A volte, è un'impresa... 

La vita quotidiana, intendo.

Essere sempre comprensivi, gentili e tolleranti.

Ci sono: parenti, amici,vicini, colleghi, il capo.

E con tutti loro bisogna convivere.

Bisogna camminare in un labirtinto e districare matasse ingarbugliate, come i fili delle luci di Natale.

Oppure sembra di camminare sul filo, come gli equilibristi.

E se  hai dei figli le cose si complicano ancora di più.

E quante volte vorresti mandare tutti al diavolo?

A me capita, eccome!!!

Perchè non sono mai stata brava ad esprimere a voce i miei pensieri.

Ho sempre trovato più naturale scrivere.

Alla fine, la carta e la penna sono sempre stati compagni di viaggio fedeli.

Da adolescente, la penna collegava il mio animo con quello che esisteva fuori.

 

Dentro/fuori.

Brutta storia.

Non è un'equazione matematica.

Io, quelli che possiedono una mente scientifica, li ho sempre invidiati.

Quelli concreti, con i piedi per terra, che fanno tutto semplice...gli altri,insomma...ci siamo intesi,no?

Alle elementari ti insegnano che due più due fa quattro, ok...

 

Ma cosa addizioniamo?

 

Nella vita quotidiana quelle operazioni matematiche mi aiutano a comprare le mele dal fruttivendolo, certo.

Ma non mi dicono che, d'estate, le mele sono più dolci se le porti in spiaggia e le mangi dopo una nuotata.

 

Quanti quaderni pieni di operazioni e problemi!!!

E poi ti ritrovi,da grande,a cercare di risolvere le operazioni che la vita ti pone davanti.

E di fronte non hai numeri.

Hai dei sentimenti.

Delle persone da decifrare.

 

E la risposta non è un numero.

Magari sono degli occhi.

 

 

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