Nascosto

vago nelle ombre della notte

accompagnato dal vento ruffiano

che mi sussurra nelle orecchie

ritornelli di antiche canzoni.

Suoni e canti che un tempo

erano la colonna sonora

di una vita vissuta male.

La giovinezza sprecata nell’inseguire

il volo dei gabbiani

il richiamo subdolo del mare

che m’invitava a inseguire l’orizzonte

la libertà persa nell’azzurro

di un cielo che è rimasto uguale

mentre noi siamo cambiati.

Abbiamo percorso strade di speranza

di utopie, di ribellione contro il mondo.

Ci siamo svegliati da poco

e lo specchio riflette rughe e pelle avvizzita

speranze perdute chissà dove

non ci siamo accorti che la strada era lunga

e abbiamo tralasciato di fermarci

per parlare, per capire dove stavamo andando.

Donna che al mio fianco hai patito

il freddo d’inverni solitari

l’arsura di deserti abbacinanti

quanto dolore ti ho procurato

e tu silente e testarda hai continuato

a seguirmi legata da un legame indissolubile 

senza opporti, senza dirmi

che stavo sbagliando, che ero un folle.

Un illuso che inseguiva sogni

e faceva collane di stelle per abbellire 

il tuo viso stanco, ma sempre luminoso.

Amore mio, cosa posso fare adesso

per alleviare il tuo cammino

per dare sollievo ai tuoi piedi stanchi

a quelle mani che non hanno stretto

che aria, sospiri e illusioni.

Sono, sono vicino a te al tuo fianco 

come sempre è stato nel tempo

ti prego non mi lasciare

adesso che ho smesso di sognare

d’inseguire il vento bugiardo

adesso che il mio solo sogno

sei tu, amore mio legata a me per sempre.

Notte nascondimi, voglio vivere nelle ombre

negli angoli bui, lontano dagli uomini

lontano dal mare, dai gabbiani

che ignari se ne vanno

ad ali tese verso l’orizzonte.

 

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