Una mattina di un rigido inverno, Simon si svegliò e vide attorno al letto, su cui era sdraiato, uno scenario che non aveva mai visto prima. La sua camera aveva assunto una veste nuova: la disposizione dei posters era completamente cambiata, le pareti della sua stanza non esistevano più e al posto della scrivania, collocata sotto al suo letto, si ergeva una grossa navicella spaziale .…

Quella mattina Simon si alzò e con sguardo attonito la guardò attentamente e disse:

 

« Sicuramente sto ancora sognando» , dal momento che, era già abituato a quelle strane e al tempo stesso, buffe rappresentazioni oniriche. Ma questa volta no, non era un sogno. Quella navicella spaziale si era davvero manifestata nella realtà e poteva portarlo molto lontano azionando semplicemente dei comandi. Quindi, decise di rendere partecipe della sua gioia il suo migliore amico Johnny invitandolo a casa sua.

 

L'invito non fu fatto tramite telefono o messaggio ma con la navicella: occorreva premere il tasto numero 10 per parlare con lui. In un nanosecondo così Johnny fu subito da Simon e ridendo e scherzando passarono tutto il pomeriggio a viaggiare per il mondo intero. Volevano andare in Alaska? Tasto 20.

 

 

In Egitto? Tasto 23.In Norvegia ad ammirare l'Aurora Boreale? Tasto 18 e così via.. Tutto era molto bello e al tempo stesso surreale ma del viaggio non facevano parte i genitori, i fratelli, gli zii, i compagni di scuola, le persone a loro più care. Dopo aver esplorato il mondo per 45 giorni sentirono la mancanza e provarono a ritornare alle loro vecchie abitudini quotidiane e alle loro frequentazioni. Simon disse a Johnny: «In questa navicella super tecnologica dovrà pur esserci il pulsante che riporta alle dimore in cui abitano i nostri affetti. Non credi? ».

Johnny rispose: «Si, certo amico. Non ti preoccupare, lo troveremo! ».Passarono ore, giorni e mesi ma del pulsante "speciale" nessuna traccia. La loro esistenza coincideva con una tastiera e la loro volontà era ridotta a zero. Era lei, infatti, che decideva cosa fargli fare, che li seduceva e al tempo stesso li privava.

 

 

Non potevano né mangiare né bere, non avevano vestiti adatti da indossare nelle loro avventure (caratterizzate da pesanti escursioni termiche nel passaggio repentino dalla Norvegia all'Egitto). Non potevano curare la loro igiene personale né sperare di acquistare il necessario con la pulsantiera della loro astronave. Purtroppo non capivano che era stata pensata solo per viaggiare e non per soddisfare i loro bisogni primari. Johnny e Simon non avrebbero mai pensato che un Paradiso potesse trasformarsi in un Inferno. Provarono migliaia di tasti per realizzare il loro obiettivo ma nel frattempo commisero tanti errori. Quello più grave fu fare collidere due aerei con tanta gente a bordo. Piansero moltissimo e non riuscirono a darsi più pace per l'accaduto. «Tutto a causa di qual maledetto pulsante!» dicevano Johnny e Simon da mesi e mesi. Il "detective delle astronavi" sentì la loro angoscia e decise di aiutarli rivelandogli di avere individuato i loro affetti sul pianeta Heartbeats.

 

 

Ben presto, Simon e Johnny poterono riabbracciare i loro cari e rivedere i luoghi della loro infanzia. Nel frattempo, Meta, capitano del "pianeta degli affetti" ignaro di quello che era successo, diede loro una comunicazione: «Ragazzi, non potete continuare a vivere così. La navicella spaziale vi porterà ovunque ma vi obbligherà a lasciare qui il vostro cuore poiché se azionerete quel pulsante non tornerete più indietro. Dovete prendere una decisione, ora! ».I due amici ne rimasero spiazzati e risposero con molta gioia: «Capitan Meta, è stato tutto molto bello, abbiamo visto luoghi d'incantevole bellezza ma al tempo stesso abbiamo sofferto molto. In quei luoghi, infatti, non esistono contatti con esseri umani ma solo con robot incapaci di comprendere sia i tuoi bisogni personali che materiali. Abbiamo patito la fame, la sete, non abbiamo ricevuto una carezza, un abbraccio, una parola di conforto nei momenti più difficili , soprattutto dopo il mostruoso errore commesso nel tentativo di ritornare qui. E' una vita vuota, esclamarono, mostrando al capitano tutta la loro rabbia. Vogliamo rimanere qui!»

 

 

«Ok ragazzi, affermò Meta, soddisfatto del risultato conseguito. Sono riuscito atrasmettervi un valore importante e sono molto, molto orgoglioso di voi ».Così Johnny e Simon abbandonarono l'astronave e da quel giorno capirono che la tecnologia è solo uno strumento e non un fine!!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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