Dopo il loro primo incontro era già cotto. Di solito si parla di amore a prima vista, per lui diciamo che era stato amore ancor prima di vederla. Chattavano ormai da un mese, tutte le notti. Per tutta la notte. Si erano conosciuti per caso in una chat anonima, di quelle dove ti dai soltanto un nickname e nient’altro. Si cominciava scegliendo un nome che ti solleticava particolarmente. Per i maschi più arrapati andava bene tipo un “BabySex89”, per quelli romantici si poteva iniziare a parlare con un “LoveIsLife90”. Lui aveva scelto di iniziare a parlare con “SemplicementeAnny”. Tra quella marea di pseudonimi insulsi, sessisti, romanticheggianti e chic, c’era lei. La prima chiacchierata era stata per capire con chi si aveva a che fare.
 

Lui: Ciao
SemplicementeAnny: Ciao a te. Come va?


Aveva notato subito l’uso corretto della punteggiatura. Una cosa che lo colpì molto. Quasi tutte le persone, sia maschi che femmine, con i quali aveva parlato finora su quella chat erano terribilmente ignoranti. Si iniziava con un “nn” per indicare “non” e si finiva con “se potrei vederti un giorno sarei felice”. Una cosa illeggibile. Non che lui fosse un professore di lettere ma riteneva che il saper parlare fosse in qualche modo sacro. E bisognava saperlo fare.

 

Lui: Tutto bene. Un po' di insonnia stanotte! Anche tu?
SemplicementeAnny: Si. Come un po' tutte le notti. Come ti chiami?
Lui: Alex. Tu? Non vorrei tirare a indovinare ma...Anna?
SemplicementeAnny: Si, non sei il primo che fa questa battuta.
 

“Aia”, pensò. “Perché sono stato così prevedibile”, si affrettò a scrivere.
 

Lui: No no, non era una battuta. Mi ha molto colpito il tuo nickname. L’ho trovato chiaro e molto invitante.
SemplicementeAnny: Invitante? Ahah. Non mi chiamo mica pizza o pancake! Il tuo invece mi sembra intrigante...come mai questa scelta? Potteriano?
 

Lui fece un sorriso. Il suo nickname era sempre motivo di dialogo. Ma stavolta sorvolò, non voleva imbastire sempre lo stesso discorso. Lei era simpatica. Non poteva lasciarla andare.

 

Lui: Certo che no, se ti fossi chiamata pizza o pancake non avresti avuto il tempo di rispondermi. Goloso come sono ti avrei già mangiata. Ahah!
SemplicementeAnny: Ahah! Si? Sei goloso? Anch’io lo sono molto. Cosa ti piace…

 

Iniziò così. Una semplice chiacchierata. Quella notte parlarono di tutto. Scoprirono di essere tutti e due della stessa città anche se di quartieri differenti. A tutti e due piaceva Shakespeare, Ritorno al Futuro e la pizza sopra ogni cosa. Non erano d’accordo su chi fosse il migliore tra Ligabue e Vasco Rossi. Ma erano assolutamente d’accordo su Queen e Blues Brothers. Un sogno. Così andarono avanti notte dopo notte. Dopo una settimana si scambiarono il numero di cellulare, per poter continuare su whatsapp. Dopo due settimane si scambiavano cuoricini e frasi semi erotiche, di quelle “intendo non intendo”, l’equivalente del vedo non vedo. Per non parlare dei messaggi d’amore che arrivarono a scambiarsi dalla terza settimana in poi. Lei era solita scrivere “Ma da dove sei uscito tu? Ti aspettavo da un’eternità.”. Rispondeva “Sono uscito dai tuoi occhi quando hai provato a guardare meglio in giro”. Era tutto perfetto. Lui si era dimenticato di quasi tutti i suoi problemi. Tranne uno. Era arrivato il momento di vedersi di persona. Certo si erano già visti, tramite foto. Anna era una ragazza solare, con un sorriso bellissimo. Aveva i capelli biondo scuro, gli occhi nocciola e una carnagione appena appena un po' più scura del normale, come quando passi un paio di giorni al mare e il sole ti colora. Aggiungiamoci delle curve niente male. Tuttavia il problema più grande era il loro primo incontro. Era molto nervoso. Non era arrivato mai a questo punto con le altre conoscenze fatte in chat e non sapeva come affrontare la cosa. Non sapeva come dirle una cosa. Diciamo pure che non poteva dirla. Però si disse che se si era spinto fino a quel punto, poteva superare anche questa. Lei avrebbe capito. Lo avrebbe abbracciato. Lo avrebbe baciato. Non ci sarebbero state parole da aggiungere. Non ci sarebbe stato niente da dire.
L’appuntamento era in un bar in piazza. Lui arrivò in anticipo e cominciò a sedersi. Scelse un look un po' nerd, maglietta di “Ritorno al Futuro”. Gli tremavano le gambe. Pensava a quando fosse arrivata, a quel sorriso spaventosamente bello. Poi sentì una voce dietro di lui, ad un tavolo di distanza. Era lei. Lo sapeva. Si era seduta ad un altro tavolo, non lo aveva visto. Decise di sorprenderla, così fece un cenno al cameriere e gli scrisse su un foglietto l’ordinazione che voleva portarle al tavolo. Una delle sue cose preferite. Un cupcake al cioccolato con il cuore di vaniglia. Mentre aspettava l’ordinazione, sperando che arrivasse presto, sentì Anna che parlava con qualcuno.
<<Oh Annina ciao! Che ci fai qui?>>
<<Oi Terry ciao. Ho un appuntamento.>>

<<Ahh, e brava Annina! E con chi?>>
<<Un ragazzo che ho conosciuto in chat, è di qui. Si chiama Alex. Parliamo ormai da un mese e ne sono completamente cotta te lo giuro!>>

Lui sorrise come un ebete da solo al tavolo.

<<Alex? Ed è di qua?>>

<<Si. Ti giuro non so come ho fatto a trovarlo. Vive in via Dante, ha la mia età e ci piacciono praticamente le stesse cose. Abbiamo parlato per settimane. Poi è così dolce e romantico. Non vedo l’ora di vederlo.>>

<<Ma lo sai che io andavo alle superiori con un Alex che abitava in via Dante!? Però non può essere lo stesso ragazzo. Se mi dici che avete fatto queste belle chiacchierate, non può essere lui.>>
<<Perché? Cioè si abbiamo parlato tanto, ma sempre al computer o sul cell. >>
<<Anna ma vive in Via Dante, 15? Si chiama Alex, ma Alessio o Alessandro?>>

“Cazzo” pensò. “Questa è Teresa Vicidomini. Una mia amica di classe alle superiori.”, smise di sorridere.
<< Alessio. E si, vive in Via Dante 15. Ma perché?>>
<<Anna ci credo che non ci hai mai parlato. E’ muto!>>
<<Come muto?>>
<<Si Anna, muto proprio. Dalla nascita, mutismo selettivo se non mi sbaglio, per un difetto congenito alle corde vocali o che so io! La prof ci fece una testa così tentando si spiegarcelo. Non parla! Cazzo ti ha riempito di palle! E poi non me lo ricordo così simpatico. Non scambiava una parola con nessuno>>
Seguì una grassa risata. Di entrambe.
<<Madò Terry ma meno male che me l’hai detto. Questo mò viene. Pensa che bella chiacchierata. Non me lo ha detto in tutto questo tempo. Si vede che oltre che muto è pure stronzo. Facciamo una cosa. Aspetta. Vedi se arriva che voglio andare via. Non mi faccio sentire più e via così. Faccio la sorda!>>
Altra risata. Si allontanarono.

Il cameriere portò l’ordinazione. Lui si alzò, lasciò i soldi sul tavolino e andò via. Mentre si allontanava sentì il cameriere esclamare “Oh neanche un grazie, bah sta gente!”.
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“Silente89” è ONLINE.

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