Non è un racconto questo

è un omaggio ad un pazzo

Un uomo sperduto

un fanciullo mai cresciuto

Chissà dov'è adesso 

e se il Natale lo vede lo stesso

Con gli occhi sognanti di un bimbo

nell'amara follia del suo infinito limbo.

 

 

16 Dicembre 2014, quasi Natale.

Ieri è stato il mio ultimo giorno di lavoro nel negozio che ha assorbito, negli ultimi tre anni e un pò, buona parte delle energie e del tempo delle mie giornate.

Non è scaduto il mio contratto, non me ne sono andata io. Semplicemente il negozio è stato chiuso, e io insieme alle mie colleghe siamo state licenziate.

Gli ultimi due giorni di lavoro sono stati dedicati allo sgombro totale del negozio, all'impacchettamento di tutta la merce avanzata. Esattamente il lavoro opposto di quelle che erano state le mie prime giornate lì dentro, nell'ottobre del 2011, quando il negozio era stato allestito.

Così, tra una battuta e l'altra, per cercare in tutti i modi di scacciare la tristezza e la malinconica desolazione che lentamente avanzava di pari passo con lo scorrere di queste due ultime giornate, è tornata, prepotente alla mia mente la figura di Andrea, l'unico "cliente" a cui è andato ripetutamente il mio pensiero, l'unico a cui forse, sempre che sia ancora vivo, mancheremo davvero, noi commesse, noi persone, all'interno della luminosa vetrina luccicante.

Era un negozio di bigiotteria e accessori da donna, luminoso, bello, grande, ricchissimo di articoli delle più disparate forme e colori.

E lui si chiamava Andrea.

Era un barbone, uno dei 'matti' che caratterizzano le piazze centrali delle città di qualsiasi parte del mondo.

Aveva una casa a due passi dal negozio, 'una bella casa' ci avevano riferito spettegolando alcune altre nostre clienti, ma lui viveva in strada. Aveva scelto così.

Aveva all'incirca una sessantina d'anni, beveva, lo picchiavano spesso per strada la notte, e a volte si presentava in negozio senza le scarpe, con i segni delle percosse, e un velo di tristezza negli occhi, prepotente, sopra la follia.

Beveva, tanto.

Talvolta aveva anche dato di matto dentro al negozio urlando e gettando a terra le cianfrusaglie che si era ritrovato in tasca. A volte faceva paura, alle colleghe. A me non ne aveva fatta mai, il sentimento dominante  in me nei suoi confronti era la tenerezza, mista a misericordia.

Ma quando era in buona, quando non aveva bevuto, era buono. Ci salutava da fuori tutte le volte che passava davanti alla vetrina e a volte entrava a comprare i 'gioielli'.

Sì, perchè era 'matto', Andrea. E allora le nostre collane, i nostri bracciali di ferro colorato e plastica dal taglio a brillante erano per lui dei gioielli preziosissimi. Diventavano smeraldi, rubini, pezzi di rarissime collezioni che solo lui era riuscito ad ottenere e per i quali aveva paura che la gente potesse portarglieli via.

Comprava anche a volte alcune cose quando c'erano gli sconti. Voleva il suo sacchetto, dove si faceva mettere da parte i 'gioielli' che aveva scelto e giorno dopo giorno ci portava delle monete, quelle che gli avanzavano dopo aver comprato il vino o quelle che erano il risultato del suo accattonaggio quotidiano, ce le faceva contare meticolosamente, e ad ogni aggiunta metteva la sua 'firma', un incrocio di linee come arabeschi raffinati di antica memoria. Poi, quando raggiungeva la cifra, comprava il suo nuovo 'ninnolo' e usciva felice, di quella felicità innocente che conosco solo nei bimbi.

Quando non aveva i soldi, o i nostri 'gioielli' costavano troppo, entrava a raccontarci le sue storie.

Ed ecco che un giorno era il bis bis nipote di un potente zar. Un altro aveva una statuetta della Tour Eiffel e ci voleva convincere che quella era quella vera e che ce l'aveva solo lui, e quella di Parigi era un falso. Un altro ancora ci portava delle piantine tutte marcite che aveva raccattato chissà da quale cassonetto!

E guai a contraddirlo!!!!

Quindi capitava ogni volta che gli dessimo filo, e seguissimo i suoi discorsi interessate a dove la storia di quella giornata avrebbe portato lui, e noi.

Una mattina era entrato con al collo, legata con un laccio da scarpe, una piccola piccozza, probabile souvenir di un qualche luogo turistico alpino, e aveva cominciato a raccontare che suo nonno era stato 'IL primo alpino' e che quella che aveva al collo era di conseguenza 'LA prima piccozza degli alpini'. Un reperto storico importantissimo.

Un'altra volta aveva visto una collana con un ciondolo fatto a dente di tigre. Finto, ovviamente. Mi aveva chiesto se fosse vero, e io avevo risposto di sì, cercando in questo modo di intercettare le sue aspettative e mantenerlo tranquillo. Ma lui aveva risposto indignato che 'nooooo!!!! se era vero non lo voleva!!!! perchè se era vero qualcuno aveva dovuto ammazzare una tigre per averlo e le tigri non si uccidono!!! ' E allora ricordo che lo avevo tranquillizzato subito, come avrei fatto con mio figlio, dicendo che anche le tigri perdono i denti, come noi umani, e sicuramente quello era cascato da solo ad una tigre. Nessuna tigre era stata uccisa per quel ciondolo!

E poi una volta si era messo a controllare da lontano una cliente 'sospetta' che stava cercando di mettere in tasca qualche oggetto (erano tutti pezzi relativamente piccoli, e senza alcun sistema di antitaccheggio o sorveglianza) e quando la potenziale ladra era poi uscita, le aveva urlato dietro a gran voce che 'non si ruba!!!' e rivolgendosi a me aveva poi detto, fiero di sè, che si sarebbe messo lui fuori dalla porta a controllare che nessuno ci portasse mai via niente.

Una volta mi aveva lasciato in mano un corposo pacchetto di santini di non ricordo quale santo, presi probabilmente dal vicino Duomo, mi aveva chiesto se fossi sposata o fidanzata, se avessi famiglia, e mi aveva raccomandato di portarli a tutti i miei familiari, per proteggerli. Mi aveva detto che ero molto fortunata ad avere un bambino. E mentre lo diceva aveva gli occhi tristi.

Infine una volta mi aveva portato una spilla, e nonostante i miei ripetuti rifiuti, aveva preteso che la mettessi al collo, perchè era un pezzo importante della sua personale collezione, e me la regalava. Io l'avevo messa alla sciarpa che avevo al collo, e l'avevo indossata per oltre una decina di giorni, nel caso fosse tornato a reclamarla come sua. Glielo avevo chiesto più volte se la rivolesse, ma me l'aveva regalata, era mia, non la voleva indietro. La conservo ancora, la spilla di Andrea. Quando mi capita in mano la guardo con tenerezza. 

Era 'matto' Andrea, ma a suo modo ci voleva bene.

Sono passati diversi mesi ormai, dall'ultima volta che lo abbiamo visto. Chissà, forse sarà stato ricoverato in qualche clinica.

O forse è morto, Andrea.

E ogni tanto ce lo chiedevamo tutte: " Chissà che fine ha fatto Andrea?"

Chissà. Noi non ci siamo più, Andrea, dentro alla vetrina luccicante coi tuoi 'gioielli' preziosissimi di plastica.

Saresti forse l'unico a cui veramente 'dispiace' per noi.

Ma ovunque tu sia, Andrea, Buon Natale.

 

Tutti i racconti

5
5
38

Il mistero dei gelati molli

16 December 2025

Da quando è in pensione Ernesto ha scoperto che le giornate sono lunghe, ma le sere lo sono di più. Per questo ha inventato un rito, una piccola cerimonia personale che nessuno gli può contestare: alle nove in punto si mangia un gelato. Alle nove esatte, non un minuto prima, non un minuto dopo. [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Smoki: Lo vado a portare io il gelato al signor Ernesto 😓
    (Nemmeno a me piace [...]

  • Dax: Un racconto...goloso. like

3
9
39

Una certa dignità

La gabbia del Signor Cesare

16 December 2025

Come tutte le mattine, alle sei in punto, Salvatore il custode del palazzo nobiliare Paparo nel centro storico di Napoli, si dedicò alle pulizie del cortile e dello spazio davanti al portone. Un paio di colpi di scopa e poi buttò tutto per strada, un budello dove il sole faticava ad arrivare e [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Rubrus: Sono situazioni relativamente comuni, specie nelle grandi città, in [...]

  • Dax: Racconto carino...mi spiace per Cesare. like

3
2
30

CENTRALE PARANOICA 9

HARD STONED BOY

15 December 2025

Hi, qui è la centrale paranoica. Non va benissimo, hanno fiutato l’intruso e mi cercano. Non sanno chi sono, cosa sono e che faccio, così ad ogni buon conto ci provano a sterminarmi. Intanto hanno sigillato lo Psychotronic e sparso una specie di DDT digitale tutt’attorno all’area... E che mai [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Paolo Ferazzoli PRFF: I like.
    scrivi bene e lo sai.
    Ti piace provocare scandalizzare se [...]

  • Dax: Un racconto eccentrico. Fatico a comprenderne il senso..Like

3
4
38

Prima di casa

15 December 2025

«Mio Dio! Ancora tre ore di macchina devo fare!» pensò, lo sguardo fisso sulla strada oltre il parabrezza. Il tramonto incendiava il paesaggio di un rosso vivido: sarebbe stato romanticissimo goderne accanto alla sua compagna, magari con un drink in mano. Invece eccolo lì, solo, a guidare verso [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Dax: bello, intenso...mi spiace per il protagonista 😢.
    like

  • Rubrus: Come dicevo, rieccomi. Devo dire che per un habituè del genere avevo [...]

4
7
43

Carta straccia

14 December 2025

Guidavo quella Cadillac diroccata, che sbuffava fumo grigio. Avevo lasciato Billy, mi inquietava parecchio. Stava al quindicesimo piano con il suo strano gatto siamese, quello con una splendida eterocromia iridea. Aveva cambiato la serratura di casa almeno tre volte, ma qualcuno era riuscito a [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

4
4
34

Pensieri sulle persone

Intrusione nella mia testa in un venerdì sera

14 December 2025

Da piccola m'immaginavo come la protagonista di un film, nel quale tutto e tutti mi ruotavano intorno. Fantasticavo nel vederli seduti al cinema che guardavano la mia vita di tutti i giorni sul grande schermo, ridendo e commentando ciò che dicevo e facevo. Poi, crescendo, l'ego si ridimensiona [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Riccardo: benvenuta, ed un buon esordio.
    cerca un nick rispetto all anonimato 🤗
    identifica [...]

  • Smoki: Per fortuna le relazioni mutano assieme alle persone. Se rimanessero sempre [...]

2
4
39

La creatura 2/2

13 December 2025

Un giorno Maria stava esaminando uno di quei reperti ed era completamente sola, immersa nella meditazione su quei segni incisi. Quando, a un tratto, sentì dei suoni: una musica disarmoniosa, del tutto fuori da ogni schema armonico. Poi vide che qualcosa si era mosso nella parete — o era la parete [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

4
4
34

Mio nonno

13 December 2025

Ognuno di noi vive o vivrà la propria morte, io vivo ogni giorno la morte degli altri. Sai nonno, il primo morto che ho visto eri tu, avevo sedici anni, ti ricordi? Ti avevano sistemato in una bara-frigo nella tua stanza al piano terreno dove impagliavi le sedie, era il tuo laboratorio. In quella [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Smoki:
    Questo nonno con gli occhi chiari e le mani magiche mi ricorda un po' [...]

  • GustavLebo: Grazie a tutti. Smoki ti ha steso forse perche è tutto vero.

4
4
33

Il tempo e il profumo

12 December 2025

Oggi c'è il sole. Marco guarda Miriam. Sono in un giardino seduti su una panchina. L'aria è fresca, piacevole come lo sono le mattine di primavera inoltrata. Il sole colpisce il loro viso. Sono fermi a guardarsi. Lui si avvicina al volto di lei, ne percepisce il leggero profumo che la avvolge. [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Rubrus: Sulle panchine, Peynet docet. Quanto al ricordo del profumo e in genere degli [...]

  • Dax: Triste ma capita spesso...si cambia e non ci si riconosce più. like

4
6
36

La creatura 1/2

12 December 2025

Lettera del 3 maggio 19.. Mia cara Maria, scrivo dopo giorni di insonnia e febbrile agitazione. Gli scavi presso il sito di Khor-Amun si sono rivelati ben più strani di quanto potessi immaginare. Ho rinvenuto strutture che non combaciano con alcuna civiltà conosciuta: angoli che non dovrebbero [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Smoki: Ecco. Ora mi tocca coscrivere gli amici per giocare ad Arkham Horror o alle [...]

  • AliDiNotte: Grazie a tutti per i commenti. Smoki è proprio l'effetto che voglio [...]

3
4
39

I due gemelli

11 December 2025

«Aprimi…» disse una voce roca dall’esterno. Quando, quella notte, aprii la porta, trovai mio fratello sorridente. «Ho portato una cosa...» Rovistò nella borsa e lasciò cadere una massa giallastra sul pavimento. Sapevo cos’era, ma glielo chiesi lo stesso. «Che cos’è?» «Non la riconosci? L’ho presa.» [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Walter Fest: Per i miei gusti 5 minuti di lettura erano troppi, forse dovevi essere piu' [...]

  • Dax: bello, triste.Like

12
17
78

La Caccia

11 December 2025

Terzo giorno. Le tracce sono chiare, la preda è vicina. Respiro il fresco del mattino spronando il cavallo nel guado. Eccolo, laggiù in riva al fiume, ignaro della mia presenza. Lo chiamo, si gira pistola in pugno ma io sono più veloce. Mia è la vendetta. NdA: una nota per contestualizzare [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

Torna su