Quest’anno ho deciso di trascorrere l’estate negli USA. Voglio provare l’ebrezza di correre lungo la strada più famosa al mondo, quella che ha fatto la storia, che ha inventato il mito dell’America,  la Route 66, 3755 chilometri da Chicago a Santa Monica in California attraverso 8 stati, la mia meta è Los Angeles. Una esperienza da fare, almeno una volta nella vita, per chi ama le moto così come le amo io. Correre con i capelli al vento nelle strade ampie e assolate, vivere l’avventura, sentirsi liberi nella natura.

Sono sei ore che sono sulla sella della mia Harley  Sportster 883. Un percorso iniziato questa mattina, quando ancora il sole dormiva dietro le dune. La mia testa scoppia dentro il casco, il cervello bolle, le ginocchia sono indurite, ma nonostante tutto non mi fermo; la meta è lontana. Prima che scendano le ombre troverò un posto dove fermarmi. Lo stomaco reclama per il troppo tempo che è rimasto vuoto, la mia scorta di Jack Daniel’s è finita, la lunga linea nera spacca in due la sabbia del deserto, una ferita attraverso il nulla per andare nella città degli angeli. Sto attraversando un tratto roccioso, alla mia sinistra un'intera parete di calcare dà sollievo agli occhi dando ombra sulla strada, ne approfitto per rallentare e togliermi per un attimo il casco, il caldo accumulato all’interno evapora, mi lascia solo i capelli bagnati, mi fermo! Spengo il motore e metto la moto all’ombra di due massi. Poco lontano un paio d'enormi cactus, con intorno una specie di piccola oasi verde, se ne stanno immobili come sentinelle in attesa di ordini. Ricordando le nozioni ricevute da mio nonno, estraggo l’inseparabile coltello tuttofare e, senza togliermi i guanti, mi dirigo verso le piante. Taglio un paio di fette e con poca difficoltà riesco a riempire la fiaschetta vuota del whisky con un liquido denso, ne bevo qualche sorsata, è dolce e caldo ma mi fa bene. Lenisce per un attimo la gola e tutta la sabbia che ho inghiottito, finisco di riempire la fiaschetta e succhio quanto resta della linfa. Rimonto in sella e riparto seguendo la mappa, fra non molto è prevista una stazione, forse l’ultima, prima di affrontare lo strappo finale. Dopo due ore di marcia e quando il sole già sta andando a farsi fottere dietro l’orizzonte, vedo l’insegna mossa dal vento, una casupola di legno isolata nelle dune di sabbia. Una sola entrata e due finestre. Fuori le pompe di benzina, di lato una staccionata, un cavallo e un asino si tengono compagnia nel recinto frugando negli angoli i resti di fieno secco accumulato dal vento. Metto in sicurezza la moto ed entro. Il tanfo mi colpisce come un cazzotto, quasi come un muro dall’odore disgustoso. Per proseguire devo farmi forza, lì dentro l’aria probabilmente non entra chissà da quanto tempo. Un ventilatore al soffitto agita le sue lunghe pale, senza convinzione, smuove appena l’atmosfera densa di odori, di grasso, di sudore.

Un esemplare brufoloso di femmina si avvicina e mi apostrofa con voce nasale, masticando una cicca; un dente di metallo, le brilla al lato sinistro. Cerca di offrirmi un sorriso che non le riesce molto bene. I capelli sono talmente unti di grasso, di fumo, che la matita che porta sull’orecchio sembra sia calamitata; si mantiene da sola. Ordino il piatto del giorno. Inutile fare domande o richieste, alla fine ti serviranno sempre e solo quello. Una birra gelata! Speranza vana. Alla richiesta mi guarda come potrebbe guardare un alieno. La parola ghiacciata non rientra nel menu, se ne va lasciandomi in compagnia di una scia di pessimi odori. La clientela è poca e variopinta, due grassoni intenti a sorbirsi due bottiglie di birra con l’aria stanca, un vecchietto in tuta cerca di masticare un pezzo della bistecca che ha nel piatto, ma dubito che ci riesca conciato com’è senza denti. Il padrone dietro il banco, corpulento e in canottiera, suda e fa sudare solo a guardarlo. Prova a pulire dei bicchieri con degli stracci che, un tempo, forse erano bianchi e puliti. Poco dopo arriva la cameriera portando un piatto che mi scodella sul tavolo con aria annoiata. Uno strano intruglio rossastro con dei pezzi che in teoria dovrebbero essere carne. Lo stomaco si chiude e si rifiuta di far entrare quella roba dentro di sé, ma io lo costringo, è necessario riempirlo.

La stanchezza è tanta e la meta lontana, non ci sarà altra occasione di fare un pasto fino alla fine, l’intruglio oltre a essere grasso puro è anche piccante, brucia le budella, nemmeno la birra tiepida riesce a placare quel bruciore.

 

 

Tutti i racconti

2
6
18

L'uovo 2/2

18 November 2025

Quando si svegliò, depose l’uovo nel giaciglio e andò a lavorare. Rientrato trovò l’uovo ridotto in tanti frammenti. Osservò che non vi erano tracce di liquido né sul giaciglio né sul pavimento. C’erano però alcune piume a terra che Luca seguì fino alla finestra aperta. Fuori, nel giardino, vide [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

2
6
25

Se la vita ti dà limoni... 2/2

18 November 2025

- Federico… Federico... FEDERICO FEDERZONI, SANTIDDIO. - La voce del collega un po' seccato richiama Federico sulla terra. - Eh? - Sbatte le palpebre e si volta verso la scrivania di fianco alla sua. - Ohi, Damiano… dimmi. - - Eh, “Damiano dimmi” un fico secco. - Gli tira un post-it appallottolato. [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Rubrus: Curioso che sembri drammatica. Voglio dire, non più della vita reale: [...]

  • Smoki: Sì, infatti, per me non è drammatica - e non era nell'intento, [...]

3
6
22

L'uovo 1/2

17 November 2025

Luca pensò di stare ancora sognando. Un uovo era lì, perfetto, con un guscio bianco e lucido, appoggiato accanto a lui sul lenzuolo. Non aveva mai visto un uovo di quelle dimensioni: era alto almeno trenta centimetri. Subito si chiese come quell’uovo fosse finito nel suo letto, poi pensò a uno [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

4
6
36

Se la vita ti dà limoni... 1/2

17 November 2025

Margherita attraversa la piazzetta di corsa. Con lo zainetto che le sbatte sul fianco, entra al Plume con slancio da centometrista, facendo quasi sbattere la porta sul naso di un avventore in procinto di uscire. Gli improperi che lui bofonchia sono coperti dal rumore di accelerazione del bus da [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Maria Merlo: Molto carino, aspetto il seguito.

  • Smoki: Grazie!

    Il seguito arriva domani, speriamo mantenga le aspettative! ;)

6
8
56

In fregola

16 November 2025

Qua e là sulla facciata del condominio le luci accese per la cena. Una donna con un cane tra le auto parcheggiate. I lampioni accessi. Poche foglie sui platani. Semaforo verde e attraversiamo la strada. Davanti alla porta del monolocale i nostri corpi entrarono in fregola.

Tempo di lettura: 30 secondi

  • Walter Fest: A Simò, daje nun fà er timido esci allo scoperto, parla, dicce [...]

  • Lo Scrittore: ciak si gira... fermo immagine ..stop! buona la prima va bene così [...]

6
5
30

Emma e i libri che parlano

16 November 2025

Emma aveva imparato a non fare rumore. Non perché qualcuno glielo avesse chiesto, ma perché a volte le parole rimbalzano indietro. O peggio, cadono nel vuoto. Quando parlava, la madre la interrompeva a metà frase: – Più tardi, tesoro, adesso ho da fare. “Più tardi” voleva dire mai. Emma lo sapeva [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

5
2
30

La foto della pazzia

15 November 2025

Presi le foto, quelle che la mia ragazza mi consegnava felice ogni fine settimana… per la quarta volta di fila era lì in mezzo alle altre. Non sopportavo quell’immagine… con lui lì. Sì lo vedevo, pensava di nascondersi, ma io lo vedevo proprio sullo sfondo, di profilo. Ricominciai a guardare le [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Paolo Ferazzoli PRFF: I like .
    Quanti noi esistono?
    per meglio dire quante maschere diverse [...]

  • Dax: urka, una bella storia di malattia mentale. Povero.😭.Like

2
6
27

Pomeriggio sospeso

15 November 2025

Dovrei finire di leggere qualche libro. Lo penso mentre ne osservo la copertina, bloccata sul tavolo, come se aspettasse da ore. Sarei anche uscito a fotografare, magari in città, a rincorrere la luce tra i palazzi. Ma ho fatto tardi e quindi niente. Potrei scendere comunque, giusto qui intorno: [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

  • Dax: Pigrizia,il dolce far niente e,forse, la pace interiore sono tentatrici. like

  • FuoriFuoco: Concordo! 🙂

3
3
22

L'allieva 2/2

14 November 2025

Freccia la guardò appena mentre continuava a masticare quei pochi fili rubati. «Scusa ragazza ma ormai siamo insieme da tanti anni ed è la prima volta che capita che una di noi sia indisposta, è stato un brutto colpo. E vedere te poi, così giovane, magra… Sei sicura di farcela per l’intero giro? [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Maria Merlo: Racconto bellissimo per adulti, bambini e chiunque abbia davvero buona volontà.

  • Rubrus: Natale si avvicina. Se non troppo invadente, è una festa che ha davvero [...]

4
9
27

Tratturi

14 November 2025

Tratturi Ho sempre ascoltato volentieri gli anziani. Una volta, forse perché vecchio o perché si sentiva solo su quella panchina, uno di loro mi raccontò una storia. “Tu sai cosa sono i tratturi e la loro gente?” La mia faccia dubbiosa valse più di mille risposte e, avido di sapere, sedetti anch'io [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

5
4
23

L'allieva 1/2

13 November 2025

La slitta già preparata sovraccarica di doni, attendeva sulla pista di lancio circondata dalla neve. I folletti le giravano intorno per verificare la tenuta del carico, una corda ben stretta da una parte, un'altra sulla parte più alta dove era possibile un crollo dei regali… Babbo si era raccomandato [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Dax: Bella....attendo. Like

  • Teo Bo: La signora Natale? Non mi dire... chi l'avrebbe mai detto! Aspetto il 2, [...]

3
5
51

CENTRALE PARANOICA 7

INIZIA CON UNA SETE DI SANGUE

13 November 2025

Hi, qui è Centrale Paranoica 7, shhhhh… shhhhh… silenzio, chiedetevi perché manco da tanto tempo… Beh non mi hanno scoperto ancora, ma mi hanno fiutato. Per la verità pensano più a qualche presenza esoterica, il dottor Stella ha persino chiamato in causa il buon vecchio Dick immaginando un mondo [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

Torna su