– Volevo solo dirti che mi dispiace, – dice mio padre piangendo, – che mi pento di tutto quello che ti ho fatto. Non dovevo eri… – si asciuga le lacrime col braccio. – Eri solo un bambino. Il mio bambino. –

Sono seduto davanti a lui e penso che lo odio anche in questo momento. In questa stanza d’ospedale che sa di alcol e sangue e di medicinali e disinfettanti.

Odio anche gli ospedali. Li ho sempre odiati. Non fosse perché è il suo ultimo momento scapperei come ho fatto tante volte.

Lo guardo con la flebo infilata nel braccio. La testa appoggiata al cuscino e i capelli bianchi disordinati. Le ciocche sopra alle orecchie. La fronte madida di sudore e la coperta che non vuole tenere. Ha gli occhi sempre più deboli. Sempre più spenti.

– Io però non posso dimenticare, – gli dico. – Anche se te ne andrai voglio che tu sappia che il mio perdono non lo avrai mai. –

Penso che non so se ho fatto bene a venire stasera. I miei occhi non possono cancellare. Quando si intrecciano con i suoi sento ancora i rumori. La cintura che si slaccia e la cerniera che si apre. Ma io non posso vedere. Ho gli occhi bendati e le mani legate al letto. Sento ancora il suo peso che piomba su di me e mi dice: – Tranquilla, non sentirai niente – Poi mi tappa la bocca come fa da dieci anni all’insaputa di mamma. Io che grido come una iena ma mamma non può sentirmi. Sono vittima dei suoi istinti. Una preda nelle mani di una bestia feroce.

– Lo so, – prosegue, – non sai cosa darei per tornare indietro. –

– Niente. Non si può tornare indietro. Il passato è una macchia che non si può lavare. Anche se lo volessi non riuscirei a dimenticare le volte che mi chiamavi femminuccia. Che dicevi che ero uno scherzo della natura. Che avresti preferito che io non nascessi. Ricordi, babbo? –

Il mio volto è impassibile. Non ho più lacrime da versare. Posso soltanto continuare solenne a guardare quel volto che non mi fa più effetto. È una persona qualunque. Senza importanza.

– Tua madre diceva che eri soltanto… diverso, che ti piacevano i ragazzi e io questo non lo riuscivo a capire. Poi ho compreso. Ho capito che ognuno è fatto a suo modo. Che bisogna accettare un figlio per quello che è. E quando ho scoperto di avere il tumore… volevo che tu sapessi che ti volevo bene. Avrei voluto dirtelo prima se solo ne avessi avuta la forza. –

– Quando volevi fare quelle cose però la forza non ti è mai mancata – puntualizzo col sangue agli occhi.

Mio padre abbassa lo sguardo e non dice niente. Si asciuga il naso. Guarda il vicino di letto in fin di vita. E forse pensa che mai come adesso ha qualcuno con cui condividere qualcosa. Io invece penso che mancherà poco. Al massimo un mese, i dottori l’hanno detto, e poi se Dio vuole io e mia madre lasceremo quella fottuta casa della vergogna e ce ne andremo lontano.

Lontano.

Ecco il posto dove mi immagino di stare. Un qualsiasi posto in cui il tempo e le belle cose mi impediscano di guardarmi alle spalle, di pensare che ho avuto un padre che invece di chiedermi se avevo fatto i compiti e di accompagnarmi alla prima lezione di canto e di parlare da uomo a uomo (anche se praticamente non lo sono) mi portava in cantina tra giornaletti porno e dvd e fotografie scabrose.

Ho fatto un sogno stanotte: ero in riva al mare, cosa che non mi capita da chissà quanti anni e mentre l’acqua mi bagnava i piedi guardavo in lontananza, oltre gli scogli, e una figura ad un tratto si stagliava maestosa tra quel tappeto celeste. Una figura a cui ho dato sempre molta importanza. E perché mia madre mi ha sempre detto che è l’unica che può salvarci e perché ho sempre creduto in Lui. Anche se ha permesso che tutto ciò accadesse.

Ha spalancato le braccia e mi ha invitato a seguirlo. Aveva un sorriso bellissimo. Uno di quelli che vorresti vedere nella persona che ami. E io so che lo amo.

Amo la vita nonostante tutto. Questa è l’unica cosa che non voglio davvero dimenticare.

Mio padre rialza gli occhi. Si passa una mano tra i capelli e dice:

– Volevo solo dirti questo. Adesso posso anche andarmene tranquillo. –

Cerca di sorridere.

Lo guardo pensando che neanche la morte potrà salvarlo. Resterà sempre in qualunque posto vada così come è.  

Penso alla fine che non c’è salvezza per certe persone. E forse, è giusto così.

All’improvviso chiude gli occhi. Lentamente. Protrae una mano e un solco profondo si dipinge sulla sua bocca.

Si spengono le luci.

Sono contento.

Non chiamo nessuno ed esco di lì.

Tutti i racconti

0
0
5

Chacha

08 September 2024

Il cuore. La testa. La vita. Il cuore: ballerò tutta la notte, ubriaco di gioia, i tuoi occhi saranno la mia luce, i tuoi fianchi i confini del cielo. La testa: sono stanco, dormirò. La vita: mi alzo per ballare con te ma incespico, la schiena dolente sincopa il mio chacha. Tu ti liberi dalla mia [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

0
0
5

La quiete

08 September 2024

Innaffiavo di buon'ora stamattina, molto presto, nel buio scarsamente illuminato dalla luna di un colore grigio con sfumature scure. Ho acceso la luce della serra per vederci meglio, l'ultima stanza della casa, al piano terra e con le vetrate sul giardino. L'ha voluta mia moglie, che non ha il [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

3
9
14

Che dè ll'ammore

Poesia in lingua napoletana

07 September 2024

Ci innamoriamo. Parliamo d'amore, o meglio di sesso, perché per tutti l'amore è il sesso. (cosa importante, ma è un coronamento dell'amore. L'amore è un qualcosa di più profondo. Il sesso passa ma l'amore resta.) Ma… che cos'è l'amore? Tento, con questa mia poesia, intitolata: “Che dè ll'ammore?…” [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

  • Patapump: l'amore ci fa vivere, hai ragione caro Gennaro!
    tutto il resto è [...]

  • Gennarino: Patapump: Grazie per il tuo commento. Un caro saluto da Napoli.

5
6
22

Il mercataro intelligente

07 September 2024

Avevo da poco terminato il servizio militare e, nell'attesa di trovare un altro impiego, due volte a settimana, per trenta euro giornaliere andavo a lavorare al mercato, in ambito abbigliamento, con mio cugino Mariano e con i miei zii. Non si trattava di un lavoro particolarmente faticoso, sennonché [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Rubrus: Chi da "esordiente totale" non ha fatto figuracce memorabili? Io, [...]

  • Patapump: premonitore, che non avresti fatto l'ambulante! 🤣
    ciao Giusè, [...]

2
4
38

Cannone

la recensione di un libro, di una storia, di gente, di vita, di quello che è il mondo

06 September 2024

Ci sono autori che scrivono testi da ridere, altri fantascientifici, altri biografici, introspettivi, cervellotici, bucolici, asfittici, di guerra, di pace, di storia, mamma mia nel mondo della scrittura non mancano argomenti e la recensione di questo libro è una storia di una storia, non chiedetemi [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

1
4
26

Venga il tuo regno

06 September 2024

Il mio primissimo contatto con i testimoni di Geova risale a più di vent'anni fa, vivevo ancora in Germania. Una ragazza dolcissima suonò il campanello. Fu simpatia a prima vista. Io all' epoca ero solo una cattolica a metà, delusa dalla chiesa per motivi che non appartengono in questa sede. Lei [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

3
6
33

6.05

05 September 2024

Ogni mattina prendo il treno delle 6.05. Sono anni oramai. Io e i miei compagni di viaggio. Di molti di essi non conoscono il nome. Con tanti scambio un muto cenno di saluto ogni giorno. Di loro conosco davvero molto poco. Ogni tanto accade che qualcuno non si veda più. E nel letto prima di [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

  • Rubrus: I mezzi pubblici sono un interssante luogo di osservazione, specie su tragitti [...]

  • Lawrence Dryvalley: Un microcosmo in poche ed efficaci righe. Bello. Ciao!

3
12
34

DESIDERIO DI VOLARE

05 September 2024

DESIDERIO DI VOLARE C'era una bambina dai riccioli vivaci, e si sa, ogni riccio è un capriccio. Era uno spirito libero, dotata di una fantasia sfrenata che le permetteva di creare e dipingere tutto ciò che le passava per la testa. Alzava gli occhi al cielo e tracciava forme tra le nuvole, costruiva [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

2
4
23

Rivoglio la mia Nazione

Una mia vecchia canzone di protesta.

04 September 2024

Nel sistemare il mio archivio, tra tante, innumerevoli carte, ho trovato il testo di "Rivoglio la mia Nazione" Un'altra mia ribellione contro i politici e l'ingresso spropositato degli stranieri in Italia. Mi sono sempre ribellato ed ho sempre combattuto, contro le ingiustizie. Il tema era stato [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

2
4
26

Magia

04 September 2024

Non era particolarmente bello. Più lo guardava cercando di non farsi notare e più si convinceva di questa sua idea. Eppure c'era qualcosa in lui che la attraeva, una calamita dalla quale non riusciva a staccarsi. Saranno stati gli occhi di un chiaro arrendevole che sembravano stupirsi di ogni [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Adribel: Breve, intenso e tenero.

  • U1654: Bravo, bellissimo racconto , condivido appieno che ci si puó innamorare [...]

3
2
13

Gogyohka 2

Poesia Giapponese

03 September 2024

Intenso aranciato cielo Specchio che lenisce nostalgie Astratto rotocalco sul mio mare Cullate nenie del cuore Cirri di trasogni d'anima incendia Laura Lapietra ©

Tempo di lettura: 30 secondi

4
6
25

Anima incompleta

03 September 2024

Anima incompleta ... e tra i muri silenziosi di un antico rudere sopra i roventi sassi a mezzogiorno mi ritrovo solo a tessere odissee tra ricordi affioranti a pelo d'acqua disincantato e sperso in un monocromo futuro nell'illusoria attesa di giorni in verticale Sono come sabbia fine dentro [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

  • Adribel: Per Piccola stella: meno male che prima scrivo e poi leggo gli altri commenti, [...]

  • Patapump: ottimo! 🙏

Torna su