George Martin è appena arrivato nel punto di ritrovo, dopo molti anni finalmente sente le gambe che seguono i suoi ordini senza protestare, sa dove andare, eccoli, sopra un isolato manto soffice vede due vecchi amici che sonnecchiano pigramente, con flemma tipicamente inglese si rivolge a quei due, sono John e George: «ok, smettete di strapazzare la chitarra senza senso e pensiamo alle cose serie, mentre venivo ho avuto un’idea, visto che spero di dover aspettare ancora per molto tempo l’arrivo di Paul e Ringo, facciamo diversamente: prendiamo David Bowie come co-leader, Keith Moon degli Who alla batteria e Richard Wright dei Pink Floyd alle tast…»

John lo interrompe: «ci devi dire anche la loro discografia? Con David ho già fatto dei dischi insieme, Keith era nostro compagno di sbronze e Richard lo conosco da quando ha iniziato, i pupi ad Abbey road erano nella sala vicina, noi registravamo “Sgt. Pepper” e loro l’album d’esordio “Piper at the gates of down”, anzi il loro produttore se non ricordo male era tuo allievo!»

«ricordi bene, ora se non m’interrompi, vorrei continuare»

Un accordo stonato fa capire che è d’accordo.

«da adesso vi allenerete duramente, visto che è una morte che non suonate seriamente, quindi inizieremo una tournee mondiale»

«ora posso parlare, capo?»

«te lo concedo»

«chiamiamo anche Jimi Hendrix, Jim Morrison, Janis Joplin, Jaco Pastorius, Jerry Garcia, Jeff Buckley, Joe Strummer, John Entwistle, John Bonham, Jack Bruce e magari John Belushi al cazzeggio e organizziamo un mega festival tra le nuvole»

«il fatto che inizino tutti con la “J” è una tua idea?»

«l’hai notato? I grandi iniziano con la “J”, scusa George»

«no problem, ora dillo davanti a Frank Zappa, se hai coraggio»

«è un amico ed ha “sense of humour”, non c’è problema. Va bene, ma il nome lo scelgo io: “Beatles over the clouds”, vi piace?»

Un doppio respiro rassegnato si alza dopo queste parole.

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