillo" assieme [...]

  • Cherie: Cinica rappresentazione della realtà: piccoli despota crescono e i grandi [...]

Torna su