La giara

di Elena Brilli

C’era una volta, chissà dove chissà quando, una bella casa grande, ricca e ben curata, sulla sommità di una collina coperta di un verde rigoglioso. In cima alla scalinata che conduceva all’immenso portone di legno massiccio c’era una giara antica di terracotta. Laccata di un rosso carminio, decorata da altorilievi finissimi e perfetti nella loro ellenistica eleganza, raccontava con essi la storia di due amanti che si cercavano, si trovavano e poi, come in tutte le storie d’amore, si perdevano. Chissà se nei tempi antichi non avesse contribuito anch’essa, col nettare d’uva contenuto al suo interno, a che i due amanti si trovassero. Chissà se dal suo ventre panciuto non fosse stato colto l’ultimo calice che li aveva visti insieme, quegli amanti.

Ad ogni modo, chiunque avesse il privilegio di arrivare alla vetta di quella scalinata non poteva fare a meno di notare la bellezza di quell’oggetto antico, venuto dalla terra, modellato da mani sapienti, adornato da favole usate.

Tanto era bella che in paese tutti avevano soprannominato quella splendida villa in collina "La Giara" appunto.

Ma il tempo del mondo muta le sorti dell’uomo e delle sue cose, così, non si sa bene quanto tempo dopo, la casa venne abbandonata, i suoi proprietari caddero in disgrazia e la giara rimase per anni e anni in silenzio sul ballatoio alla sommità delle scale, a resistere al sole, al vento, alla pioggia, al gelo e alla cattiveria degli uomini che depredarono la villa più e più volte.

Il suo smalto divenne opaco, i colori dei suoi racconti sbiadirono, la sommità fu rotta in frantumi da bastonate di incivile brutalità. E così stette, resistendo ai colpi, del tempo e dell’uomo, fino a perdere ogni vanto di bellezza e unicità, fino a confondersi con semplice vasellame da giardinaggio, appena appena più manieristicamente agghindato.

La memoria di villa "La Giara" si perse nelle nebbie dei ricordi e con essa l’origine stessa del suo nome. Ai piedi della giara che della villa era stata la sineddoche giacevano inermi i suoi frammenti spolverati dalle intemperie, mucchi di foglie e rami secchi, rifiuti di ogni tipo portati dal vento e dall’incuria.

Finchè una mattina in paese non cominciò a spargersi la voce che un solitario uomo di mezz’età, venuto da chissà dove, avesse comprato per pochi spiccioli la villa e quel poco che era rimasto del suo contenuto. C’era chi gli dava del matto ad aver speso anche solo un soldo per quello che era diventato nient’altro che un rudere. C’era chi in cuor suo, e forse eran proprio quelli che gli davano del matto, sperava che la villa tornasse al suo splendore d’un tempo, che si riaccendesse in qualche modo quel faro luminoso di bellezza in cima alla collina, verso cui sollevare lo sguardo, in mezzo alla brutturia del mondo, per alleviar la miseria del cuore.

L’uomo arrivò, col vento caldo dell’estate, i capelli brizzolati di chi ha vissuto diverse lune, gli occhi stanchi di chi ha conosciuto la disperazione, la fierezza del portamento di chi lotta ancora per dare un senso ai giorni. Si diceva avesse perso tutta la sua famiglia in un incidente e cercasse di ritrovar la via della sua vita, ripartendo da lì, da villa "La Giara".

Salì la scalinata che lo conduceva a quella che, con paziente lavoro, sarebbe dovuta diventare la sua nuova casa e vide, nel suo angolo di triste solitudine e incuria la bella giara di terracotta istoriata.

Ne fu colpito dalla perfezione delle forme, dalle tracce dei suoi smalti, da quelle figure che su di essa continuavano a raccontare la loro storia d’amore e abbandono.

La accarezzò, ne vide i traumi, sentì sotto i polpastrelli la disperazione delle sue ferite, ne rintracciò i pezzi strappati dal suo ventre. Decise che se ne sarebbe occupato lui. Della giara, della casa a cui essa aveva dato il nome, della sua vita che attraverso di loro sarebbe tornata ad avere un senso.

Comprò in paese tutto quello che pensava gli sarebbe occorso e decise che avrebbe rimesso insieme i pezzi con della malta color dell’oro.

Lavorò e lavorò incessantemente a ricucire le ferita di quella giara antica. Ne ricostruì l’interezza colmando le mancanze con lucido oro caldo, perché fossero ben evidenti le cicatrici di quello che era stato, ma non meno preziose che se non ci fossero state. Ripulì le figure danzanti sulla sua pancia e riscoprì la bellezza dei loro volti e dei loro corpi, dei loro movimenti fissati nella terracotta e del loro amore incastrato nella lacca rossa della passione. Lucidò ogni centimetro di quella giara accarezzandola e parlandole, come se la gentilezza che le usava potesse in qualche modo tornare a farla splendere di una bellezza ancora maggiore di quella che le era stata donata alla nascita. Se ne prese cura, giorno dopo giorno, pezzo dopo pezzo, ferita dopo ferita.

E fu così che la giara tornò a splendere sulla sommità di quella scalinata, quasi nello stesso momento in cui la villa stessa tornava, col lavoro sapiente dei restauratori, a dominare con la sua bellezza la sommità della collina.

Si narra che la giara sia ancora lì, che l’uomo che l’ha riportata alla vita se ne prenda cura ogni giorno, ancora e ancora, per farla splendere, con le sue cicatrici dorate, nel caldo dei raggi morenti dei tramonti estivi e alla luce della luna piena che la riveste di un’eterea aura d’argento.

Se vi capitasse mai di trovare quel posto, alzate lo sguardo verso villa "La Giara" nell’ultima ora del giorno. Vedrete la luce del sole che rimbalza sulle cicatrici dorate.

E magari vi troverete a pensare, tra una chiacchera e l’altra al bar, che in fondo, la bellezza delle cose è tale solo nella misura in cui ci si prende cura di loro.

E chissà che poi alla fine tutto questo non valga anche per le persone.

Elena Brilli

 

(pubblicata sulla rivista WRITERS: https://writersezine.wordpress.com/ )

Tutti i racconti

0
0
2

Lisy

11 November 2025

“Ehi, artista.” La voce, profonda, dolce e a lui ben nota, arrivò alle sue spalle. Lionel si girò appena, attento a non cadere dallo scoglio sul quale era seduto. Lì, in piedi dietro di lui, c'era la figura alta e fascinosa di una donna che pareva una vampira con tanto di collana con simbolo celtico [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

0
0
1

Il divano che non c'è

Esercizio di scrittura creativa - I 7 peccati capitali - L'accidia

11 November 2025

"Con la tivù accesa e le chiappe sprofondate tra i cuscini era una libidine stappare una birretta, affondare i polpastrelli per ravanare in un sacchetto di patatine e godersi un film appena scaricato." Sandra corrugò la fronte e interruppe il monologo di Adelina orfana di un divano appena portato [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

1
3
15

Il Principe di Sansevero (2/2): Un Viaggio nei Misteri di un uomo avido di conoscenza seconda parte.

Funzione delle meravigliose macchine anatomiche

10 November 2025

Il Marchese Raimondo di Sangro, una figura eclettica dell’Illuminismo napoletano, è noto non solo per la sua nobiltà e le sue attività politiche, ma soprattutto, per le sue straordinarie invenzioni nel campo della anatomia e dell’ingegneria. Le macchine anatomiche da lui create, esposte nella Cappella [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Paolo Ferazzoli PRFF: I like.
    bravo e grazie Gennarino.
    Mi complimento con Rubrus...
    La [...]

  • Teo Bo: Come turista ho ammirato il Cristo velato e le macchine anatomiche. Mi ha fatto [...]

8
5
50

Blues

10 November 2025

Ho fatto uscire tutti dalla sala di registrazione. Nessuno sa di questa trentesima traccia, la mia canzone migliore e non sarà incisa. Solo Zimmerman l'ascolterà, apparirà a momenti. Fa parte del patto siglato quella notte al crocevia. «Eccomi Robert, suona per me». *** NdA: l'io narrante è [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

4
4
20

Vi racconto in breve la storia del Principe di Sansevero (1/2)

Il Principe di Sansevero: Un Viaggio nei Misteri di un uomo avido di conoscenza

09 November 2025

Nel cuore della mia amata di Napoli, la città più affascinante e misteriosa del mondo, in piazza San Domenico Maggiore, si erge un palazzo che, più di ogni altro, racchiude i segreti e le meraviglie di un'epoca: il Palazzo di Sansevero. Qui visse Raimondo di Sangro, il principe di Sansevero, un [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

3
4
23

Quando Splinder chiuse...

Cronache dal paradiso dei CMS vintage, con glitter e malinconia

Miu
09 November 2025

Quando annunciarono che Splinder sarebbe morto il 31 gennaio 2012, la blogosfera reagì come una zia davanti alla chiusura del suo parrucchiere di fiducia: “Ma no dai, sarà una pausa estiva.” “Impossibile,” dicevano i superstiti del blogroll, mentre aggiornavano il contatore visite che segnava 12, [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • An Old Luca: Da novizio della scrittura (unico aspetto in cui non sono più che maturo [...]

  • Dax: Non so cosa sia Splinder, mai avuto un blog: non saprei cosa scriverci su neva [...]

3
4
24

Il dono della vita

08 November 2025

I Non penna o man convien per farne canto, ché basta il vol di rondinella lieve, che in marzo reca un segno dolce e santo. Tra gronde e tetti fa sua stanza breve, cercando nido in ferro e pietra dura, e al cor rivela un lume che solieve. Così la vita, dono che ci assicura, pur ne’ dolor si mostra [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

  • Bernardo Panzeca: Grazie di cuore ❤ a tutti quanti

  • Ondine: Cerchiamo sempre la nostra anima poetica; triste o gaudente realistica o onirica, [...]

3
13
28

L'Altro 2/2

08 November 2025

La natura è la mia stessa carne, il mio sogno e la mia realtà. Le colline sono i fianchi di una dea, i venti il respiro caldo che scuote i pensieri. Le donne che ho conosciuto non erano diverse dai fiori dei campi: quasi sfrontate nella loro bellezza, offerte al sole come pesche mature, sature [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Rubrus: Mi sono spiegato male: che uno dei due fosse Guy era chiaro, Flaubert un po' [...]

  • Andrea Monaci: si Rubrus diciamo che in un uomo del tutto panico come Guy vi è il lato [...]

5
2
29

Senza confini 4/4

07 November 2025

"Potrebbe essere" rispose Marco non sapendo dove Elena volesse arrivare, ma fidandosi. "Quindi? Dimmi cosa dovrei fare?" "Forse... è un'idea che ho... io non scrivo... però... dai, vieni con me!" disse Elena prendendolo per mano. Marco la seguiva con fiducia dubbiosa. Uscirono nel mercato, lei [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

2
6
26

L'Altro 1/2

07 November 2025

All’alba, quando la Senna dorme ancora sotto un velo di nebbia leggera, scendo piano verso la riva. La barca mi attende, inclinata sulla riva del fiume come un animale spiaggiato. A volte penso che la mia anima assomigli a questa barca: fragile, irrequieta e arenata allo stesso modo. Così sono. [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Rubrus: Benvenuto su LDM.

  • Dax: Bello. Sarebbe una fortuna avere sensazioni così intense abbracciando [...]

7
23
115

Nel campo

Racconto a proposito di un quadro.

06 November 2025

«Qui.» Lo disse in un modo che poteva significare solo una cosa: “Fermati!” E io mi fermai. Scesi dall’auto, chiusi la portiera, mi accesi una sigaretta e mi appoggiai al cofano caldo. Era piacevole, nell’aria fresca della sera d’ottobre. Tirai una boccata. Allo stesso tempo, Claudia era scesa [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Rubrus: Visti tutti e due. Ovviamente il merito come fonte di ispirazione va a Millet. [...]

  • BrunoTraven: si Rubrus va a Millet ;;))) grazie del commento

3
2
17

Senza confini 3/4

06 November 2025

Lui la guardò con curiosità divertita, era compiaciuto da quella affermazione, ma allo stesso tempo era preoccupato perché non riusciva a capire le intenzioni di Elena: "Cosa vorresti dire? Vuoi che venga a vivere qui con te? Magari dividiamo le spese… per la corrente… l'acqua… l'affitto… i mobili…" [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

Torna su