Avrò avuto sei anni o poco più. Da quel poco che mi ricordo non ero un bambino vivace, uno di quelli che faceva dannare i genitori, ma non appartenevo nemmeno alla categoria dei dormiglioni, diciamo che ero un bambino, come si dice, con la testa sul collo, ma che all’occasione non disdegnava divertirsi e giocare con i compagni di scuola e di piazzetta. Una domenica, credo fosse in primavera, una bella giornata di sole, la mia famiglia venne invitata ad un matrimonio di un lontano parente, naturalmente i miei genitori portarono pure me, vestito di tutto punto. Classica cerimonia in chiesa e poi tutti al ristorante come di consueto. Si sa, i ragazzini non amano tanto questo tipo di evento, stare inchiodati per ore accanto ai genitori prima in chiesa e poi davanti alla tavola imbandita di ogni cosa ad ascoltare i discorsi dei grandi. Vicino al mio tavolo c’era un altro bambino che non conoscevo ma che come me ne aveva le scatole piene, lo si vedeva dall’espressione della faccia, degli antipasti, primi, secondi, “viva gli sposi”, “un brindisi per lo sposo”, e menate del genere, oltretutto da una finestra del ristorante si vedeva nel retro un bellissimo giardino. Che bello sarebbe stato andare a giocarci! Chissà, forse leggendoci nel pensiero, qualcuno, non so dire con precisione chi, ci disse: “Bambini, perché non andate a giocare in giardino, stando attenti a non farvi male e a non fare danni?” udire l’ultima parola “danni” e stare già a correre fuori del ristorante fu tutt’uno. C’era una piccola altalena, la prendemmo d’assalto per qualche minuto, poi i nostri occhi si spostarono su un campetto di bocce tenuto non molto bene, con zolle di erba ai bordi e qualche buca al centro. C’erano anche alcune bocce lasciate lì chissà da chi, le prendemmo e si cominciò a tirarle da una parte all’altra del campetto. Evidentemente il divertimento non era tale che cercammo un’alternativa a quei lanci inutili. Al lato opposto del giardino notammo, ahimè, una enorme quantità di vasi da giardino, alcuni vuoti altri pieni di terra, di varie dimensioni. Ci avvicinammo piano piano e, come se ci fossimo messi d’accordo, cominciammo a metterne alcuni in fila e ci andammo a posizionare ad una certa distanza. Primo tiro e primo vaso rotto. “Bravo. Ora tocca a me”. Disse uno dei due. In un batter d’occhio i vasi furono colpiti e disintegrati tutti. Il gioco cominciava a piacerci, al punto che la seconda volta ne mettemmo altri, prendendo anche quelli pieni di terra e posizionandoli a piramide. Anche questi furono polverizzati in un batter d’occhio. Non ci mettemmo poi tanto a sterminarli tutti, non ho idea di quanti fossero stati, ma erano tanti, tantissimi questo è certo. Ad un tratto sbucò una macchina da un angolo del ristorante, camminava in retromarcia, mentre si fermava notammo che l’uomo al volante guardò verso di noi. Ci si gelò il sangue. Capimmo in quel momento di averla fatta grossa. Già mi immaginavo i rimproveri non tanto di mio padre quanto quelli di mia madre, che è sempre stata la più severa dei due, forse, anzi senza il forse, ci sarebbe scappato anche qualche sonora sberla. Fortunatamente per noi la macchina riprese a camminare in avanti e sparì verso l’uscita. Di corsa rientrammo nel salone dove ancora si sentiva gridare “viva gli sposi”, ci sedemmo ai nostri posti come cani bastonati, tutti sudati e con le ginocchia “nere” di terra che ci fecero “vincere” la prima ramanzina:” Guarda come ti sei conciato”, disse mia madre. Fortunatamente venne in mio aiuto mio zio che con un sonoro “Auguri agli sposi e figli maschi” diede inizio ad uno scrosciante applauso al quale si aggiunsero i miei genitori. Inutile dire che non mi mossi più dal mio posto fino al momento di andarcene, momento che sembrava non arrivasse mai, con la paura che qualcuno entrasse all’improvviso per dire: ”Chi ha rotto tutti i vasi?” Sarebbe stata la fine. Arrivò finalmente il momento dei saluti, saltai rapidamente in macchina e quando cominciò a muoversi tirai un sospiro di sollievo, mi girai e dal finestrino posteriore vidi il cancello d’ingresso del ristorante che si allontanava, e in lontananza il campetto di bocce, l’angolo del ristorante mi risparmiò la strage dei vasi. Quella volta me la vidi davvero brutta ma fortunatamente la scampai, ma da quel giorno mi è rimasta una certa avversione nel vedere tanti vasi messi insieme, specialmente quando vado nei vivai non posso fare a meno di ripensare a questo episodio. Che dite….rimorso di coscienza….o voglia di rifarlo nuovamente??

 

 

 

Tutti i racconti

3
1
16

La foto della pazzia

15 November 2025

Presi le foto, quelle che la mia ragazza mi consegnava felice ogni fine settimana… per la quarta volta di fila era lì in mezzo alle altre. Non sopportavo quell’immagine… con lui lì. Sì lo vedevo, pensava di nascondersi, ma io lo vedevo proprio sullo sfondo, di profilo. Ricominciai a guardare le [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

1
2
15

Pomeriggio sospeso

15 November 2025

Dovrei finire di leggere qualche libro. Lo penso mentre ne osservo la copertina, bloccata sul tavolo, come se aspettasse da ore. Sarei anche uscito a fotografare, magari in città, a rincorrere la luce tra i palazzi. Ma ho fatto tardi e quindi niente. Potrei scendere comunque, giusto qui intorno: [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

3
3
18

L'allieva 2/2

14 November 2025

Freccia la guardò appena mentre continuava a masticare quei pochi fili rubati. «Scusa ragazza ma ormai siamo insieme da tanti anni ed è la prima volta che capita che una di noi sia indisposta, è stato un brutto colpo. E vedere te poi, così giovane, magra… Sei sicura di farcela per l’intero giro? [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Maria Merlo: Racconto bellissimo per adulti, bambini e chiunque abbia davvero buona volontà.

  • Rubrus: Natale si avvicina. Se non troppo invadente, è una festa che ha davvero [...]

4
7
24

Tratturi

14 November 2025

Tratturi Ho sempre ascoltato volentieri gli anziani. Una volta, forse perché vecchio o perché si sentiva solo su quella panchina, uno di loro mi raccontò una storia. “Tu sai cosa sono i tratturi e la loro gente?” La mia faccia dubbiosa valse più di mille risposte e, avido di sapere, sedetti anch'io [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Riccardo: grazie infinite a tutti 🙏

  • BrunoTraven: Interessante racconto che ha il sapore del passato, del lavoro dei nostri nonni [...]

5
4
22

L'allieva 1/2

13 November 2025

La slitta già preparata sovraccarica di doni, attendeva sulla pista di lancio circondata dalla neve. I folletti le giravano intorno per verificare la tenuta del carico, una corda ben stretta da una parte, un'altra sulla parte più alta dove era possibile un crollo dei regali… Babbo si era raccomandato [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Dax: Bella....attendo. Like

  • Teo Bo: La signora Natale? Non mi dire... chi l'avrebbe mai detto! Aspetto il 2, [...]

3
5
50

CENTRALE PARANOICA 7

INIZIA CON UNA SETE DI SANGUE

13 November 2025

Hi, qui è Centrale Paranoica 7, shhhhh… shhhhh… silenzio, chiedetevi perché manco da tanto tempo… Beh non mi hanno scoperto ancora, ma mi hanno fiutato. Per la verità pensano più a qualche presenza esoterica, il dottor Stella ha persino chiamato in causa il buon vecchio Dick immaginando un mondo [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

3
2
26

Speranze di vita

12 November 2025

Di speranze ce ne vogliono almeno due: una per continuare a credere nella vita e l'altra per giustificare la sopravvivenza. Sì perché le delusioni continuate rischiano di farci male, a volte radicalizzano e ci trasformano in elaboratori d'ansia, in soggetti da psicologo nel migliore dei casi o [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

  • Paolo Ferazzoli PRFF: I like
    tenero di intenso.
    Accorato sguardo a un passato che non può [...]

  • Dax: La speranza, quando possibile,non devevrimanere fine a sé stessa: devevessere [...]

4
3
36

Nessuno è uguale a nessuno

12 November 2025

La catena di montaggio non conosce pause è un nastro che scorre veloce, moltiplicando gesti e abitudini. Smog e street food impregnano l'aria; vetrine mutano faccia, ma non voce; porte automatiche che salutano tutte allo stesso modo. I clacson e i suoni delle rotaie scandiscono un tempo incessante, [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Dax: Azz....Like

  • Ecate: Nel treno che non conosce fermate, una donna che legge un racconto e gli piace, [...]

5
6
27

Lisy

11 November 2025

“Ehi, artista.” La voce, profonda, dolce e a lui ben nota, arrivò alle sue spalle. Lionel si girò appena, attento a non cadere dallo scoglio sul quale era seduto. Lì, in piedi dietro di lui, c'era la figura alta e fascinosa di una donna che pareva una vampira con tanto di collana con simbolo celtico [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • L. Carver: Se leggerete ancora di lei? Chissà, è un personaggio che vorrei [...]

  • Dax: Bel pezzo....Torneranno? Like

6
11
39

Il divano che non c'è

Esercizio di scrittura creativa - I 7 peccati capitali - L'accidia

11 November 2025

"Con la tivù accesa e le chiappe sprofondate tra i cuscini era una libidine stappare una birretta, affondare i polpastrelli per ravanare in un sacchetto di patatine e godersi un film appena scaricato." Sandra corrugò la fronte e interruppe il monologo di Adelina orfana di un divano appena portato [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

1
3
18

Il Principe di Sansevero (2/2): Un Viaggio nei Misteri di un uomo avido di conoscenza seconda parte.

Funzione delle meravigliose macchine anatomiche

10 November 2025

Il Marchese Raimondo di Sangro, una figura eclettica dell’Illuminismo napoletano, è noto non solo per la sua nobiltà e le sue attività politiche, ma soprattutto, per le sue straordinarie invenzioni nel campo della anatomia e dell’ingegneria. Le macchine anatomiche da lui create, esposte nella Cappella [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Paolo Ferazzoli PRFF: I like.
    bravo e grazie Gennarino.
    Mi complimento con Rubrus...
    La [...]

  • Teo Bo: Come turista ho ammirato il Cristo velato e le macchine anatomiche. Mi ha fatto [...]

9
8
72

Blues

10 November 2025

Ho fatto uscire tutti dalla sala di registrazione. Nessuno sa di questa trentesima traccia, la mia canzone migliore e non sarà incisa. Solo Zimmerman l'ascolterà, apparirà a momenti. Fa parte del patto siglato quella notte al crocevia. «Eccomi Robert, suona per me». *** NdA: l'io narrante è [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Rubrus: Sì, mi è piaciuto ma rispondo ora perchè nel frattempo [...]

  • Lawrence Dryvalley: Grazie Dax!
    Grazie Rubrus! Beh, il merito maggiore è dello sconosciuto [...]

Torna su