La giornata finalmente era giunta al termine. I ragazzi erano stanchi e anche i capi non erano da meno. Avevano fatto un’escur­sione sulla montagna come da programma, quello che non avevano previsto era stato il cambiamento di tempo improvviso. Erano partiti la mattina presto con un bel sole settembrino, caldo e piacevole.   Arrivati oltre la metà del percorso, le prime folate di vento avevano cominciato a scorrere lungo i fianchi della montagna. Presi in pieno dal temporale avevano ripreso la via del ritorno senza riuscire a raggiungere la vetta. La discesa fu un vero tormento, l’acqua e il vento rendevano la strada ardua e faticosa. I giovani esploratori se la cavarono con un notevole sforzo e, quando giunsero al campo, fu un vero sollievo poter andare in tenda per cambiarsi o almeno asciugarsi. Al campo per fortuna il temporale era passato veloce e non aveva arrecato danni. Nel  pomeriggio il tempo era tornato al bello e la sera poterono accendere il fuoco. Akela il capo spedizione, riunì tutti e volle raccontare una storia per alleviare il disagio della giornata.

<  Ragazzi oggi siamo stati sfortunati, ci ha detto male, ma non per niente noi siamo scout, possiamo affrontare questo e anche altro, ora per fortuna possiamo riposarci davanti al nostro consueto fuoco dell’amicizia. Questo è il periodo che annuncia il ritorno della Dea Persefone nel regno degli inferi con il suo sposo Ade.>

Dal cerchio dei ragazzi si levò un mormorio di stupore, molti di loro non avevano capito cosa stesse dicendo il capo, altri invece, quelli più grandicelli avevano capito, ma sbuffarono lo stesso, immaginando una lezione di storia. Non era proprio serata per una dissertazione su quell’argomento.

Imperterrito il capo, sorridendo per la reazione dei ragazzi continuò a parlare come se niente fosse successo.

    <  Allora ragazzi oggi niente chiacchiere a vuoto, parlo io e vi racconterò questa storia o, se preferite, questa leggenda che parla di Persefone, forse molti di voi non la conoscono, dalle vostre facce intuisco che sono pochi quelli che sanno chi è, credo che la conosciate con un altro appellativo, Proserpina, questo nome vi dice niente? >

Altri ragazzi s’illuminarono in viso, quel nome era conosciuto.

    < Bene, vedo che cominciate a capire, comunque voglio lo stesso raccontare questa storia, cominceremo da lontano.>

     < Era costume nei tempi antichi, quando i popoli veneravano ancora l’antica reli­gione e prima che si affermassero gli Dei dell’Olimpo, di festeggiare tutte le ricor­renze legate alla Madre Terra. I vari culti erano dedicati al Sole, la fonte di calore ed energia per far crescere i raccolti, per separare il regno della luce da quello delle tenebre. Il Sole per loro era sorgente di vita ed erano molte le genti che lo onoravano come un Dio, parimenti c’erano anche gli adoratori della notte e trovavano riscontro nel culto in onore della Dea Selene. La sua luce fredda e argentata era una traccia da seguire nelle ombre, era la difesa dalle tenebre dove si annidava il male.

-      Nel variare delle stagioni che a quei tempi erano più precise e definite di oggi, si onorava la grande madre Demetra. Per la civiltà rurale lei era la divinità unica, era lei che teneva i destini degli uomini in mano. Loro la onoravano, con feste particolari, canti a balli riempivano le pianure e le foreste, molto rigogliose in quel periodo. I custodi di tutte le tradizioni popolari, erano i grandi sacerdoti, che si tramandavano le conoscenze dell’uso delle erbe per la medicina e anche dei riti propiziatori in onore delle Divinità.

Si stava avvicinando l’equinozio d’autun­no e c’era fermento nel villaggio. Il re era stranamente preoccupato, l’evento che si stava avvicinando, sapeva che era niente di più di una festa. I preparativi erano a buon punto e il popolo non aspettava altro che scatenarsi nelle danze e nei canti in onore della figlia di Demetra, Persefone, che stava per lasciare il mondo di sopra per recarsi nel regno degli inferi per mantenere fede all’impegno preso con il dio dell’Ade. Il re sapeva che queste feste propiziatorie erano legate all’andamento dei raccolti e di conseguenza al benessere del popolo. Per sua fortuna nel suo regno non era mai successo un evento negativo, Demetra era stata sempre benevola con lui e il suo popolo, ma sapeva bene quanto il suo predecessore, suo padre, aveva dovuto pagare in termini di vite umane. I gran sacerdoti, quando le cose andavano male, si rifugiavano nel consueto sacrificio agli Dei, immolando animali sacri­ficali e, in ultimo, se ancora persisteva il problema, ricorrevano al sacrificio umano. Quell’anno l’estate non era andata bene, i contadini avevano tribolato parecchio per racimolare dei raccolti che sicuramente in inverno non sarebbero stati sufficienti al sostentamento dell’intera popolazione. Le premesse per una cerimonia in tono minore c’erano tutte, per questo lui era preoccupato, se la situazione peggiorava, vedeva in pericolo la vita di sua figlia, l’unica che aveva. Lui come re non poteva certo opporsi al volere dei sacerdoti e alle attese del popolo. Gli Dei non potevano essere offesi con un rifiuto.

Guardava la popolazione che era preda di una strana frenesia, quasi a voler scacciare i demoni di una carestia con i balli e i canti. Tutti gli abitanti del regno si stavano radunando nei pressi delle mura della città. Fuori c’era spazio sufficiente per accogliere tutti. Era stata montata anche un’ara marmorea in previsione di eventuali sacrifici, si stavano preparando a gioire della festa, ma erano nello stesso tempo coscienti che quell’anno era a rischio e nei loro cuori albergavano sensi di paure e di scenari disastrosi.  Come annunciate le feste ebbero inizio una mattina al sorgere del sole e sarebbero terminate al tramonto del terzo giorno. Da quel momento in poi la vita riprendeva come sempre, con la speranza di riuscire a sopravvivere al lungo inverno, il tempo che Persefone restava con il suo sposo nell’Ade. La madre Demetra come sempre si sarebbe assopita in attesa del ritorno della figlia dopo sei mesi. In quel periodo gli uomini erano abbandonati a loro stessi, dovevano riuscire a vivere con le loro forze e con il cibo riuscito a conservare. Era inutile rivolgersi alla Dea invocando la sua protezione, la madre in quel periodo era come morta, assente in tutto, non sopportava l’assenza della figlia segregata negli inferi. Gli uomini erano chiamati a gestire le loro vite con le sole forze che avevano. La sera era scesa improvvisa e gli uomini erano tutti intenti a cantare e ballare. Il vino scorreva nei boccali e niente lasciava presagire ciò che di lì a poco sarebbe auccesso.>

Tutti i racconti

1
1
6

Il figlio

03 July 2025

Sono terrorizzata. Ho freddo. Lo sento. Non riesco a muovermi, non posso muovermi. Sono paralizzata. Vorrei urlare, voglio urlare. Non riesco. -------- Non sono pentita. Ho deciso. Non lo voglio, non ti voglio. Ti rifiuto perché sei un rifiuto. Solo a pensarti mi viene il voltastomaco. E questi [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

1
1
5

Rothmans Demi

03 July 2025

Ci piaceva scambiarci gli odori, i sapori e i respiri. Ci piaceva mischiarci l'anima fino alle ossa come a consumarci, a disarmarci, ogni volta. Ci piaceva fonderci in un unico focolare al centro della stanza, con le finestre chiuse e le luci spente. Eravamo noi a dare colore alle pareti. Ci spalmavamo [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

8
12
38

Sono uno scrittore povero

(Un povero scrittore?)

02 July 2025

Sono uno scrittore, ma non voglio spaventare nessuno, a parte i bambini sotto il metro e mezzo. Sono uno scrittore inclusivo, ma non esagero perché non è mai bello, soprattutto in pubblico. A proposito, sono uno scrittore in cerca di personaggi pubblici possibilmente ricchi che sanno cosa significa [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Lord Silvius: Io sono fortunato. Sono in pensione e quindi posso scrivere senza dovermi preoccupare [...]

  • Ondine: Io credo che anche gli scrittori che scrivono per sei mesi nei boschi prima [...]

7
8
28

Parto Lunedì

se non c’è sciopero dei treni.

02 July 2025

Ho sempre detto che sarei partita un lunedì qualsiasi, di una settimana qualsiasi, di un mese qualsiasi. Ti avrei fatto una sorpresa al tuo bar preferito, dove scribacchi, mangiucchi, prendi il caffè e ti guardi intorno. Ma non sai quando e neppure io sapevo quando. Ora lo so. Perché oggi ho [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Dario Mazzolini: caspita ondine che bel racconto. spero a breve di leggere il seguito. Brava. [...]

  • Miu: Questo racconto è un treno che parte piano, poi accelera e ti lascia [...]

12
18
65

Nel Cielo

01 July 2025

Fermo in cielo sopra i tetti più alti, con il sole alle spalle, sembra quasi dare il tempo alle persone di sapere e arrivare. La gente in strada comincia infatti ad accalcarsi in preda a un’euforica frenesia. Dannati supereroi, così odiosamente vanitosi. [NdA: il titolo “Nel Cielo” si rifà alla [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

7
8
29

Buono come il pane che facevi

Grazie di ogni secondo passato con te

01 July 2025

“Ciao Nico. Che assurdità, ne avevi solo 57...” "Ciao caro. È così. Stavo sistemando un cesto di ciabattine, poi un dolore qui, sotto l'ascella e... pum! Ho pestato il naso sul bancone e sono crollato a terra. In negozio non c'era nessuno, meno male. Chissà che spavento si sarebbe preso se qualcuno [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Teo Bo: Ringrazio di cuore chi ha commentato, qualcuno con parole toccanti, questo [...]

  • zeroassoluto: Senza parole... ma:
    👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏...

10
9
37

Cemento Mori

30 June 2025

La morte uno se la può immagine in mille modi. C’è chi pensa al tristo mietitore che gioca a scacchi, chi a qualche ombra strisciante, chi alle danze macabre. Probabilmente molti miei coetanei pensano a riferimenti cinematografici (Voldemort, l’occhio di Sauron, Pennywise/It su tutti). Io se ripenso [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Lord Silvius: Mai titolo fu più ben azzeccato per un racconto. Cerrto che correre [...]

  • Adribel: Racconto carino, riesce ad incuriosire e a trascinare fino alla fine.

3
8
25

Ma cos'è stato... un colpo di pistola?

Ricordi del 2001

30 June 2025

Torino, venerdì 2 febbraio 2001 Oggi piove. E’ tutta la giornata che piove: gocce persistenti e fastidiose, ma non un acquazzone violento. Ieri è stato il mio compleanno e ho dato fondo a tutte le mie riserve di cibo. Occorre fare un po’ di spesa: pane, frutta, burro, latte. Mi imbacucco ben [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • zeroassoluto: Grazie ragazzi!
    Chiarisco:
    Se mi avesso preso in testa, probabilmente [...]

  • zeroassoluto: P.S.
    Avevo dimenticato di aver già scritto la storia dell'incidente, [...]

3
2
19

Techetechetè

29 June 2025

Il ticchettio triangolare tetragono ad ogni tentativo tortuoso, traccia, tragicamente, un tragitto tormentato tipicamente tratto da una terminologia trappista tutta terra terra, totalmente tendente ad una trasfigurazione teatrale tutta tarallucci e trippa! E questo è veramente troppo! Ma, se tanto [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

2
2
23

Il caricatore di elio liquido

29 June 2025

Il furgoncino bianco con le scritte blu procedeva lento nel traffico, diretto verso l'ospedale. Enrico guardò l'orologio sul cruscotto. Lo stavano già aspettando. Era infatti un'emergenza e non un rabbocco programmato. "Si vede che ci sono stati dei problemi” pensò, qualche perdita magari. La [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • zeroassoluto: Prendersela con un fratello che ti ha LIBERATO della moglie, invece di abbracciarlo, [...]

  • Teo Bo: Ciao CD. Secondo il mio più che opinabile parere, l'espediente narrativo [...]

3
5
31

Destabilizzazione (3/3)

28 June 2025

Nei mesi successivi Giulia affrontò la situazione. Era tornata a vivere dai suoi genitori. Fece prendere alla madre i vestiti e qualche oggetto utile dalla casa coniugale ma non volle niente che potesse ricordare la vita precedente. Tramite il suo legale procedette per la separazione dal marito [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

2
2
27

UNA STORIELLA CON LA SINDROME DELLA STRAMBERIA.

di Chiara Mazzavillani Vasi

28 June 2025

Era la normalità: dormire, mangiare, dormire, mangiare, dormire, dormire, e ancora dormire. Giorno e notte i sogni di mozzarella e pomodoro volavano da un universo all'altro, lasciando un profumino che faceva svegliare i terrestri. Era pazzia, pura pazzia. Follia… Non si può nemmeno immaginare [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • zeroassoluto: Scrivere è... volare, svolazzare tra sostantivi e verbi, anche immaginari [...]

  • Dax: ho fatto fatica a seguire la storia, lo confesso. like a prescindere

Torna su