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Passeggiando con Ariel in prossimità di alcuni alberi all'improvviso un suono tecnologicamente familiare, un tono di notifica, un 'chirps', un cinguettio.
Una ragazza poco distante col duraleu rosso tirò fuori il cellulare dalla sua LV appoggiata sulla sella.
Scorse un po' il dito, ma niente, falso allarme.
A quel punto pensai "E' impossibile, ho rapporti sociali con 3-4 persone, figurati se mi scrivono e per di più alle 8 e mezza di mattina, per cui dovrei anche restringere il cerchio".
Con una mossa repentina guardai il cellulare ed il mio pensiero mostrò di avere basi più che solide.
Ma a quel punto l'ipotesi ancora più assurda, a cui nessuno dei due vuoleva credere in quello sbigottito imbarazzo che separa il mondo virtuale da quello reale.
Sentii qualcosa dentro, un'emozione dal sapore primordiale che causa un sorriso accennato per fortuna nascosto dalla folta barba.
Mi guardai in giro, la maggior parte delle persiane erano ancora chiuse, qualcuno che entrava al Carrefour alle mie spalle, un'anziana signora al capolinea del 36 attendeva con indosso un maglioncino a prima vista così pesante che ci suderei anche a gennaio in Norvegia.
Il sole era ancora timido su piazza Merani, ma non c'erano nuvole a macchiare il suo passaggio.
La ragazza aveva già dato il gas.
Mi scambiai uno sguardo con Ariel e all'improvviso piazza Merani sembrava un posto migliore, fuori dal mondo.
Forse era davvero un uccellino.
Piccola stella, 27 April 2024
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Utente Anonimo
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