Tutto sembrava sgretolarsi attorno a me. Decisi di non dire nulla alla mia famiglia, cercando di proteggerli dalla realtà. Ma ad ogni mio sforzo per risolvere la situazione, sentivo che loro si allontanavano sempre di più. Le discussioni erano diventate sempre più frequenti, gli sguardi più freddi, le parole cariche di risentimento.

Quando le cose iniziarono davvero a precipitare, cercai almeno di salvare ciò che potevo. Il mio primo pensiero fu per i miei dipendenti, persone che avevano lavorato con me per anni e che mi avevano sempre sostenuto. Rinegoziai contratti, rinunciai a compensi e sacrificai il poco che restava della mia stabilità economica per garantire che loro potessero continuare. Ma questo scatenò il disprezzo dei miei familiari.

Avrei dovuto pensare solo a loro, alla loro sicurezza. Ma io sentivo un profondo senso di responsabilità verso chi aveva creduto in me. Ogni tentativo di spiegare le mie scelte non faceva altro che peggiorare la situazione. Le notti divennero insonni, trascorse a rimuginare sulle scelte fatte, sulle occasioni mancate.

Alla fine, quando tutto sembrava perduto, il pensiero di fallire come imprenditore non era il peggiore dei mali. Era l'idea di essere considerato un fallimento come padre e marito a togliermi il respiro. Ogni giorno, la sensazione di non essere all'altezza cresceva, come una morsa al cuore.

Alla fine, mi sembrò che non ci fosse altro modo per porre fine a quel dolore. Penzolare dal soffitto, con la corda stretta attorno al collo, fu una trovata melodrammatica, lo riconosco. Ma non riuscivo a trovare nessun'altra soluzione. L'idea di mettere fine a tutto mi offriva l'unica via di fuga da quel senso di fallimento che mi divorava ogni giorno di più.

"Scusatemi," scrissi nella lettera, con mani tremanti e il cuore pesante. Era un ultimo, disperato tentativo di far comprendere che, nonostante tutto, li avevo amati più di ogni altra cosa. Ma sapevo che, anche quel gesto, sarebbe stato visto come un altro errore, l'ennesima dimostrazione del mio egoismo.

Eppure, era l'unico modo che conoscevo per liberare me stesso e loro dal peso del mio fallimento.

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Il gilet giallo

05 December 2025

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Nulla Dies Sine Linea

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L’appuntamento era stato fissato per le due di quel pomeriggio. Naturalmente la mia ansia era cresciuta di ora in ora, proporzionalmente al bisogno di confrontarmi con lui. Arrivai al Café de Flore in larghissimo anticipo e, per provare ad ingannare l'attesa, mi accomodai ad uno dei tavolini [...]

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04 December 2025

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03 December 2025

In una parola, rassegnati. Da quando sei cresciuta, il tuo carattere non cambierà, nessuno può realmente cambiare e se non ci credi, non prendertela con me ma con i numeri. La statistica ci insegna che nessuno cambia, sai? E gli strizzacervelli sono i primi a saperlo: lo sai che per ottenere una [...]

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Volevo essere William Shatner 1/2

03 December 2025

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Di stagista in stagista

Giu
02 December 2025

Giorno uno della mia presenza in azienda. Mi sistemarono in un angolo molto luminoso, proprio vicinissimo alla finestra per permettermi di avere la giusta luce quotidiana di cui avevo bisogno. Devo ammettere che mi piaceva molto la postazione che avevano scelto per me, avevo sentito dire che decisero [...]

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01 December 2025

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Il monolocale mi garba. Così pulito e ordinato, sembra la casa delle bambole. Beh, per quel che ne so io, perché lo giuro, non ne ho mai vista una. Che posso dire, ragazzi? Per ora me ne sto qui, sotto un buffo piumino rosa e un lenzuolo pieno di orsetti stampati. Insomma, mi sembra di vivere dentro [...]

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Gli elfi che erano di sentinella avevano sentito e visto Darkman introdursi furtivamente sul sentiero che portava a casa di Babbo. Avevano dato l’allarme e ora erano tutti nascosti nelle vicinanze della casa in attesa del nemico. Sapevano che il mago era forte e usando la magia poteva sconfiggerli, [...]

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Dopo il maithuna, seduto nudo sul letto, la osservavo rivestirsi davanti allo specchio rettangolare da parete a figura intera. Sulle spalle scendevano con leggerezza i capelli biondi ondulati. Le natiche a mandolino. Le gambe bianche lunghe. Le caviglie sottili. Spostai lo sguardo sullo specchio. [...]

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