Lei, una giovane bella Novizia, o Conversa (da bimbo la differenza mi sfuggiva), apparve d’improvviso dalla penombra di un corridoio, abbracciandomi. Mi sembrò un Angelo e dissi – Ciao Suor Angelica –, e la suorina mi sorrise.

Io invece ero un bimbetto di sette anni; tranquillo, senza ancora l’ansia di voler diventare grande e che ancora amava tanto le coccole. E quell’abbraccio mi piacque.

Correva l’A.D. MCML, primo mitico Anno Santo dopo la seconda guerra mondiale. Per partecipare al Giubileo tanti pellegrini accorrevano da tutto il mondo a Roma, capitale di una Chiesa Cattolica ancora preconciliare il cui Sommo Pontefice procedeva fra la folla dei fedeli non a piedi o in auto scoperta, ma su una “Sedia Gestatoria”, cioè un trono mobile, portato a spalla in processione come la statua di un santo.

I dodici “sediari pontifici”, dodici come i dodici apostoli, trasportavano quel Santo vivente non come a ferragosto per l’Assunta o San Rocco, gli esagitati popolani delle nostre contrade, ma con la flemma apparente del fior fiore della “nobiltà nera”, dai rampolli dei Massimo a quelli degli Orsini.

Anche le suore della mia scuola, religiose tutt’altro che bigotte, ma radicate fra il popolo, resero disponibile parte dell'edificio, scuola e convento, per ospitare la loro quota di pellegrini, senza disagi per noi bambini se non l’allestimento di bagni provvisori al piano di sopra. E fu mentre percorrevo un breve tratto del corridoio, che conduceva anche alle cellette delle suore, quando la novizia, sorridente e materna, mi venne incontro.

Poi pian piano, mentre accarezzava le mie manine e con un leggerissimo bacio mi sfiorava la fronte, anche il suo sorriso si spegneva, il volto s’incupiva e le apparvero alcune lacrime che, cadendomi sulle gote, mi turbarono. Poi, quando le dissi che avevo sette anni, d’improvviso interruppe quell’abbraccio, mi lasciò andare e si allontanò di corsa lasciandomi col ricordo di quel velo sventolante sopra le sue spalle.Q

uando, a casa, ne parlai alla mamma quel suo volto aperto, il sorriso protettivo, lo sguardo autorevole, quel suo abbraccio che trasmetteva tepore, mi tranquillizzò. E ancor più rasserenanti furono le sue parole.

“Vedi, caro Enrico, quando una giovane donna come quella suorina, decide di non sposarsi ma di diventare sposa di Gesù, prendendo il velo rinuncia anche alla maternità. Non sarà mamma e questo può pesare molto su una donna. E quella novizia, nell’incontrarti all'improvviso lungo quel corridoio così ombroso deve aver pensato al peso che si è accollata per sempre. La preghiera certamente la aiuterà a superare questo momento e ne uscirà rafforzata nella fede”.

Angelica, la novizia, non l’avrei più rivista, e non ci pensai più. La dimenticai, almeno così credetti.

 

Anni dopo divenni melomane, anzi di più: melomaniaco, ed esplorando le Opere di Puccini, che l’animo delle donne sapeva coglierlo in tutte le sue recondite sfumature, incontrai, con il “Tabarro” e “Gianni Schicchi”, il “Trittico” dato nel 1918 in Prima mondiale al Metropolitan di New York, in “Suor Angelica”, libretto di Giovacchino Forzano.

Era il 1964 quando, ventunenne di belle speranze, ascoltavo un’indimenticabile incisione discografica di due anni prima, con Renata Tebaldi (Suor Angelica), Voce d’Angelo per Toscanini, e Giulietta Simionato (la Zia Principessa), coro e orchestra del Maggio Musicale Fiorentino diretta da Lamberto Gardelli, seguendo le parole sul libretto, ebbi diverse sorprese e provai molteplici emozioni.

Sul finire del ’600, la suora è rinchiusa ormai da sette lunghi anni in un monastero di clausura nel senese. “Sette anni?”, trasalii e, “Ma è la stessa età che avevo il giorno che incontrai la mia suorina!”, mi risposi.

La religiosa, come si conosceva dal libretto, doveva scontare un peccato d’amore, attraverso innanzi tutto la privazione del frutto di quell’amore, per celare la “vergogna” di un figlio naturale che macchiava quel nobile casato.

“Ma quel figlio avrei potuto essere io!?!”.

Sono anni che Angelica, costretta a prendere il velo, più nulla sa di quel “frutto del suo peccato”, il bimbo che appena nato le fu violentemente tolto dalle braccia.

Nella “pace” del chiostro, Angelica fa parte, senza riuscire a integrarsi realmente, di una comunità femminile gerarchica; al vertice la Badessa, la Zelatrice e la Maestra delle Novizie e poi tutte le altre: Suor Genovieffa, Suor Osmina, Suor Dolcina, la suora infermiera, le cercatrici, le novizie e le converse.

E vive il suo tormentato e malinconico quotidiano cercando conforto nella preghiera alla Vergine. «Tutto ho offerto alla Vergine… sì… tutto,/ma v’è un’offerta che non posso fare:/alla Madre soave delle Madri,/non posso offrire di scordar… mio figlio!/Mio figlio, il figlio mio!/La creatura che mi fu strappata!/Che ho veduto e ho baciato una sol volta!/Creatura mia! Creatura mia lontana!».

“Ecco il perché di quel pianto a calde lacrime della suorina quando avevo sette anni!”.

Quando apprende che la Zia Principessa la attende in parlatorio, Angelica spera nella fine del suo tormento e nel tanto desiderato perdono. Le chiederà invece di regolare una questione patrimoniale, non comunicandole notizie del suo bambino, che Angelica deve quasi strapparle di bocca.

«Parlatemi di lui!/Com’è, com’è mio figlio?/Com’è dolce il suo volto?/Come sono i suoi occhi?/Parlatemi di lui!/di mio figlio… mio figlio».

La vecchia non risponde.

«Perché tacete?/Perché tacete?/Un altro istante di questo silenzio/e vi dannate per l’eternità!/La Vergine ci ascolta e Lei vi giudica!».

Poi poche fredde parole. «Or son due anni,/venne colpito da/fiero morbo…/Tutto fu fatto per salvarlo…».

«È morto?». La zia curva il capo e tace, e «Ah!», Suor Angelica grida e cade in terra di schianto.

“Crudeli! Due anni, una malattia grave, e la morte, senza mai informare lei, la madre!”.

 

Angelica rimane sola.

«Senza mamma,/o bimbo, tu sei morto!/Le tue labbra,/senza i baci miei,/scoloriron/fredde, fredde!/E chiudesti,/bimbo, gli occhi belli!/Non potendo/carezzarmi,/le manine/componesti in croce!».

“Proprio come lei me le stringeva!”.

«E tu sei morto/senza sapere/quanto t’amava/questa tua mamma!/Ora che sei un angelo del cielo,/ora tu puoi vederla la tua mamma,/tu puoi scendere giù pel firmamento/ed aleggiare in torno a me… ti sento…/Sei qui… sei qui… mi baci… m’accarezzi./Ah! dimmi, quando anch’io potrò vederti?/Quando potrò baciarti!…/Oh! dolce fine d’ogni mio dolore!/Quando in cielo con te potrò salire?/Quando potrò morire?…/Quando potrò morire?…/Dillo alla mamma, creatura bella,/con un leggero scintillar di stella…/Parlami, amore, amore!…».

“E io ero sempre più coinvolto dal quel canto melodioso”.

 

La Suora si toglierà la vita… «Addio buone sorelle, addio, addio!/Io vi lascio per sempre./M’ha chiamato mio figlio!», e qui, travolto emotivamente dal solo pensiero che la suorina dei miei sette anni e il suo figlio immaginato avessero subito quella stessa sorte, si concluse quel primo ascolto discografico.

Tutti i racconti

2
4
25

Solo una bambina

18 August 2025

Di me amerò sempre la fanciullezza. La speranza, che alla fine è davvero l’ultima che se ne va. Quegli occhi lucidi un tempo di sogni e ambizioni, che oggi appaiono sfocati sotto il peso dei tormenti. L’ingenuità che ancora mi caratterizza dopo tanto, la schietta sincerità che troppo spesso mi [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Mandy Wotton: Grazie mille, Paolo e Lau!
    A volte mi lascio trasportare dal travolgere [...]

  • zeroassoluto: Ciascuno di noi interroga il bambino lontano, che malgrado tutto, resiste ancora [...]

2
3
10

Pensieri

Vas
18 August 2025

Sensazioni e pensieri sono la stessa cosa. È che non mi convince che il pensiero sia razionale, non mi convince la parola razionale. Razionale è allora un concetto con poche regole, un pensiero veloce e pratico alla sopravvivenza. Razionale invece dovrebbe essere tutto ciò che noi abbiamo, il motore [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Lo Scrittore: non sono la stessa cosa, non possono esserlo. al limite le sensazioni possono [...]

  • Rubrus: Come dice chi mi ha preceduto, le sensazioni non sono pensieri, ma derivano [...]

1
1
12

Il Capanno dei cacciatori

"Dove l’uomo onorava il bosco"

18 August 2025

Il Rito del Capanno dei Cacciatori Il Rito del Capanno dei Cacciatori Ascoltate bene, perché questo non è un racconto come gli altri. È la storia di un momento sospeso tra la fine e l’inizio, tra l’estate che si ritira e l’autunno che avanza con passo deciso. In un angolo nascosto del bosco, c’è [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

2
3
18

Vita Digitalis et Aliae Evanescentiae

Con prefazione di Prof. Eusebio Rognoni

Miu
17 August 2025

Prefazione all’Edizione Metropolitana di Prof. Eusebio Rognoni – Direttore dell’Istituto per le Narrazioni Post-Mortem e le Identità Immaginarie, sede di Cavernozza in Selvis La Famiglia De Funebris non è solo un insieme di personaggi. È una genealogia deviante, una saga poetico-burocratica ambientata [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • zeroassoluto: Heu! Nonnumquam redeunt et
    carminibus iocantur.
    Bene narras...

  • Miu: Non mi dire che stanno anche qui😂

3
5
22

Confessione

17 August 2025

“Papà ho una cosa molto importante da dirti”. La voce mi uscì flebile. Mi avvicinai alla finestra e spostai una lunga tenda blu che impediva ad uno splendido sole di fine Maggio di illuminare a dovere la stanza. La prima cosa che notai affacciandomi alla vetrata fu un incantevole prato inglese [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

3
6
22

Vi racconto in breve tre storie d'amore parallele.

Tra contrasti familiari e finali in tragedia,

17 August 2025

L’amore, spesso dolce e luminoso, può anche rivelarsi oscuro e tragico, specialmente quando i legami familiari si intrecciano con le passioni dei cuori innamorati. Le storie di Piramo e Tisbe, Giulietta e Romeo, e la leggenda del Giovane Vesuvio e di Capri offrono un affresco di amori impossibili, [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • zeroassoluto: Bravo Gennarino, che ci ricorda tre storie d'amore finite in tragedia.
    Adesso [...]

  • Rubrus: Dove si dimostra che le trame, gira e rigira, sono sempre le stesse, e voler [...]

4
6
27

La scrittura

16 August 2025

La scrittura è terapia la nostalgia porta via. Il tempo ferma nuovi orizzonti apre piacevole calma farà sentire. Con la punta sottile d'inchiostro intrisa la penna sul foglio si lascia trascinare in mille rivoli ornati e ondulati. Come incantevole danza la fantasia lascia piroettare e sogni [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

3
7
26

Domenica 31/8/2025 last kiss (2/2)

16 August 2025

Un’ora dopo, al bar, seduto al solito tavolino con vista sulle scale dell’entrata, Sandro legge l’edizione cartacea del suo giornale preferito e non si accorge che una bella signora è appena scesa e si dirige verso di lui, da dietro gli mette le mani sul viso e gli domanda: «Chi sono?» «Troppo [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

2
3
21

L'ombrello

16 August 2025

Pioveva quel giorno, ma cosa potevo farci? L’uscita era programmata da giorni e rinviare e pazientare ancora per vederla, io non ci riuscivo. Dieci minuti prima dell’orario concordato mi eri piazzato sotto l’albero prestabilito per l’incontro. Pioveva già dal mattino, e presi il mio ombrello fortunato. [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Adribel: Che bel racconto, di quelli che fanno sognare!

  • zeroassoluto: ... dietro di me un colorato ombrello rosa si era palesato sulla mia testa...
    "Sembri [...]

5
6
38

Pasta reale

15 August 2025

A volte nel fondo buio delle serate estive c'è un arcano silenzio. Nell'umidità cavernosa delle ventitré solo qualche piccolo gruppuscolo di giovani rompe il ritmo cantando a squarciagola canzoni che non riconosco. E a quei canti risponde un abbaiare guerriero di cani da giardino, che s'accaniscono [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • zeroassoluto: Ciao Sandro!
    Per prima cosa ti ringrazio immensamente...
    "Perché" [...]

  • Sandro Amici: Già questo appunto è un degno racconto, che mi ha scatenato un [...]

3
6
19

Un grande amico

15 August 2025

Dopo una giornata in ufficio, avevo proprio voglia di fare due passi. Camminavo senza meta, con lo sguardo basso e le mani in tasca. — Ninuzzo! Uè, Ninuzzo! Mi volto. Un uomo sulla cinquantina si avvicina con passo deciso. Ha un completo bianco un po’ appariscente, camicia nera sbottonata fino [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • CURZIO LUCANO: Grazie per i commenti. Mi fa piacere sapere che non sono l'unico smemorato [...]

  • Camillina: Bello! Mi ricorda di non essere la solo a non ricordarmi niente.😜

3
8
16

Domenica 31/8/2025 last kiss (1/2)

15 August 2025

Sono arrivato tardi, dopo le nove il parcheggio è un incubo, io stavo pensando di mettere la macchina sotto alle fresche frasche, invece già è tanto se trovo un angolo ombreggiato, i ricordi del passato ti fanno fare delle imbecillità senza pari, il posto dove andavo al mare quando ero piccolo, [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • zeroassoluto: Bravo Dario... siamo proprio noi, personaggi attempati che hanno smesso di [...]

  • Dario De Santis: Grazie a tutti, domani cercherò di rassenerarvi, non è tutto [...]

Torna su