“Uomo” è il capo, un veterano con anni e anni di servizio, “Ragazzo” è uno dei soldati.

È giovane, “Ragazzo”, e come tutti i giovani è irrequieto, pieno di certezze che non trovano riscontro e di dubbi che non trovano risposta.

- Anche oggi arriveranno. E dovremo rifarlo.

Dice, rivolto al suo compagno più vicino.

-Sì, non finirà mai, spero solo che ci sostituiscano presto.

-Ormai dovrebbe mancare poco, siamo in questo inferno da sei mesi.

-Non so se arriverò alla fine, non riesco più a dormire, appena chiudo gli occhi vedo i volti di quei poveracci. Ieri mentre tu riposavi siamo andati ad affondare una barca, con il motoscafo. Erano ancora vivi, c’erano dei bambini, alcuni ci salutavano, pensavano che andassimo a salvarli. Li ho visti in faccia, sono come noi, uomini e donne, hanno due braccia, due gambe. Come possiamo trattarli così?

-Non sono come noi, lo sai bene. 

Interviene “Uomo”

- Sono esseri inferiori, hanno la pelle di un altro colore, sono animali e si sono ridotti così perché vivono come animali; non hanno rispetto per se stessi e per la terra in cui vivono. Non possono convivere con noi, non potrebbero farlo neanche se fossero sani. Sono infetti e li dobbiamo tenere lontani dalla nostra terra, dai nostri cari. Siamo all’estremo fronte di una guerra mondiale, loro contro noi. Sono già condannati, si sono condannati da soli; noi ci difendiamo e lo dobbiamo fare a qualunque costo.

Gli uomini armati in piedi sul pontile della piattaforma AH19 scrutano nervosamente l’orizzonte; la foschia mattutina rende tutto più difficile. Sono preoccupati, come sempre; se non avvisteranno i barconi dovranno provvedere loro, e non sarà una cosa gradevole.

Se invece i radar li avvisteranno in tempo avvertiranno il comando che invierà gli elicotteri a risolvere il problema.

Non c’è dubbio che arriveranno, arrivano sempre, ogni giorno, a tutte le ore. Da tutte le direzioni. Da quando dieci anni fa il governo decise di installare le piattaforme in mare, a terra non è giunto più nessuno. L’ordine è di affondarli prima della linea di difesa sempre e comunque, o con gli elicotteri oppure con le armi piazzate sulle piattaforme; lì il mare è più profondo, il rischio che qualche cadavere infetto giunga a terra è nullo. Hanno in dotazione mitragliatrici con un raggio d’azione di due chilometri, e le piattaforme sono piazzate per tutto il fronte marino a tre chilometri una dall’altra, a dieci chilometri dalla costa.

“Uomo” rivolge lo sguardo all’orizzonte, qualcosa si sta avvicinando. Il binocolo inquadra prima una barca, poi un’altra e altre ancora. Sono decine, si ricomincia. I radar non le hanno rilevate e sono più vicine del solito. “Ragazzo” si porta alla mitragliatrice.

Sono vicini, li vede in viso. Hanno visto le luci delle piattaforme, e credono di essere vicini a terra. Li vede sbracciarsi per chiedere aiuto; uomini, donne, bambini. Scappano dalla morte senza capire che la morte è con loro, sulle barche, li segue come fa sempre, come ha fatto per il soldato di Samarcanda. Sono a tiro, apre il fuoco senza attendere l’ordine, tanto sa che comunque arriverà, inesorabilmente. “Ragazzo” non pensa, spara. Cadono. In mare, dentro la barca, cadono come birilli. Sono birilli, si muovono ma sono birilli. Birilli che urlano, ma sono birilli. Birilli adulti, birilli bambini, birilli vecchi, ma sempre birilli. Il rumore delle armi aiuta, ti stordisce, non ti fa pensare. È facile, prima di cominciare a sparare ti dici che non puoi fare diversamente, che sono esseri inferiori e sono un pericolo, poi inizi a sparare e fino a quando non smetti va tutto bene. È facile prima e durante. Il problema è dopo, quando ne vedi l’effetto e il rumore non c’è più. Quando sei solo, cerchi di dormire e quegli sguardi ti perseguitano, quelle urla ti rimbombano in testa.

È finita, per adesso. Sul mare galleggiano decine di corpi, i lanciafiamme sono già in azione. I cadaveri non devono passare la linea delle piattaforme; le popolazioni della costa vivono di pesca, ma spesso i pesci pescati devono essere distrutti, a causa della radioattività. “Ragazzo” ha pensato più di una volta di farla finita, di far cessare almeno per lui quella mattanza. Ma non può, non ne ha il diritto, deve difendere i suoi cari, i suoi fratelli, sua madre che è sempre vissuta nel rispetto della natura, che non merita di morire per colpa di chi quel rispetto non l’ha avuto. E tra quella gente, quelli delle barche, quanti sono veramente responsabili e quanti ne pagano incolpevoli le conseguenze? I bambini, che colpa hanno, cos’avranno mai potuto fare nei pochi anni della loro vita per pagare un prezzo così alto?

Le barche vengono affondate con i lanciagranate, il mare è ancora una volta infetto. Infetto dai corpi corrotti dei migranti, infetto dalla bestialità umana.

Nel secolo scorso il flusso dei migranti era minimo, ben distribuito nel mondo e i paesi occidentali lo controllavano, si potevano permettere anche di fare la differenza tra gli individui. Adesso, nel 2132, tutto è cambiato. I motivi non sono più gli stessi, la migrazione è obbligata, violenta. Interi popoli scappano dai loro paesi contaminati da radiazioni, rifiuti tossici, malattie; da dove anche mangiare è un rischio mortale. Scappano verso paesi più vivibili, dove la morte chimica non ha ancora preso il sopravvento. E chi li vede arrivare non può permettersi di farli entrare. Sono infetti, portano con loro mali incurabili, sono incurabili essi stessi e i loro figli sono o saranno infetti. Non c’è soluzione, anzi ce n’è solo una: quella definitiva. Alcuni governi hanno proposto di “terminare” definitivamente quei paesi; raderli al suolo, per isolarli e sperare che con il tempo, probabilmente migliaia di anni, la natura rimetta le cose a posto. Certo, la natura, quella stessa natura che per secoli nessuno ha considerato. La discussione è aperta, prima o poi dovranno fare qualcosa. Nel frattempo “Uomo” ed i suoi compagni eseguono.

Mentre lotta contro i suoi incubi, “Ragazzo” vede in mare, proprio sotto di lui, un corpo, una bambina; stranamente galleggia a faccia in su. Gli occhi sbarrati, il volto pallido, un attimo poi il getto del lanciafiamme cancella tutto. Una mano si appoggia sulla sua spalla, da dietro una voce gli annuncia:

- Domani verranno a sostituirci, finalmente. È appena giunto il dispaccio.

- Domani, chissà quanti altri morti, fino a domani…

-Stavolta non dovremo tornare in caserma - continua la voce - potremo andare direttamente a casa, il dispaccio dispone una licenza di un mese e il viaggio pagato fino a destino, a casa o dovunque vogliamo. Tu dove andrai?

“Ragazzo” si volta, guarda il compagno che ha parlato:

-…Io? …a casa…. A Nairobi, in Kenia.

Tutti i racconti

7
9
40

Il gatto e il topo 2/2

30 December 2025

In un altro sogno ero nel giardino della villa e Luca era lì, ancora una volta. Il suo sguardo mi diceva di stare attenta. Vedevo poi Marco comportarsi come se stesse pianificando qualcosa di terribile. Luca lo bloccava per proteggermi, era più reale di qualsiasi cosa intorno a me. Al risveglio [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Dax: Carino ma...lui è un serial killer e lei?Entrambi criminali?Un lieto [...]

  • GianlucaEgo: Grazie Rubrus per me zio Hitch è un riferimento imprescindibile e il [...]

5
4
36

Il lampo di Natale

30 December 2025

Erano giorni che fervevano i preparativi. Tutti o quasi, sembrava fossero alle prese con acquisti spasmodici come se non ci fosse un domani. Strade affollate, bancarelle prese d'assalto per non perdersi l'occasione migliore, buste stracolme di alimenti e chissà quanti di questi sarebbero finiti [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Rubrus: Non c'entra se non in parte, ma mi è venuto in mente un film in [...]

  • Dax: Scritto bene... purtroppo gli "invisibili" esistono e il protagonista [...]

5
4
50

Il gatto e il topo 1/2

29 December 2025

“Il mio desiderio più grande è vedere un topo che mangia vivo un gatto. Prima, però, dovrebbe anche giocarci abbastanza a lungo.” Da “Il gatto e il topo”, Elias Canetti, 1973 Non avrei mai immaginato che la mia vita potesse cambiare così in fretta. Fino a pochi mesi fa vivevo in un piccolo [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

6
6
59

Manuale di Zoologia Urbana

Sopravvivere tra Broensis e Ironicus

Miu
29 December 2025

PROLOGO Prima di leggere questo estratto del mio Manuale di Zoologia Urbana serve una piccola prefazione. I nomi latineggianti non sono lì per darmi un tono, ma per catalogare due tipi umani molto reali che mi capita spesso di osservare. L’Homo Broensis, per esempio, è il giovane moderno che vive [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

7
60
175

Il paese dei piccoli 2/2

28 December 2025

Il cambiamento avvenne in modo quasi impercettibile, come tutte le rivoluzioni profonde. Arrivò il compleanno di Orlan. Secondo la Legge della Statura, il giovane avrebbe dovuto iniziare a rimpicciolire a partire da quella data: un millimetro alla volta, quasi impercettibile, ma abbastanza per [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Rubrus: WF l'unico istinto bellicoso che mi suscita la TV è quando vedo [...]

  • zeroassoluto: Ragazzi... quanto scrivete!
    Starvi dietro, diventa veramente impegnativo!
    È [...]

4
10
57

Nuovi Orizzonti - La consegna

Dax
28 December 2025

Max era affondato sulla poltroncina della cabina di pilotaggio, lo sguardo perso nel vuoto interstellare. La sigaretta elettronica sbuffava vapore viola che gli velava il volto. Doveva trovare un modo per salvare la creatura nella cassa… e sé stesso dalla Space Force. Non era affar suo, eppure [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Lawrence Dryvalley: Mi accodo ai complimenti e ai fan di "nuovi Orizzonti"... We want [...]

  • Dax: @MarcoFanta.Grazie, errori di battitura sfuggiti. "trasalì" [...]

4
6
53

Il paese dei piccoli 1/2

27 December 2025

C’era una volta un mondo in cui il tempo scorreva al contrario. Non era il passato a farsi più lontano, né il futuro a venire incontro: erano le persone a rimpicciolire, anno dopo anno, recuperando a ritroso ogni stadio della loro crescita. Così, chi aveva accumulato saggezza ed esperienza non [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • GiuliaCango: GRazie di cuore a tutti e a tutte per i commenti... mi piacerebbe fosse letta [...]

  • zeroassoluto: Non sono un bambino, ma, come tutti, lo sono stato in un tempo lontano...
    Come [...]

4
2
226

E tu, tu mi pensi mai?

27 December 2025

Ti ho pensato, sai? Ti ho pensato così spesso che a volte mi sembravi vero, mi sembravi intero, in carne ed ossa. Mi sembravi in piedi di fronte a me, col tuo odore e il tuo fiato dentro al mio. Mi sembravi vivo, si. Eri vivo. Eri così vivo che ad un certo punto ti ho stretto forte, ti ho abbracciato. [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

5
5
39

L'Oltre

26 December 2025

D’amore e d’odio, sublimati e coscienti, vive la mia sfera. Luce e ombra si contendono il pensiero fatto materia. Ho perso la crisalide per superare ogni tempo e visitare ogni spazio. Non mi cruccio se gli dei mancano all'appuntamento. Procedo col mio bagaglio senza aspettare il treno. Corro spedito, [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

2
2
36

La Statistica

26 December 2025

Che Adelmo avesse qualche rotella fuori posto lo pensavano in tanti, ma dopo ciò che accadde non ci furono più dubbi. Quando andava in centro gli capitava di incontrare quei gruppetti di persone che “giocano” alle tre campanelle, nota truffa studiata ai danni dei turisti. Lui passava delle mezz'ore [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • VittorinaPerbo: Bel racconto che parte con tutta la serietà di un esperimento di un [...]

  • Rubrus: Mi ricordo un episodio, cui non ho assistito direttamente, ma riferito da persona [...]

6
5
37

Cose che capitano solo a Natale

25 December 2025

Nel camino di una casa c’è qualcosa che lo intasa. Non può essere la neve, quella scesa era lieve. Non può essere il carbone, se bruciato va benone. Sto pensando che è Natale, sarà mica un animale? Non si sa che cosa sia, però il fumo non va via. Ci si sente una gran voce, ma non pare sia feroce. [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

11
12
189

Procopia e il Cervo - 2/2

ovvero bisogna sempre leggere con attenzione

25 December 2025

«Ecco qui» disse Procopia. «“Come trasformare un cervo volante in rospo”: andrà bene. Tanto poi so come cavarmela». Il principe-bacherozzo cercò invano di protestare, ma la principessa non ci fece caso: nessuno dà mai retta agli insetti, neppure ai Grilli Parlanti, figuriamoci poi alle blatte. [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

Torna su