Non appena furono stabilizzati in quota, lei si alzò, con leggerezza, e con leggerezza lo raggiunse. Lui era ancora spaesato, continuava a parlottare con il suo profondo essere incerto.
- Va meglio ora? Posso fare qualcosa per lei?
Era così aggraziata che in un primo momento Blaise non credette stesse parlando proprio con lui. Continuava a fissarla.
Da lontano era perfetta, ma da vicino era ancora più bella. A guardarla attentamente un occhio era un poco più spostato dell’altro rispetto a quel naso dolce seppure un po’ ossuto, e le sopracciglia tradivano localmente la generale simmetria.
Non era poi tanto perfetta! Si emozionò ascoltandola parlare, e gli sembrò di tremare quando gli si sedette vicino.
- Eh…insomma. Non mi sento tanto bene. Stiamo volando?
- Siamo in quota, sì in un certo senso stiamo volando. Non se l’aspettava?
Sorrise quasi divertita, ma non era una presa in giro. Sorrise anche lui, per rispettare i canoni fondamentali dell’educazione.
- …non riesco a pensarci. E’ una sensazione tremenda credere che il mondo sia sotto di noi. Non ce la faccio, io...proprio non ce la faccio…non...
Gli mancò improvvisamente il respiro. Dovette poggiare la testa sul sedile e cercare la propria serenità. In genere la trovava presto lui, era facile. Lui aveva sempre sprigionato serenità in ogni situazione, ma ora pareva trasformato. Se fosse stato lì qualche suo conoscente, ché di amici ne aveva pochi, non lo avrebbe riconosciuto così terrorizzato.
- Stai calmo, calmati! Non succede niente. Mi chiamo Eleonore. Cosa posso fare per aiutarti? Non farti problemi, davvero. Riesci a parlare?
- Mi sembra tutto così assurdo! M'infastidisce. Siamo estrapolati, bloccati fuori dalla vita del mondo, eppure sembriamo vivi! Ah, scusa, mi chiamo Blaise.
- E lo siamo!
- Ora lo vedo, ma…è come se non partecipassimo all’esistenza. Potrebbe sembrare divertente, ma è terribile. Sto camminando in una qualche direzione che non ho mai scelto. Il mondo va avanti con me, ma io non partecipo. Io non esisto. E stavolta non per causa mia!

Lei ascoltava le parole, ma non poteva sapere quanta emozione, quanta sofferenza, quanto rispetto per la vita ci fossero tra le lettere di quel discorso confuso.
- Vai avanti Blaise, ti ascolto.
- L’immensità dell’esistenza mi blocca. Questo viaggio...non doveva essere. Non ha alcun senso. Mi sposto sapendo di non poter trovare un luogo dove sarò migliore, dove mi si addica questo mondo. Io so che il problema non è sapere dove siamo, perché non saremo mai da nessuna parte. Il problema è rendersi conto di cosa pensiamo, a che punto siamo nel viaggio della nostra scoperta.
Eleonore lo guardava ammirata, senza giudicare, senza trovare una parola di conforto. E in fondo a lui non serviva. Lo vedeva, studiava il suo sguardo, e cominciava a notare quegli occhi sinceri, onesti, profondi come il mare. Azzardò:
- Dipende da quale sia la nostra scoperta.
Si percepì una sensazione d’intensità tangibile, come quando si ammira un tramonto sul mare placido, che paziente attende il crepuscolo.
-  Non serve un volo per scoprire un luogo. Serve una vita intera per scoprire la vita stessa. Per comprenderci, per sbloccarci, per trovare il coraggio di urlare, per trovare un significato alle delusioni, per saper scegliere e sceglierci. Per imparare a piangere e a chiedere scusa. Per imparare a reagire, per scoprire come emozionarci, e come trasmettere l’emozione che proviamo. Per scoprire cosa vogliamo amare, per permetterci di amare, per permettere a un’altra anima di trovarci  nell’infinito dell’amore.
- Tu non hai mai amato Blaise?
- Nella finitezza di questo mondo non si può imparare l’amore.
Continuavano a parlare, a capirsi, ad aprirsi a nuovi orizzonti. Lui, con la scioltezza di un vecchio amico, era riuscito a parlarle di tutto ciò che gli stava più a cuore, mentre accarezzava la sua essenza fissandola nelle oscurità di quegli occhi languidi, e ne era orgoglioso.
- Crediamo senza vivere. Il mondo può andare avanti senza nessuno di noi... le azioni si compiono in automatico, come se fossimo tutti sostituibili, meccanismi prodotti in serie che credono al tempo, alla modernità, alla fretta, alle false necessità. Ma viviamo senza credere, rifugiandoci nell’inutile per riempire i nostri temibili vuoti. Senza credere all’esistenza, senza percepire l’armonia, senza intuire la benevolenza, senza vedere la simpatia. Scatole senza contenuto.
Abbiamo paura, un’immensa paura di quelle voragini vuote. Sono quelle che ci offrirebbero lo spunto per cambiare, per prendere la decisione di sostituire lo spessore della nostra maschera con la sottile verità del nostro animo. Ce l’offrirebbero, se solo riuscissimo a coglierlo. E invece rifuggiamo quei baratri, intimoriti dal mito dell’esistenza perfetta e priva di sofferenze, il mito della forza e dell’apparenza. Appena ne abbiamo l’occasione, come rapiti da un furore collezionistico, li colmiamo con notizie inconsistenti, con paventati interessi, con fallaci autocommiserazioni. Li silenziamo non permettendo loro di fluire in noi. E allora si instaura un circolo infinito, un opprimente girone Dantesco, in cui tutto è vano e in cui risulta fuori logica rivolgere lo sguardo all’interno di sé. E’ pura follia. Io non capisco come tanti non se ne accorgano. Poi a volte qualcuno si sveglia, trova il coraggio e si guarda dentro.

E’ allora che accade l’inverosimile. Il cervello implode, bombardato da impulsi contrastanti. Il cuore impazzisce e corre senza sosta, non capendo a quale desiderio lasciar vincere la corsa. Le emozioni si sovrappongono in un turbinio luminoso e confuso, una spirale di sensi che conduce ad una lotta impari, nella quale l’insicurezza ha sempre la meglio sulla determinazione. Vedendo dall’alto quei crepacci, si ha come la sensazione che si allarghino inevitabilmente, fino a diventare vorticanti buchi neri. Né confini né tempo. E’ la perdita delle certezze. E’ la visione, lo spaesamento, il panico. Poi il crollo.

E’ quello che è successo a me prima, quando siamo partiti. Ho vissuto una vita intera con i piedi sugli stessi luoghi. ‘La vita? Eccola,’ dicevo. ‘Il mio luogo è qui, è questo. Ho un ruolo, devo compiere i miei programmi, devo eseguire i miei doveri. Mostrerò a tutti che pur salendo su un aereo continuerò la mia vita di sempre. Sono capace, posso farlo, gli altri si fidano di me.’ Era il mio limite, era l’autocommiserazione con cui avevo riempito il mio più grande vuoto. La mancanza di un significato per quest’esistenza si lasciava alle spalle non solo quel cratere incolmabile, ma tanta eco al suo interno, che ribadiva senza sosta litanìe disperate, sempre più acute, intollerabili.
Inconsapevole, ho sbirciato in me prima di salire.
L’ampiezza mi ha incuriosito, e ho sgranato gli occhi, forse troppo. Cominciavo a sentire il cuore fremere nel petto. Poi siamo partiti. E’ stata la perdita delle certezze. E’ stata la visione. Il panico. Poi il crollo. Né confini né tempo.

Ora bisogna trovare la forza di ricominciare. Di nuovo.

Tutti i racconti

0
0
2

Non leggerai il mio nome

01 December 2025

Non leggerai il mio nome Quel foglio rimarrà bianco e sfuggente Chiunque avesse voluto scriverlo, ne sarebbe rimasto deluso Avrebbe deciso qualcosa, che non avevo scelto Sarebbe andato per consegnarlo, quando ero ormai lontano Lontano da quel fumo che copriva il mondo, fino a soffocarlo Avevo mani [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

0
0
2

Soluzione radicale

01 December 2025

Il monolocale mi garba. Così pulito e ordinato, sembra la casa delle bambole. Beh, per quel che ne so io, perché lo giuro, non ne ho mai vista una. Che posso dire, ragazzi? Per ora me ne sto qui, sotto un buffo piumino rosa e un lenzuolo pieno di orsetti stampati. Insomma, mi sembra di vivere dentro [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

2
2
25

Il libro magico (2/2)

Intrigo a casa Natale

30 November 2025

Gli elfi che erano di sentinella avevano sentito e visto Darkman introdursi furtivamente sul sentiero che portava a casa di Babbo. Avevano dato l’allarme e ora erano tutti nascosti nelle vicinanze della casa in attesa del nemico. Sapevano che il mago era forte e usando la magia poteva sconfiggerli, [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Paolo Ferazzoli PRFF: I like
    dark man il famigerato uomo nero dei tempi in cui il politically [...]

  • Rubrus: Un po' grinch e un po' Calimero, che si sbianca col mattarello invece [...]

1
4
43

Elisa e lo specchio

30 November 2025

Dopo il maithuna, seduto nudo sul letto, la osservavo rivestirsi davanti allo specchio rettangolare da parete a figura intera. Sulle spalle scendevano con leggerezza i capelli biondi ondulati. Le natiche a mandolino. Le gambe bianche lunghe. Le caviglie sottili. Spostai lo sguardo sullo specchio. [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

  • Viola5: Il racconto potrebbe essere trasposto in un’inquadratura che Tinto Brass, [...]

  • Riccardo: Le pratiche tantriche, incluso il Maithuna, sono discipline spirituali che [...]

2
2
28

Il libro magico (1/2)

Intrigo a casa Natale

29 November 2025

Oltre il regno della neve e del gelo dove vive Babbo Natale con gli elfi e le sue amate renne, andando verso oriente e camminando per giorni e giorni, si arriva in una città chiamata Blacktown. Un posto altrettanto freddo, ma del tutto privo di luce, di alberi e di animali. In quelle terre c’è [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

11
7
33

Jean Vallette parte (2/2)

Da Rieux-Minervois a Parigi

29 November 2025

È giorno fatto da un pezzo quando Jean e Jòrdi giungono in vista di Carcassonne. La doppia cinta di mura merlate e le torri che proteggono l’antica città hanno anche questa volta un grande effetto sul giovane. Jean ripercorre con gli occhi della mente i sei anni trascorsi al Petit Séminaire. Latino, [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Teo Bo: Mi intrometto sommessamente nella interessante discussione per fare i complimenti [...]

  • Lawrence Dryvalley: Letto le due parti e ho apprezzato molto il racconto. Come commenta Paolo... [...]

12
3
37

Jean Vallette parte (1/2)

Da Rieux-Minervois a Parigi

28 November 2025

2 ottobre 1865 È ancora notte a Rieux-Minervois. Un vento gelido soffia, promettendo un cielo terso e una bella giornata d’autunno. «Lo gal canta, Joan-Baptista. Lo sénher Jòrdi t’espèra» [1]. «Óc, maman»[2], dice il ragazzo prendendo la sua valigia di cartone e scendendo per la rampa ripida [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

6
6
35

Tutte le mattine

28 November 2025

Tutte le mattine, più o meno alla stessa ora, li vedo. Lui è lì, sul marciapiede poco prima della fermata della corriera. Lei è al balcone, pigiama chiaro e una sigaretta tra le dita. Quando passo in auto li intravedo soltanto per qualche secondo, ma è sempre uguale: lui guarda verso l’alto, lei [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

5
5
28

Una giornata a Chiari 2/2

27 November 2025

Quando si voltò verso di me, Luca aveva addosso un’aria strana. Gli occhi gli brillavano di una luce nuova, come se quell’incontro improvviso avesse risvegliato qualcosa. “Questa è Micol, ci siamo conosciuti ai tempi dell’università”, annunciò. “Piacere”, dissi. Le parlai dei miei racconti e le [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • GustavLebo: grazie dei commenti

  • Dax: Carino, carico di nostagia... però Micol è vstata scortese alla [...]

27
28
198

Todos Hotel

Come il vetro

27 November 2025

Un pomeriggio, era domenica, alla mia porta in ospedale si affaccia uno dei tanti in camice bianco. Capelli cortissimi e grigi, naso importante, sguardo limpido. Sorride. Premurandosi di non essere invadente. Quasi senza voglia di piacere a tutti i costi. Misurato nei gesti infonde nell'aria una [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

4
7
35

Intervista con il Destino

26 November 2025

- Buonasera e grazie per aver accettato questo incontro. Innanzi tutto mi lasci dire che sono piacevolmente sorpreso di trovarmi di fronte a una donna. - Non capisco la sorpresa, è ancora vivo. Se il Destino fosse maschile l'umanità sarebbe scomparsa molto tempo fa. - Non fa una grinza. [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Certamente Domani: grazie scrittore. Sul fatto che vivere sia volontà di tutti si potrebbe [...]

  • Rubrus: A proposito di incidenti, giusto oggi ho ritirato il verbale dell'incidente [...]

3
11
31

Una giornata a Chiari 1/2

26 November 2025

“Allora vieni?”, mi chiese Luca qualche giorno prima. “Mah, non lo so… vedrò come sono messo sabato”, gli avevo risposto quando mi aveva telefonato. Il giorno prima mi aveva chiesto di andare con lui al Festival della Microeditoria di Chiari, in provincia di Brescia. Non sapevo se sarei andato, [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

Torna su