Il pomeriggio era afoso. Nella pianura impolverata, il capomastro lavorava alla diga. Si trattava solo di un controllo, l’avevano finita già da un pezzo. Ma lui era il più bravo a incastrare le grandi pietre una sull’altra, a indovinare i nessi e le curvature. Così, avevano mandato lui insieme alla squadra che doveva verificare la tenuta della nuova diga. Era stato un gran lavoro: tre anni prima, il fiume era esondato. Aveva allagato tutta la pianura vicina, disfatto i campi e annegato greggi. E l’acqua e il fango si erano riversati anche sulla città, sommergendo interi quartieri. Un disastro. Per fortuna molti si erano salvati, ma le case erano andate perdute, anche la sua. Solo le zone più lontane erano illese, e chiaramente anche l’acropoli, che guardava tutti dall’alto. Alzò la testa: la sagoma della collina si ergeva non lontano, le alte mura grigie che si confondevano con la foschia dell’afa estiva. A loro lassù non era importato, non molto. Avevano un grande piano da compiere. L’architetto anziano era d’accordo col re: portare a compimento la nuova reggia e gli edifici annessi, chiamare i pittori migliori, mettere in posa le pietre più grandi, creare le mura più poderose e i corridoi più intricati. Persino una gigantesca stanza da bagno avevano voluto, e avevano dovuto issare sull’altura la grande lastra pavimentale a dorso di mulo e di uomo, con le fruste. La città sarebbe venuta dopo. Ma l’architetto giovane aveva protestato: era andato in giro per la pianura, aveva visto i guasti e soprattutto aveva visto il fiume. Poteva accadere di nuovo, bisognava mettere al riparo la città e i campi almeno da questo. Anche le maestranze avevano protestato: non avrebbero proseguito i lavori alla reggia se non si fosse fatta la diga. C’erano state tensioni, scontri fisici, persino morti. L’architetto anziano era rimasto vittima di uno strano incidente. Alla fine il re aveva acconsentito, e l’architetto giovane era sceso ancora una volta con diverse squadre, a deviare il fiume e a costruire la diga. Ma le case avevano dovuto aspettare. Intanto, mentre il pomeriggio avanzava, il capomastro proseguiva l’esame della muratura, studiava tutte le connessioni, strappava le radici che potevano infilarsi tra le pietre. Il gorgoglio dell’acqua era giusto più in basso e lui pensò con invidia a sua moglie e ai figli, che erano andati al fiume a fare il bucato e che sicuramente in quel momento sguazzavano felici nel tratto ombroso più a valle. Con un gran sospiro, decise che li avrebbe raggiunti non appena finito. Fu allora che giunse il boato.

 

Il boato non l’aveva colta di sorpresa. L’aveva sentito venire, nel nervosismo dell’asino legato presso il fiume, nel silenzio improvviso degli uccelli tra i rami degli alberi. E l’aveva riconosciuto, il ricordo di tanti anni prima all’improvviso così vivo. Di corsa, aveva richiamato i figli, raccolto i panni stesi ad asciugare, impilato ceste e fagotti sul basto, e via, verso la piana più aperta. Si era fermata lungo la strada, in un punto pieno solo di cespugli aridi e polvere, e li aveva fatti accoccolare tutti per terra, anche l’asino, che tremava. Non un altro terremoto! Dopo tutte le fatiche per ricostruire, e l’inondazione, e i lavori per scongiurarne una nuova….Anche la loro casa era stata invasa dal fango e ora vivevano ospiti da parenti. Era stata dura aspettare che chiudessero i cantieri alla reggia prima di aprire quelli in città. Ma proprio in quei giorni, finalmente, le prime squadre erano state mandate in basso. Vietato fare da sé, c’era un piano da rispettare. Ancora un piano! Sbuffò. L’asino le si fece vicino vicino per la paura. Dalle bisacce spuntava il suo lavoro più bello, con tutte le frange intrecciate a ghirigoro. Non aveva avuto il tempo di lavarlo bene, e chissà ora se ce ne sarebbe mai stato! Voleva andare a venderlo al porto: al banco di sua cugina c’era sempre bisogno di nuova merce, con tutti quegli stranieri che attraccavano!! Così forse si sarebbe potuta comprare un bel fermacapelli con la testa d’avorio. Gli artigiani del re difficilmente vendevano qualcosa in proprio, ma di avorio al porto ne circolava sempre un po’. E se lei avesse avuto più tempo per lavorare per sé, avrebbe forse potuto comprare persino una piccola scatolina intagliata per sua figlia. Ma invece passava giornate intere al telaio per rispettare le consegne della reggia, e per che cosa poi! Un po’ d’olio e di vino, un po’ di lana per i materassi, qualche sacco d’orzo. Ma tutte queste cose al mercato si trovavano, senza contare il piccolo terreno che avevano, coi suoi olivi stentati. A volte pensava che non ci fosse affatto bisogno di lavorare per il re per vivere bene, anzi, forse il contrario…

 

Dopo il boato, scoppiò l’incendio. Tutti corsero all’acropoli per domarlo, dai campi, dalle capanne degli sfollati, persino dalle case crollate. Anche il vecchio sacerdote si arrampicò ansando, portando mantelli e coperte per spegnere le fiamme, e con lui il giovane architetto. Stavano prendendo misure e presagi sulla zona invasa dal fango, per cominciare infine i lavori e ricostruire le case. I lamenti si levavano già da molte parti, tra il fumo e la polvere che li soffocavano. Non ci fu molto da fare: la reggia era crollata, tutto era in fiamme, e poterono soltanto guardare e piangere. Piangeva di rabbia il giovane architetto, piangeva il suo lavoro degli ultimi anni, piangeva il lavoro dei carpentieri, degli operai, dei muratori, dei pittori, degli scalpellini. Piangeva le belle pareti affrescate, le colonne istoriate, le soglie massicce e le mura possenti. I calcoli, le discussioni, le speranze, l’amarezza e l’orgoglio di quando avevano finito. E la frustrazione di chi ancora aspettava una casa, giù nella città distrutta dal fiume, e aveva dovuto aspettare. Non restava che l’incendio. E il re? Chiese qualcuno. Il re era morto. La regina e il principe erano morti. Il Capo dell’esercito, l’Intendente, il Gran Sacerdote, anche loro erano morti, travolti sotto le macerie di quello che doveva essere il loro palazzo trionfale. “Che cosa faremo adesso?” mormorava la folla. “Come facciamo a ricostruire tutto?” Il giovane architetto aveva il volto scuro: “Non ricostruiremo un bel niente!” urlò tra le lacrime “Quassù abbiamo fatto fin troppo! Ora tocca alle case giù in basso!”. Gli abitanti lo guardavano perplessi, anche se molti annuivano. “Sì, è così” disse rauco l’anziano sacerdote. “Non abbiamo avuto misura. Abbiamo costruito troppo qui in alto, col sudore di troppi. E la terra appesantita e indignata ha risposto. Non sarà la reggia, ma le nostre case, che faranno d’ora in poi la città di Tirinto.”

 

 

 

Tutti i racconti

0
0
5

L'uovo 2/2

18 November 2025

Quando si svegliò, depose l’uovo nel giaciglio e andò a lavorare. Rientrato trovò l’uovo ridotto in tanti frammenti. Osservò che non vi erano tracce di liquido né sul giaciglio né sul pavimento. C’erano però alcune piume a terra che Luca seguì fino alla finestra aperta. Fuori, nel giardino, vide [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

0
0
4

Se la vita ti dà limoni... 2/2

18 November 2025

- Federico… Federico... FEDERICO FEDERZONI, SANTIDDIO. - La voce del collega un po' seccato richiama Federico sulla terra. - Eh? - Sbatte le palpebre e si volta verso la scrivania di fianco alla sua. - Ohi, Damiano… dimmi. - - Eh, “Damiano dimmi” un fico secco. - Gli tira un post-it appallottolato. [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

3
6
21

L'uovo 1/2

17 November 2025

Luca pensò di stare ancora sognando. Un uovo era lì, perfetto, con un guscio bianco e lucido, appoggiato accanto a lui sul lenzuolo. Non aveva mai visto un uovo di quelle dimensioni: era alto almeno trenta centimetri. Subito si chiese come quell’uovo fosse finito nel suo letto, poi pensò a uno [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

4
6
29

Se la vita ti dà limoni... 1/2

17 November 2025

Margherita attraversa la piazzetta di corsa. Con lo zainetto che le sbatte sul fianco, entra al Plume con slancio da centometrista, facendo quasi sbattere la porta sul naso di un avventore in procinto di uscire. Gli improperi che lui bofonchia sono coperti dal rumore di accelerazione del bus da [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Maria Merlo: Molto carino, aspetto il seguito.

  • Smoki: Grazie!

    Il seguito arriva domani, speriamo mantenga le aspettative! ;)

6
8
54

In fregola

16 November 2025

Qua e là sulla facciata del condominio le luci accese per la cena. Una donna con un cane tra le auto parcheggiate. I lampioni accessi. Poche foglie sui platani. Semaforo verde e attraversiamo la strada. Davanti alla porta del monolocale i nostri corpi entrarono in fregola.

Tempo di lettura: 30 secondi

  • Walter Fest: A Simò, daje nun fà er timido esci allo scoperto, parla, dicce [...]

  • Lo Scrittore: ciak si gira... fermo immagine ..stop! buona la prima va bene così [...]

6
5
30

Emma e i libri che parlano

16 November 2025

Emma aveva imparato a non fare rumore. Non perché qualcuno glielo avesse chiesto, ma perché a volte le parole rimbalzano indietro. O peggio, cadono nel vuoto. Quando parlava, la madre la interrompeva a metà frase: – Più tardi, tesoro, adesso ho da fare. “Più tardi” voleva dire mai. Emma lo sapeva [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

5
2
30

La foto della pazzia

15 November 2025

Presi le foto, quelle che la mia ragazza mi consegnava felice ogni fine settimana… per la quarta volta di fila era lì in mezzo alle altre. Non sopportavo quell’immagine… con lui lì. Sì lo vedevo, pensava di nascondersi, ma io lo vedevo proprio sullo sfondo, di profilo. Ricominciai a guardare le [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Paolo Ferazzoli PRFF: I like .
    Quanti noi esistono?
    per meglio dire quante maschere diverse [...]

  • Dax: urka, una bella storia di malattia mentale. Povero.😭.Like

2
6
27

Pomeriggio sospeso

15 November 2025

Dovrei finire di leggere qualche libro. Lo penso mentre ne osservo la copertina, bloccata sul tavolo, come se aspettasse da ore. Sarei anche uscito a fotografare, magari in città, a rincorrere la luce tra i palazzi. Ma ho fatto tardi e quindi niente. Potrei scendere comunque, giusto qui intorno: [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

  • Dax: Pigrizia,il dolce far niente e,forse, la pace interiore sono tentatrici. like

  • FuoriFuoco: Concordo! 🙂

3
3
22

L'allieva 2/2

14 November 2025

Freccia la guardò appena mentre continuava a masticare quei pochi fili rubati. «Scusa ragazza ma ormai siamo insieme da tanti anni ed è la prima volta che capita che una di noi sia indisposta, è stato un brutto colpo. E vedere te poi, così giovane, magra… Sei sicura di farcela per l’intero giro? [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Maria Merlo: Racconto bellissimo per adulti, bambini e chiunque abbia davvero buona volontà.

  • Rubrus: Natale si avvicina. Se non troppo invadente, è una festa che ha davvero [...]

4
9
27

Tratturi

14 November 2025

Tratturi Ho sempre ascoltato volentieri gli anziani. Una volta, forse perché vecchio o perché si sentiva solo su quella panchina, uno di loro mi raccontò una storia. “Tu sai cosa sono i tratturi e la loro gente?” La mia faccia dubbiosa valse più di mille risposte e, avido di sapere, sedetti anch'io [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

5
4
22

L'allieva 1/2

13 November 2025

La slitta già preparata sovraccarica di doni, attendeva sulla pista di lancio circondata dalla neve. I folletti le giravano intorno per verificare la tenuta del carico, una corda ben stretta da una parte, un'altra sulla parte più alta dove era possibile un crollo dei regali… Babbo si era raccomandato [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Dax: Bella....attendo. Like

  • Teo Bo: La signora Natale? Non mi dire... chi l'avrebbe mai detto! Aspetto il 2, [...]

3
5
51

CENTRALE PARANOICA 7

INIZIA CON UNA SETE DI SANGUE

13 November 2025

Hi, qui è Centrale Paranoica 7, shhhhh… shhhhh… silenzio, chiedetevi perché manco da tanto tempo… Beh non mi hanno scoperto ancora, ma mi hanno fiutato. Per la verità pensano più a qualche presenza esoterica, il dottor Stella ha persino chiamato in causa il buon vecchio Dick immaginando un mondo [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

Torna su